BONUS

La Lega sospende i "furbetti".
E il Pd scopre un filantropo

Misura disciplinare per i consiglieri regionali Gagliasso e Leone. "Un provvedimento condiviso con loro, che hanno capito", afferma il segretario Molinari. Il dem Sarno come atto riparatore devolve sei mesi di stipendio e chiama come garante l'ex procuratore Caselli

“Abbiamo condiviso la decisione con loro, che hanno capito”. La decisione di cui parla Riccardo Molinari è la sospensione dei due consiglieri regionali della Lega, Matteo Gagliasso e Claudio Leone, che hanno richiesto e incassato il bonus da 600 euro per le partite iva e gli autonomi, pur godendo del tutt’altro che esiguo emolumento per la loro carica elettiva. Linea dura, anche se non durissima come le prime dichiarazioni in cui Matteo Salvini aveva paventato l’espulsione immediata dei parlamentari lasciavano immaginare, quella assunta dai vertici del partito e ufficializzata ieri in serata dal segretario regionale che in qualità di capogruppo alla Camera ha anche annunciato analogo provvedimento per i due deputati Elena Murelli e Andrea Dara.

“Non hanno violato alcuna legge, ma è inopportuno che parlamentari abbiano aderito a tale misura", ha spiegato Molinari, ripetendo lo stesso concetto per i consiglieri regionali. Quanto durerà la sospensione non è dato sapere, così come le eventuali conseguenze (almeno formali) nella loro attività e in particolare nella partecipazione dei lavori del gruppo a Palazzo Lascaris.

A nulla paiono essere servite, almeno per ora, le giustificazioni addotte sia da Gagliasso, sia da Leone rimbalzando la palla al commercialista, così come il fatto di aver restituito (con modalità e tempismo da verificare) le somme ricevute, va ribadito senza commettere alcun illecito, ma mostrando la parte meno nobile della politica. Un provvedimento atteso, quello assunto da Molinari, e non poteva essere altrimenti dopo le iniziale parole di fuoco del Capitano e l’ondata di indignazione sollevata, anche tra gli iscritti, dalla notizia fatta trapelare dall’Inps che prima ha travolto il Parlamento e subito dopo i consigli regionali. A rendere ancor più pesante il clima e condurre verso la misura disciplinare nei confronti dei due esponenti del partito in Piemonte hanno concorso anche i loro imbarazzanti tentativi di giustificazione. Per Salvini l’obbligo di intervenire in maniera decisa nei confronti di chi, tuttavia, non si era ancora autosospeso, è motivato anche dal rischio che l’effetto bonus possa farsi sentire nelle urne alle amministrative di settembre.

Si è invece sospeso dal Pd, il terzo consigliere regionale beneficiario del bonus “per colpa di un errore della fidanzata commercialista”, Diego Sarno. Ma su di lui imperversa una bufera di polemiche e critiche, soprattutto all’interno del suo partito. Dopo aver fornito la bizzarra spiegazione tirando il ballo la fidanzata e spiegando di aver devoluto in beneficenza la somma ricevuta anziché restituirla all’Inps, non pago di questo stucchevole tentativo di passare da percettore inconsapevole a benefattore convinto, il piddino di estrazione donciottiana adesso cerca addirittura di rifarsi una verginità perduta per pochi soldi annunciando di devolverne un bel po’, sempre in beneficenza.

A chi? A un comitato che lui ha deciso di fondare “con lo scopo di avviare iniziative che possano dare un aiuto economico a tutti i lavoratori in difficoltà a causa dell'emergenza Covid-19, partendo da subito con il destinare il mio stipendio da consigliere per sei mesi”.Folgorato sulla via del bonus, dopo aver preso quel che era destinato a chi ne aveva veramente bisogno, adesso veste i panni del filantropo chiedendo ai colleghi (che i 600 euro non li hanno chiesti) di unirsi a lui. In attesa di vedere la fila, nel Pd si vedono facce incazzate e messaggi di fuoco nelle chat.  

Nella “conversione” arrivata con le notizie uscite dall’Inps, Sarno va addirittura oltre e investe del ruolo di garante del nascituro comitato Gian Carlo Caselli. L’ex magistrato, anch’egli da sempre vicino a don Luigi Ciotti e uomo di sinistra, non solo accetta, ma spende parole per il consigliere: “Lo conosco e ne ho sempre apprezzato l’onestà e la generosità con cui si è costantemente impegnato sul campo. Caratteristiche che emergono anche in questa vicenda in ragione dell’evidente volontà di rimediare efficacemente ad uno sbaglio riconosciuto”. Sì, ammesso solo quando il caso è esploso e riconosciuto si fa per dire visto che lo sbaglio, secondo il consigliere, lo avrebbe combinato la povera fidanzata armeggiando col computer.

Tutte cose, compresa l’asserita donazione dei 600 euro appena ricevuti, che Sarno non si è premurato di rendere note prima, ma soltanto nel momento i cui ha capito che il suo nome, come gli altri, sarebbe saltato fuori. Poi, cosparsosi il capo di cenere, ha annunciato di voler devolvere, come un qualunque parlamentare grillino, sei mesi di stipendio a chi ne ha bisogno. Con il viatico di Caselli.   

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