CAVOLETTI DI BRUXELLES

"Tutti per Silvio" e Forza Italia perde il seggio europeo

Con la designazione di Cirio alla presidenza della Regione gli azzurri piemontesi costretti a fare da gregari a candidati liguri e lombardi. E per tirare la volata a Berlusconi metteranno in lista soprattutto donne. Due sindache del Torinese, ma anche Cavallera si offre

Probabilmente in Piemonte Forza Italia avrà un suo uomo alla guida della Regione e, altrettanto probabilmente, perderà la sua rappresentanza piemontese in Europa. L’investitura tardiva di Alberto Cirio a candidato governatore non ha certo favorito, semmai ve ne fosse stata la possibilità, la “costruzione” di una candidatura a quel seggio a Strasburgo che l’europarlamentare albese ha comunque tenuto fino alla fine come ruota di scorta nel caso la vicenda delle regionali avesse preso una piega, peraltro più volte annunciata, a lui sfavorevole. Ma non è solo una questione di tempi a relegare il Piemonte azzurro a quello che pare sempre più definirsi come un ruolo da gregario in favore di Silvio Berlusconi, lasciando ai liguri ma soprattutto ai lombardi il compito di occupare e rioccupare le poltrone del Parlamento Europeo.

Certo, del tutto incolpevolmente (e ne avrebbe fatto volentieri a meno) Cirio rimanendo per mesi tra color che son sospesi di fronte alla strada, oggi finalmente imboccata, in discesa verso il palazzo di piazza Castello ha finito con il fare da tappo ad eventuali suoi sostituti a Bruxelles. Un ritardo che, tuttavia, anche se recuperabile non cambierebbe il ruolo del partito in Piemonte nello schema predisposto al vertice nazionale dopo la decisione del Cav di tornare in campo. E di farlo proprio in Europa, in quella competizione dove il nome del fondatore può fare la differenza attenuando quella sempre più grande tra Forza Italia e la Lega di Matteo Salvini. La farà, ma a Palazzo Grazioli nessuno, forse incominciando dallo stesso padrone di casa, nega che questa volta come non mai sia cruciale portare quante più preferenze possibili al Presidente.

Sono al massimo tre quelle che l’elettore può esprimere e nel caso si scriva più di un nome sulla scheda i candidati indicato non potranno essere dello stesso genere. Ecco spiegata la ragione di quell’indicazione arrivata con una certa perentorietà ai vertici regionali: servono donne in lista. Già perché per dare due preferenze di cui una a Berlusconi, l’altra dovrà essere necessariamente indirizzata a una donna. Lo stesso vale nel caso di tre: una almeno deve essere di genere diverso dalle altre due. Di lì non si scappa. Addirittura, più facile farlo dall’ormai trita e ritrita battuta sulle donne e l’ex sultano di Arcore. Che poi, cinque anni fa, l’allora segretario del Pd Matteo Renzi le donne le candidò tutte capolista nelle cinque circoscrizioni. Allora il Pd registrò un esaltante (forse troppo, visto il dopo) 40,81 per cento dei voti, seguito dai Cinquestelle al 21,16 per cento, mentre Forza Italia arrivò al 16,81, staccando la Lega di dieci punti. Un’era politica fa. Oggi a posizioni invertite e distacco accentuato, gli azzurri non possono che contare ancora una volta sul fattore B. e la candidatura del loro leader ovunque tranne che nel Centro dove la testa di lista è stata riservata all’attuale presidente del Parlamento Europeo e numero due del partito Antonio Tajani.

Molte voci prevedono che Berlusconi opterà per l’elezione proprio nella circoscrizione Nord-Ovest, lasciando posti ai primi non eletti nelle altre. Anche per questo, vista la preponderanza di elettori e di candidati in Lombardia – dagli uscenti Lara Comi e Massimo Salini alle favorite new entry di Mauro Parolini e Pietro Tatarella – in Piemonte, come dire, ci si sbraccia poco guardando a Strasburgo.

Non c’è di sicuro la ressa tra gli attuali senatori e deputati, non pochi dei quali alla prima legislatura. C’è, invece, come si diceva, quella necessità di una forte apporto femminile alla lista. Per ora di nomi ne saltano fuori pochi, sia pure come ipotesi, appena un paio. Quelli di due sindache: Cinzia Bosso, prima cittadina di Orbassano, succeduta lo scorso anno sulla poltrona in municipio al marito Eugenio Gambetta e la collega di Carmagnola Ivana Gaveglio. Proprio il profilo di amministratori locali sarebbe quello privilegiato dagli azzurri piemontesi per concorrere a portare voti a una lista che, stando così le cose, assai difficilmente porterà a sua volta un piemontese tra i banchi di Forza Italia in Europa.

La pratica è tutt’ora aperta, venerdì dovrebbe esserci una riunione a livello regionale per definire le proposte da avanzare ai vertici nazionali anche in base alle disponibilità arrivate dalle varie province. Tra queste non manca quella offerta dall’evergreen alessandrino Ugo Cavallera. Sempre con la solita premessa di rito: se il partito lo chiede. Lui c’è sempre. Pure se da Palazzo Grazioli l’indicazione è cherchez la femme.

print_icon