POLVERE DI (5) STELLE

Tensione alle (5) stelle in Regione

Clima incandescente dopo la votazione su Rousseau. Il gruppo pentastellato di Palazzo Lascaris diviso in due: Bono rivendica il suo voto per salvare Salvini. Frediani e Valetti sulla sponda opposta. E l'aspirante governatore Bertola fa il pesce in barile

Una discussione accesa, durata a lungo, al punto da attirare l’attenzione di molti colleghi. È stata una giornata turbolenta, quella di ieri, anche tra i banchi del Movimento 5 stelle a Palazzo Lascaris, dove gli animi si sono surriscaldati sulla scia del caso Diciotti. Se il voto online, sulla piattaforma Rousseau, ha compattato tutto il gruppo pentastellato in Sala Rossa, lo stesso non si può dire di quello regionale. A fronte del dichiarato “No” (che voleva dire Sì all’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini) dei consiglieri Federico Valetti e Francesca Frediani, c’è stato chi, come Davide Bono, è rimasto fedele alla linea, quella della Casaleggio e di Luigi Di Maio, esprimendo il suo voto contro il processo al leader leghista. Quando la voce si è diffusa, apriti cielo. La fumantina Frediani ha chiesto spiegazioni, soprattutto a chi si è sempre erto a tutore dei valori fondanti del Movimento 5 stelle, anche a costo di scontrarsi con Chiara Appendino e la sua realpolitik, come accaduto quando il Comune ha concesso le aree per il Parco della Salute o sul caso Olimpiadi.

In un clima particolarmente teso non è sfuggito anche l’atteggiamento da pesce in barile di Giorgio Bertola, il candidato alla presidenza della Regione Piemonte, che per non dispiacere nessuna delle due fazioni si è mantenuto in posizione neutrale, come dimostra il suo silenzio sui social, in merito a una questione che tiene banco da qualche giorno nel mondo grillino. Ieri sera è arrivato anche il coming out di Bono: “Sono serenamente e convintamente parte del 60% di iscritti a Rousseau che ha votato “sì” considerando, evidentemente, che il Governo avesse agito con l’obiettivo di tutelare un interesse preminente dello Stato. Qualcuno potrà pensare che abbiamo sbagliato, ma i numeri parlano chiaro”. Non è bastato neanche l’ormai consueto attacco ai media e al loro “pressing” per “far cadere il Governo” o il richiamo alla bellezza della “democrazia diretta” e alle “storiche doti valoriali che permangono saldissime tuttora” (sic!) del Movimento per evitare una lunga sequela di post critici, tra i quali pure quelli di alcuni attivisti che mostrano lo screenshot con cui hanno revocato l’iscrizione a Rousseau.

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