PALAZZO CIVICO

M5s, terremoto in Sala Rossa

Maggioranza spaccata in due, anzi in tre, per il rinnovo delle cariche al vertice del Consiglio comunale di Torino. Al termine della conta interna la spunta Sicari, ma per la capogruppo Sganga è tutto da rifare. Caos tra i consiglieri, Appendino alla finestra

Il potere logora. Eccome. Per informazioni chiedere alla sbrindellata pattuglia pentastellata in Sala Rossa, spaccata in due, anzi in tre, nel giorno in cui è chiamata a scegliere il proprio candidato per il rinnovo delle cariche al vertice dell’aula consiliare. Un passaggio previsto, una verifica di metà mandato che qualcuno auspicava meno turbolenta. Il presidente uscente Fabio Versaci, dopo aver appurato che sulla sua rielezione si adombravano incognite pericolose, ha annunciato venerdì il passo indietro ai colleghi, senza tuttavia bloccare i suoi emissari impegnati a cercare voti dentro e fuori il gruppo grillino alla ricerca di una ormai improbabile riconferma. Intanto, però, il suo (almeno formale) passo di lato ha aperto la competizione tra i due candidati alla successione: il presidente della Commissione Commercio Andrea Russi e il consigliere Francesco Sicari, che si sono confrontati questa sera in una complessa riunione di maggioranza.

Assenti Massimo Giovara e soprattutto Chiara Appendino - a quanto pare neanche invitata pur essendo a tutti gli effetti una componente del gruppo M5s - si sono presentati alla conta in 22. Il clima è piuttosto teso, come traspare dal volto della capogruppo Valentina Sganga, che fino all’ultimo ha lavorato sotterraneamente per la riconferma di Versaci. L’estremo appello a evitare spaccature, ma soprattutto a confermare la fiducia all’attuale presidente, è arrivato da Monica Amore. Tutto inutile e così la la votazione non poteva far altro che presentare plasticamente la fotografia di una maggioranza logorata da due anni e mezzo di consiliatura. Alla prima conta finisce 9 a 9, con quattro schede bianche (segnale di chi, in nome dell’unità, prova a rimettere in gioco Versaci). Al secondo turno, però, la spunta Sicari, 30 anni, un diploma di maturità scientifica nel suo curriculum e qualche scombiccherato post su facebook per rimarcare la sua totale adesione alle politiche nazionali e locali del M5s.

Nel successivo testa a testa per l’incarico di vicepresidente, finora in capo a Serena Imbesi, la maggioranza è di nuovo divisa tra la pasionaria del No (alla Tav come alle Olimpiadi) Viviana Ferrero e il Cinquestelle anomalo Marco Chessa, che i Cinque Cerchi li ha sostenuti: anche in questo caso il primo conteggio si chiude in parità, 11-11, ma al secondo voto a prevalere è Ferrero.

Tutto deciso? Neanche per sogno. Il gruppo è in fibrillazione. Dopo essere stata snobbata, Appendino non pare abbia alcuna intenzione di togliere le castagne dal fuoco ai suoi e così la capogruppo Sganga (nel panico) invia una nota con cui smentisce l’esito del voto: “La maggioranza – fa sapere – non ha ancora definito il nome di chi sarà proposto al Consiglio comunale come candidato della maggioranza per la presidenza del Consiglio stesso. Già domani avremo un nuovo confronto per arrivare a una proposta condivisa da tutti i consiglieri del Movimento”. L'ennesimo tentativo di provare a rimettere in gioco Versaci.

Il tempo per ricomporre la frattura è poco. Lunedì l’aula sarà chiamata a designare i suoi nuovi vertici e se continua così le opposizioni – c’è da giurarci – s’insinueranno facilmente nelle divisioni dei grillini, che da domani dovranno gestire anche la girandola di avvicendamenti al vertice delle commissioni.

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