TUTTO CHIUSO

Scatta il rosso in Piemonte

Da domani lockdown per tre settimane. Chiusi bar, ristoranti e negozi con l'eccezione di alimentari, farmacie, tabaccherie e parrucchieri. Non si esce dalla regione e limiti di spostamento tra i comuni. A scuola solo gli alunni di materne, elementari e prima media - il DPCM

Meno di ventiquattr’ore e il Piemonte sarà zona rossa. il premier Giuseppe Conte ha firmato in nottata il Dpcm, che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale questa mattina. Si chiude tutto, eccetto le industrie, le scuole fino alla prima media, i negozi di alimentari, le farmacie, le parafarmacie, i tabaccai, gli esercizi di vendita di alimenti per animali, i vivai e pochissime altre categorie ancora, compresi questa volta anche i parrucchieri. Se si eccettuano le attività manifatturiere e le scuole è un ritorno al lockdown di marzo.

Negli uffici si torna al lavoro a distanza nel pubblico e nel privato, salvo circostanze che non lo consentano e che richiedano assolutamente la presenza. Vietato entrare o uscire dai confini regionali salvo che per esigenze di lavoro o situazioni di necessità, proibito spostarsi dal comune di residenza o domicilio anche se il rientro è comunque sempre consentito.

La classificazione al terzo e più grave livello della scala di rischio sarà formalizzata solo oggi, con gli ultimi dati che purtroppo per il Piemonte continuano a segnare una forte crescita dei contagi, ma soprattutto dei ricoveri e dei pazienti in terapia intensiva. Una zona rossa, ampiamente prevedibile e prevista proprio alla luce della situazione sanitaria. Nessuno si sarebbe potuto attendere una diversa classificazione. Piuttosto sono e saranno nelle prossime ore e nei prossimi giorni le misure contemplate dal decreto del presidente del consiglio a far discutere e suscitare proteste che ci si augura restino nei limiti senza dover assistere nuovamente a quanto accaduto nei giorni scorsi.

Sul fronte del pesantissimo effetto della chiusura sull’economia nelle ore di accesa discussione e di stallo tra Governo e Regioni da queste ultime è arrivata la ferma richiesta che “contestualmente all’emanazione del dpcm, vengano definite, attraverso un provvedimento di legge, l’ammontare delle risorse, unitamente a modalità e tempi di erogazione delle stesse, con le quali si procede al ristoro delle attività economiche che hanno subito limitazioni, sospensioni o chiusure. Con il medesimo provvedimento – hanno chiesto i governatori - è necessario introdurre meccanismi di sospensione dei tributi relativi agli anni fiscali 2020 e 2021 per le stesse attività economiche. È, infatti, assolutamente indispensabile dare certezze al fine di scongiurare un effetto depressivo e conseguenti problemi sociali, assicurando la contemporaneità delle misure di contenimento dell’epidemia con quelle di sostegno alle categorie economiche e sociali colpite”.

Leggi qui il Dpcm del 3 novembre 2020

Le Regioni al premier Giuseppe Conte hanno ribadito come sia “necessario prevedere misure normative e adeguate risorse finanziarie per riconoscere ed estendere i congedi parentali per tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, e le misure economiche di conciliazione per i lavoratori autonomi”.

Nella stessa circostanza Alberto Cirio ha avanzato ulteriori richieste: “Chiedo, innanzitutto, l’esenzione totale dalle tasse per quanto ancora da pagare nel 2020 e per tutto il 2021 per le attività interessate dal nuovo decreto, e che questo venga contestualmente scritto in legge. Considerati i tempi della burocrazia statale –  ha aggiunto –  chiedo anche che i ristori abbiano stanziamenti e tempi certi di erogazione. Ho dato la disponibilità come Regione Piemonte a gestire direttamente i fondi messi a disposizione dallo Stato, forte dell’esperienza degli oltre 130 milioni di euro di indennizzi erogati sui conti correnti di oltre 70 mila attività piemontesi in meno di un mese, risorse che mi risulta peraltro siano le uniche arrivate nelle tasche delle nostre imprese del commercio”.

Ecco nel dettaglio cosa resta aperto

Dal Piemonte anche l’istanza al Governo per “prevedere espressamente l’autorizzazione al congedo parentale, sia per i lavoratori dipendenti che per gli autonomi, di cui incredibilmente al momento nel Dpcm non c’è traccia” ha detto il governatore di fronte all’ultima bozza. “Vista la possibilità data ai Consigli regionali di proporre iniziative di legge nazionali, presenterò domani stesso una proposta di legge che imponga una tassazione straordinaria alle piattaforme internazionali di vendita online per tutta la durata delle nuove misure del Governo, prevedendo di destinare la totalità dell’introito ai piccoli esercizi commerciali di vicinato”, ha aggiunto il governatore.

Ore di tensione e di scontro quelle che hanno accompagnato la sera verso la notte e nelle quali è tornata a farsi sentire, nei modi consueti, la “presenza” attenta e vigile del Quirinale, tesa a condurre un confronto serrato verso un obiettivo comune e uno spirito di collaborazione, senza scarichi reciproci di responsabilità.

Coprifuoco dalle 22 alle 5, obbligo di mascherina anche all’aperto in presenza di altre persone, centri commerciali chiusi nel fine settimana, queste e altre misure su tutto il territorio nazionale, nelle zone rosse vedono aggiungersi provvedimenti assai più restrittivi. Nessuna discrezionalità, di fronte ai parametri stabiliti scatta il lockdown selettivo, quello che da domani ci sarà in Piemonte. Durata minima due settimane, prolungabili, tanto da far ipotizzare per la regione la terza settimana come più che probabile sempre alla luce dei numeri.

Incrociando quelli dei contagi, dei ricoveri e delle terapie intensive, ma soprattutto rapportando l’indice Rt (che indica il livello di diffusione del Coronavirus) con l’indice di rischio di ciascuna regione, definito dai 21 parametri stabiliti dal ministero della Salute, verrà stilato l'elenco delle regioni in zona rossa, in zona arancione e zona verde. Nessuna sorpresa positiva possibile per il Piemonte. “Dal Governo sono state elaborate e trasmesse indicazioni chiare per le misure nazionali e per le restrizioni potenziali da attuare, in automatico, nei territori ritenuti in condizioni sanitarie più critiche –  ha detto a tarda notte il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia –. Così come saranno automatici e tempestivi tutti i ristori per le attività colpite. In questa settimana verrà approvato dal Consiglio dei Ministri un apposito decreto legge, che prevederà la tempestiva erogazione delle risorse”. Che sia davvero tempestiva c’è davvero da augurarselo, per mille e una ragione.

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