PROFONDO ROSSO

Imu-Ici, Governo pronto a sganciare

Entro l'anno dovrebbe chiudersi la trattativa con il Comune di Torino sul contenzioso aperto dalla vecchia amministrazione. Dei 61 milioni reclamati da Palazzo Civico ne arriveranno poco più della metà. Comunque una boccata d'ossigeno

La deadline fissata dai tecnici del Ministero dell’Economia e del Comune di Torino è il 31 dicembre, data entro la quale confidano di chiudere il contenzioso sui 61 milioni di crediti vantati da Palazzo Civico nei confronti del Governo sui fondi di compensazione Ici-Imu relativi al 2012. A luglio il Tar ha riconosciuto fondate le richieste della Città, che aveva iniziato un lungo iter giudiziario quando il sindaco era ancora Piero Fassino, delegando alle parti (Governo e Comune) “l’interpretazione del quantum” secondo quanto riferito lunedì in Sala Rossa dall’assessore al Bilancio Sergio Rolando, in risposta a una interpellanza delle opposizioni. Una dichiarazione sibillina quella dell’uomo dei conti di Chiara Appendino in cui emergeva un cauto ottimismo sull’esito delle trattative in corso ormai da un paio di mesi. La scorsa settimana l’ultimo incontro a Roma, cui hanno partecipato lo stesso Rolando e il direttore finanziario Paolo Lubbia, probabilmente serviranno ancora un paio di riunioni per definire una volta per tutte l’importo che lo Stato dovrà restituire alla Città. L’ottimismo però deriva da un assunto, sottolineato in aula dallo stesso Rolando: oggi “sono tutti d’accordo sul fatto che abbiamo ragione”.

Un bel cambio di paradigma rispetto a quando, un anno e mezzo fa, la sindaca Appendino ingaggiava duelli a suon di interviste con Maria Elena Boschi, allora sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, che considerava quei soldi “non dovuti” e costringeva Fassino a schierarsi al fianco della prima cittadina pentastellata se non altro perché era stato proprio lui il primo a rivendicarli. A farsi carico del dossier, in via XX Settembre, quartier generale del Mef, è stata la sottosegretaria grillina Laura Castelli, torinese, legata alla sindaca da un rapporto di amicizia.

A questo punto non resta che stabilire quello che Rolando ha definito il “quantum”: non saranno i 61 milioni che chiede Appendino, ma una cifra prossima alla metà, probabilmente qualcosa in più. Si parla di 35 milioni che potrebbero essere presto nelle disponibilità del Comune. Una bella boccata d’ossigeno per un’amministrazione su cui, sempre secondo quanto riferito dall’assessore al Bilancio, grava un’esposizione della tesoreria che al 31 dicembre 2018 è stimata in 224 milioni di euro (in discesa rispetto ai 254 dell’anno scorso), ma soprattutto da una montagna di debiti nei confronti dei suoi fornitori, quasi raddoppiati rispetto a due anni fa e che oggi si attestano a 734 milioni.

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