EMERGENZA SANITARIA

Infermieri, assunzioni a rilento e Asl in ordine sparso

La denuncia di Nursind: "Non si affronta così la campagna vaccinale e una probabile terza ondata". Il caso di Alessandria: sbagliati i conti delle ore di straordinario per sopperire alla carenza di personale e un mese di lavoro resta scoperto

“Le Asl non hanno ancora definito chiarezza il fabbisogno di infermieri. Un fatto ancor più grave se si pensa che abbiamo davanti una campagna di vaccinazione, si deve ancora potenziare la medicina territoriale, occorre essere pronti a una terza ondata, ma anche a una ripresa di quelle prestazioni sanitarie bloccate o ridotte dal Covid, senza dimenticare che il personale è molto provato”.

Una denuncia dura quanto precisa quella di Francesco Coppolella, segretario regionale di Nursind, una delle principali sigle sindacali del comparto infermieristico, che pone ancora una volta l’attenzione su problemi che sarebbe stato legittimo attendersi fossero risolti in tempo per affrontare la seconda ondata e, invece, segneranno ancora una grave debolezza del sistema nel caso, non improbabile, arrivi la terza. Un sistema, quello delle Asl, che si presenta con le aziende che procedono in ordine sparso e, come ribadisce il sindacalista, “sulle assunzioni, sollecitate dalla Regione, in molti troppi casi vanno a rilento e senza una necessaria programmazione”.

Così capita che per cercare di mettere una pezza sul buco del personale in un’Asl, quella di Alessandria, ci si sbagli pure a fare i conti. Il pasticcio che nei giorni scorsi ha portato i sindacati a minacciare una mobilitazione, parte da un dato: “Per stessa ammissione dell’azienda l’organico è carente di circa 70 unità”, ricorda Salvatore Lo Presti segretario territoriale di Nursind. E, a fine novembre quando le ferie sono state annullate e moltissimi turni di riposo vengono saltati, mentre le annunciate assunzioni restano tali è proprio Nursind a proporre la soluzione già adottata in altre Asl, tra cui quella di Asti, di Biella e la Città di Torino: prestazioni aggiuntive si base volontaria, ovvero ore di lavoro in più oltre quelle stabilite.

Tre incontri per intavolare e definire la trattativa con il direttore amministrativo Francesco Arena, arrivato a fine settembre. Si tratta sui soldi e alla fine si chiude a 40 euro l’ora. Le ore previste dal vertice amministrativo come necessarie per coprire i mesi di dicembre e gennaio, 6mila. Il guaio è che ai primi di gennaio “si è scoperto – scrivono i sindacati – che le ore sono già finite al 31 dicembre, senza alcuna comunicazione”. Nel frattempo, ovviamente, gli infermieri hanno continuato a lavorare di più rispetto al normale orario e continuano a farlo. Ma come è stato possibile “bruciare” in un mese le ore, o per meglio dire i soldi necessari a retribuirle, prefissate per il doppio del tempo? Il fatto è che i mesi da due sono diventati tre, senza rifare i conti. “Dovendo coprire anche novembre, sarebbero servite più ore”, spiega Claudio Bonzani, segretario provinciale di Uil Funzione Pubblica. Ore che invece Arena ha messo nero su bianco dovessero essere 6mila e tante, a quanto pare sarebbero dovute bastare. E chi ha lavorato e sta lavorando a gennaio? “Chiediamo che venga rifatto uno stanziamento per questo mese”, dice ancora il sindacalista della Uil. 

Ma c’è di più. “Le ore in più lavorate dagli infermieri, così come dagli oss per i quali quelle aggiuntive erano state fissate in 3mila, a novembre è stato deciso venissero retribuite con una cifra a gettone giornaliero – spiega Lo Presti di Nursind – e quei soldi sono stati presi dal budget per le prestazioni aggiuntive di dicembre e gennaio. Ecco cos’è successo. Hanno sbagliato a fare i conti, poi si sono arrampicati sugli specchi parlando di assunzioni, ma alla fine e dopo la nostra minaccia di mobilitazione hanno convocato un incontro per mercoledì prossimo”. Lì si vedrà se, finalmente, i conti torneranno. Sempre nell’attesa che quelle assunzioni, più volte sollecitate dalla Regione senza porre problemi di spesa, colmino i vuoti per ora tamponati con il surplus di attività degli infermieri e degli operatori sociosanitari. “Ore di lavoro che, tra l’altro, – osserva il sindcalista – vengono pagate due mesi dopo”.

print_icon