PALAZZO CIVICO

Caso Cucchi, asse gialloverde in Sala Rossa

Bagarre nel Consiglio comunale di Torino per un ordine del giorno sul giovane morto in seguito al pestaggio delle forze dell'ordine. Un emendamento della Lega chiede di togliere i riferimenti a Salvini (e alle sue infelici dichiarazioni). Il M5s è d'accordo e il Pd insorge

Si parla di Stefano Cucchi e della sua tragica morte e in Sala Rossa va in scena un inedito asse giallo-verde. Inedito almeno a Torino. La discussione, poi tracimata tra urla e insulti, prende spunto da un ordine del giorno presentato da Eleonora Artesio, esponente della sinistra, e sottoscritto dai dem Enzo Lavolta e Chiara Foglietta e dall’ex grillina Deborah Montalbano. Nel manifestare solidarietà e sostegno alla famiglia Cucchi e in particolare alla sorella Ilaria, dopo anni di battaglia legale attraverso “oltre 40 udienze”, il documento stigmatizza il comportamento e le parole pronunciate in passato da Gianni Tonelli, già segretario del Sindacato autonomo di Polizia, ma soprattutto dell’attuale ministro dell’Interno Matteo Salvini, all’epoca dei fatti solo leader della Lega. Riguardo alla foto di un carabiniere indagato pubblicata da Ilaria Chucchi sul suo profilo facebook, il 5 gennaio 2016 il Capitano disse: “Capisco il dolore di una sorella che ha perso il fratello, ma mi fa schifo. Il post ricorda il documento contro il Commissario Calabresi. Mi sembra difficile pensare che in questo, come in altri casi, ci siano stati poliziotti e carabinieri che abbiano pestato Cucchi per il gusto di pestare. Se così fosse, chi l’ha fatto dovrebbe pagare. Ma bisogna aspettare la sentenza, anche se della giustizia italiana onestamente non ho molta fiducia. Comunque, onore ai carabinieri e alla polizia”. Parole che, alla luce dell’epilogo del procedimento giudiziario, dimostrano, secondo i sottoscrittori, l’inadeguatezza di Salvini a ricoprire il ruolo di governo auspicando che “lo stesso rassegni le proprie dimissioni”.

Un documento inaccettabile per il capogruppo del Carroccio Fabrizio Ricca, il quale, infatti, protocolla prontamente due emendamenti in cui chiede di eliminare le considerazioni su Tonelli (“se uno conduce una vita dissoluta ne paga le conseguenze”) e ancor di più quelle su Salvini. Insomma, la Lega con il pretesto di eliminare dall’atto ogni riferimento politico, giudicato strumentale, tenta di mettere al riparo dalle polemiche il proprio leader. Fin qui nulla di straordinario, non fosse che il gruppo pentastellato accoglie la richiesta scatenando l’ira del Pd. Durante l’intervento della consigliera dem Maria Grazia Grippo, la capogruppo grillina Valentina Sganga perde le staffe, volano insulti e urla sguaiate, tanto da costringere il presidente del Consiglio Fabio Versaci a sospendere la seduta e convocare la conferenza dei capigruppo. Al rientro in aula, la maggioranza non si presenta facendo mancare il numero legale. “La morte di Stefano Cucchi - spiegano i Cinquestelle - non può essere trasformata in campagna elettorale. Inaccettabili le strumentalizzazioni politiche e l’atteggiamento derisorio e irriguardoso di una parte delle minoranze nel corso della discussione sulla mozione per richiedere verità. Pertanto abbiamo deciso di abbandonare l’aula”, concludono ricordando che “l’atto verrà comunque approvato al prossimo consiglio comunale in un clima, si auspica, di maggiore serietà”.

Lo spettacolo offerto oggi dal M5s in Sala Rossa è indegno. Pur di rispettare il Contratto di Governo con la Lega, i grillini torinesi preferiscono far saltare il numero legale e peraltro solo per non votare un ordine del giorno che chiede verità e giustizia per Stefano Cucchi e che stigmatizza le dichiarazioni di Salvini chiedendone le dimissioni da Ministro dell’Interno – attacca il capogruppo Pd Stefano Lo Russo –. Spiace solo che queste manfrine e questi imbarazzi nella maggioranza gialloverde del governo nazionale si sviluppino su una questione così delicata e sentita per tutti noi”.

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