VERSO IL VOTO

Chiamparino "scruta" Damilano

Il governatore tasta il terreno per capire se dovrà davvero vedersela con l'imprenditore. Un avversario insidioso in grado di pescare consensi trasversali. "A noi farebbe più gioco Cirio", confessa il leader dei Moderati Portas

“Davvero sarà lui il candidato?”. A condire con dosi sempre più abbondanti di preoccupazione la domanda sulla discesa in campo di Paolo Damilano per la presidenza della Regione non sono soltanto i berluscones con sempre più in affanno per il destino di Alberto Cirio, quale avversario di Sergio Chiamparino.

La mossa della Lega, pronta a schierare con l’indiscutibile profilo civico l’imprenditore nel settore dei vini e delle acque minerali, non fa dormire sonni tranquilli neppure l’attuale inquilino del palazzo di Piazza Castello, così come a tutte le componenti della coalizione di centrosinistra, incominciando dal Pd. Sarà davvero lui lo sfidante?

Un allarme non dichiarato, a fatica dissimulato, ma reale. E, soprattutto, nient’affatto immotivato. Così come le ragioni che avrebbero mosso Chiamparino a cercare, con estrema discrezione, di saperne di più su quel che sta bollendo nella pentola leghista per il Piemonte cui bada uno che di ricette politiche ha lunga esperienza: Giancarlo Giorgetti.

Già il fatto stesso che il nome di Damilano sia arrivato proprio dal potente sottosegretario di Palazzo Chigi, come soluzione all’impasse e ai dubbi sull’eurodeputato di Forza Italia e alla necessità ormai sempre meno celata della Lega di non cedere a Forza Italia la guida del Piemonte, è un dato che da solo basterebbe a far drizzare le antenne a uno che non le abbassa mai come Chiamparino. E a far calcolare i pro e i contro di una sfida che lo vedrebbe duellare con un avversario più giovane di lui di vent’anni, con una marcata immagine di novità, radicato nel milieu subalpino ma con solidi rapporti internazionali. Aspetti nient’affatto trascurabili in quella inconfessabile analisi costi-benefici che nelle ultime ore sta facendo chi sa bene come il futuro di Chiamparino dipende anche da chi si troverà di fronte.

“Per noi sarebbe meglio Cirio”, si lascia sfuggire con i suoi Giacomo “Mimmo” Portas. Il leader dei Moderati, tra i primi a sostenere la candidatura di Chiamparino quando ancora il governatore uscente doveva decidere se riprovarci o meno, dice quel che se non tutti, molti dalle parti del centrosinistra pensano. Il che non equivale a non stimare e temere il deputato europeo, piuttosto significa sgombrare il campo da quelle incognite che la candidatura di Damilano contiene e preoccupano. “Cirio è un politico a tutto tondo, come Sergio, anche se lui è un fuoriclasse. E poi è di Alba” spiega Portas, mettendo di fatto sul tavolo un altro dei fattori, compresa la non torinesità, che potrebbero incidere non poco sul tentativo di recupero rispetto al vantaggio che i sondaggi assegnano al centrodestra. Confrontarsi con un “civico”, in più con un profilo non certo liquidabile come leghista anche se la scelta su di lui arriva dai vertici del Carroccio, sarebbe una difficoltà in più per Chiamparino. Tanto da indurre quest’ultimo a sondare persone che lui conosce bene e che a loro volta conoscono bene Damilano. “Mi ha chiamato Sergio, vuole vedermi nei prossimi giorni”, conferma un noto professionista torinese, dal cognome “pesante”, da sempre supporter dell’ex sindaco ma in stretta relazione di amicizia con l’imprenditore.

Prendere il discorso alla larga, per poi stringere e cercare di capire, in quegli ambienti altri rispetto alla politica, quanto sia gradita la candidatura di Damilano e quanto possa incontrare aspettative anche in chi non è schierato apertamente sul centrodestra. Non va dimenticato, inoltre, che alle regionali è contemplata la possibilità del voto disgiunto. Insomma, il rischio di un cedimento, nel caso l’avversario non sia uomo di partito, nel centrosinistra non può non essere messo in conto. Così come da mettere in conto sarà la linea della campagna elettorale: non potrà essere la stessa, con gli stessi messaggi e lo stesso approccio dialettico con il competitor, se questo sarà un imprenditore prestato alla politica anziché un politico navigato.

“Potrei essere un giovane Chiamparino” disse un anno fa Cirio. Era appena stato indicato da Forza Italia come il suo candidato a presidente della Regione. “Sarebbe un onore – aggiunse l’europarlamentare senza risparmiare in fair play e in apprezzamenti cui l’attuale presidente non è insensibile – per me averlo come avversario”. Un auspicio che, tutto lascia supporre, il Chiampa non fatica a condividere.

print_icon