LA SACRA RUOTA

Ecotassa, la Cisl striglia la Regione: "Chieda il ritiro del provvedimento"

Invece di rammaricarsi della mancata disponibilità di Fca al Consiglio sul piano industriale, la politica piemontese dovrebbe sollecitare il Governo a fare marcia indietro. Una misura che penalizza la produzione nazionale e colpisce il mercato

Il presidente di Palazzo Lascaris Nino Boeti «anziché rammaricarsi della mancata disponibilità, in questa fase, di Fca a un Consiglio regionale aperto proponga all’assemblea regionale un ordine del giorno di condanna della posizione del Governo» in merito all’ecotassa sulle auto. Lo sostiene in una nota Claudio Chiarle, segretario generale Fim-Cisl Torino e Canavese. «Oggi la politica piemontese sembra più preoccupata di chiedere a Fca quali saranno le modifiche del Piano industriale piuttosto che chiedere al Governo di eliminare l’ecobonus dalla Legge di Bilancio, che penalizza prodotti e lavoratori italiani a favore di produzioni estere. Dov’è finito il “prima gli italiani” del Governo?», continua il sindacalista.

«Riteniamo che sia sbagliato chiamare Fca in questo momento a un confronto per farsi dire “per forza” che il Piano industriale si adegua ai provvedimenti governativi. Il Governo ha già fatto danni al mercato automobilistico con l’annuncio dell'ecobonus, che partirà a marzo 2019, in quanto chi vuole comprare un auto, oggi, aspetta per vedere cosa succederà. Non solo la stagnazione economica ma le scellerate dichiarazioni del Governo hanno fatto crollare il mercato dell’auto, almeno in Italia. In questa fase l’unica azione necessaria è incalzare il Governo sul ritiro del provvedimento relativo agli ecobonus che danneggiano il lavoro e l’occupazione in Italia e a Torino in particolare», continua Chiarle.

Piccata la replica del primo inquilino di via Alfieri: «Non riesco a capire il senso delle dichiarazioni del segretario Chiarle», scrive in una nota Boeti che sottolinea di esserli limitato a informate il governatore Sergio Chiamparino e i capigruppo della telefonata ricevuta da Fca con la quale l’azienda ha manifestato la non disponibilità a partecipare al Consiglio aperto. Nel merito delle critiche sollevate dal sindacalista risponde che “non spetta certo al presidente del Consiglio regionale presentare un ordine del giorno, tantomeno contro il Governo, ma è prerogativa che spetta ai consiglieri. Mi dispiace per Chiarle ma ho un’idea chiara del mio ruolo istituzionale per cui non mi faccio promotore di atti a favore o contro chicchessia, fatta salva la mia facoltà di sottoscriverli o meno”. In questi giorni, riferisce Boeti, “verrà fatto ancora un tentativo per convincere Fca a venire a confrontarsi, dopodiché il Consiglio regionale ed il Consiglio comunale valuteranno se convocare un consiglio aperto sul tema dell’automotive, ed in quella sede i consiglieri potranno eventualmente presentare le mozioni sollecitate da Chiarle. Loro, non il presidente”.

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