AFFARI & FINANZA

Ubi, Cuneo fa quadrato su Massiah

Endorsement del presidente della fondazione Crc Genta per la riconferma dell'ad uscente. Che però è imputato nel processo per ostacolo alla vigilanza. La Bce lo riterrà ancora in possesso dei requisiti di onorabilità? E nella Granda monta il malcontento

Nelle grandi manovre, ormai in atto, per il rinnovo dei vertici di Ubi Banca si registra una mossa piemontese chiara e netta. Arriva dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo ed è un chiarissimo appoggio alla riconferma dell’attuale amministratore delegato dell’istituto di credito Victor Massiah. “Noi contiamo su di lui – ha detto il numero uno della fondazione cuneese Giandomenico Genta - perchè ha una progettualità che a noi piace, non è un soggetto che fa il passo più lungo della gamba. Direi – ha ribadito Genta – che intorno a lui va costruita una bella squadra”.

Parlando a Torino, a margine della presentazione dei progetti messi in atto dalle fondazioni piemontesi per il contrasto della povertà educativa minorile, Genta ha spiegato che il patto di consultazione tra fondazione da lui presieduta, il bresciano Sindacato azionisti Ubi Banca e il bergamasco Patto dei Mille è stato fatto, “ci si è incontrati più volte per quanto riguarda le regole da darsi”, ha spiegato aggiungendo tuttavia che “non sono ancora stati affrontati dei nomi”. Obiettivo comune dei maggiori azionisti di Ubi Banca è “aumentare il più possibile la professionalità dei soggetti che andranno a sedersi all'interno della banca”.

Apprezzato dal presidente della fondazione cuneese il passo indietro del presidente di Ubi Banca, Andrea Moltrasio, che ha annunciato di non ripresentare la sua candidatura: “Un gesto che gli fa onore – ha commentato Genta – perché agevola le riflessioni tra i soci”. E, vista l’assai probabile riconferma di Massiah, è proprio sulla poltrona oggi occupata da Moltrasio che si aprirà la discussione e già si muovono manovre più o meno sotterranee, certamente improntate come sempre ala massima discrezione.

È pur vero come annota lo stesso numero uno della Fondazione CR Cuneo che “il rinnovamento non passa dalla figura del presidente” aggiungendo esplicitamente che, piuttosto, “passa dalla qualità dei soggetti che si siederanno nel consiglio”, ma di certo la successione a Moltrasio non è aspetto di scarso rilievo negli equilibri tra i maggiori azionisti istituzionali. Tanto che tra i nomi di per la presidenza spunta pure quello di Letizia Moratti, attuale presidente del consiglio di gestione. “È una figura che certamente ha tutti i titoli” ha risposto Genta a chi gli chiedeva un giudizio sull’ex sindaco di Milano, nonché già ministro e prima donna a presiedere la Rai.

Nell’attesa di un quadro più definito sul rinnovo dei vertici, quelli attuali – Moltrasio e il suo vice Pietro Gussalli Beretta – in questi giorni si apprestano ad aggiornare la Banca Centrale Europea sul processo in corso, visto che per la prima volta verrà applicato in maniera completa il sistema monistico con nuovi e più stringenti criteri per le nomine previsti dalla stessa Bce. Negli ambienti vicini alla banca si osserva come questi nuovi criteri potrebbero portare a un forte ricambio nel consiglio, fatto questo che dovrà trovare non facili equilibri tra i soci più importanti, tra cui la stessa Fondazione Cr Cuneo sul fronte istituzionale, ma con i fondi di private equity che detengono oltre il 50%. E sarà proprio da vedere il loro atteggiamento in merito alla nuova governance. L’ammistratore delegato Massiah è imputato nel processo, insieme a Moltrasio e Giovanni Bazoli. Per l’accusa c’è stato ostacolo alle autorità di vigilanza e influenza illecita sulle decisioni dell'assemblea. Secondo i pubblici ministeri all'interno dell'istituto sarebbe stata creata una sorta di cabina di regia per decidere le nomine di Ubi Banca e delle sue partecipate, capace di influenzare le decisioni dell'assemblea “con atti simulati e fraudolenti”. Una regia, ovviamente, tenuta nascosta a Banca d'Italia e Consob.

Alla luce di questa vicenda giudiziaria la Bce riterrà che Massiah possegga ancora i requisiti di onorabilità? E i fondi solleveranno obiezioni, scegliendo di individuare in un’altra figura l’ad per cui oggi si è speso senza risparmio il presidente della fondazione cuneese al quale, proprio nella sua provincia non sono pochi coloro che gli muovono forti critiche per non essersi opposto alla fusione della Bre in quell’Ubi Banca che ha visto scendere il valore delle sue azioni dai 17 euro del 2007 agli attuali poco più di 2.

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