GRANA PADANA

La Lega sconfessa Preioni: stop agli aumenti di stipendio

Ritirata la proposta di legge del capogruppo che puntava a incrementare i compensi della giunta Cirio. Un dietrofront imposto dal segretario del partito Molinari. E ora il vanverologo domese dopo la faccia rischia di rimetterci la poltrona

Indietro tutta. La Lega annuncia di aver ritirato la proposta di legge, primo firmatario il capogruppo Alberto Preioni, che prevedeva di incrementare i compensi della giunta regionale riallineandoli a quelli dei consiglieri di Palazzo Lascaris. Un provvedimento che avrebbe consentito di far tornare in busta i mille euro decurtati a quei membri dell’esecutivo che utilizzano auto e autista: attualmente, infatti, 3.500 euro è la quota di rimborsi spese che presidente e assessori possono chiedere se scelgono di usare la propria vettura. Dal 2012 in poi per chi utilizza la macchina di servizio questa voce si riduce e cala fino a toccare i 1.200 e i 1.700 euro. All’epoca, sull’onda di Rimborsopoli, si decise che chi usufruiva dell’auto blu avrebbe avuto una decurtazione nello stipendio di un terzo sulla parte relativa al rimborso spese.

Il dietrofront odierno cerca di sedare le polemiche nate dopo che la notizia era diventata di dominio pubblico, scatenando l’indignazione delle opposizioni contro quello che, ai loro occhi, è un disdicevole “regalo alla casta”. In verità, a preoccupare lo stato maggiore della Lega è soprattutto il “danno” che una simile iniziativa arreca all’immagine del partito, soprattutto alla vigilia dell’arrivo di Matteo Salvini che giovedì sarà a Torino per una delle tappe del tour promosso nelle città italiane. Da qui l’ordine di Riccardo Molinari di ritirare immediatamente la proposta, non prima dell’ennesima lavata di capo a Preioni, che a questo punta rischia seriamente la poltrona di capogruppo per “manifesta incapacità”.

«Alla luce delle polemiche strumentali generate in questi giorni a mezzo stampa, che stanno provocando il fraintendimento da parte dell’opinione pubblica della ratio alla base di questa proposta, abbiamo ritenuto opportuno di ritirare l’articolo in questione, pur rivendicandone l’assoluta legittimità e la necessità di un correttivo a una disposizione che riteniamo ingiusta» si legge nel comunicato diffuso dal gruppo regionale del Carroccio. «Rimanderemo il tema a una riorganizzazione più ampia dei criteri di definizione dell’indennità di coloro che rappresentano i cittadini nelle istituzioni del Consiglio e della Giunta regionale, dal momento che quelli attuali non rispettano il principio di giustizia del peso e delle effettive responsabilità dei ruoli e delle diverse funzioni», spiegano i consiglieri della Lega rivendicando correttezza e utilità della proposta che punta a loro dire a rimediare a un’evidente stortura. «Una anomalia che produce come risultato una situazione paradossale, dove i “moralizzatori” che oggi gridano allo scandalo guadagnano più del Presidente della Regione». E a suffragio di tali affermazioni i leghisti allegano la tabella relativa alle indennità nette del mese di gennaio di Giunta e Consiglio «in ordine decrescente, da cui si evince con chiarezza che tutti i capigruppo che oggi si indignano e fomentano una polemica assurda e strumentale percepiscono una indennità superiore a quella del presidente e del vicepresidente della Giunta regionale e di buona parte degli assessori».

La tabella viene in parte smentita dal Movimento 5 stelle: “La maggioranza ignora o finge di ignorare che i portavoce del M5s da sempre si autoriducono lo stipendio destinando le eccedenze a progetti a vantaggio dei cittadini piemontesi e questo indipendentemente dal tipo di incarico ricoperto (capogruppo, vice presidente commissione, ufficio di presidenza) – afferma Francesca Frediani, capogruppo dei pentastellati in Consiglio –. Dal 2014 a oggi i soli consiglieri regionali piemontesi hanno infatti restituito ben 1.699.153 euro. Per quanto mi riguarda, la cifra indicata nella tabella non corrisponde alla realtà perché non tiene conto del taglio che mi ha consentito di restituire a oggi ben 180.045 euro. Sui costi della politica il Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale ha sempre preferito dare il buon esempio sperando di stimolare l’emulazione dei colleghi. Ricordiamo infatti che è già possibile ridursi lo stipendi a prescindere dalle leggi in vigore”.

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