TRAVAGLI DEMOCRATICI

Parlamentari Pd puntano su Giorgis (con un occhio ai loro scranni)

Riprende quota la candidatura a sindaco di Torino del sottosegretario. L'asse (quasi) compatto di deputati e senatori della città che così si sbarazzerebbero di un concorrente alle prossime elezioni politiche. Il gioco delle correnti e le mosse del Nazareno

Se tertium non datur, lo si può cercare. Ed è quello che paiono sempre più intenzionati a fare i parlamentari torinesi del Pd di fronte agli attuali due nomi per la candidatura a sindaco della città. La terza via su cui sono pronti a incamminarsi deputati e senatori superando la coppia di contendenti Stefano Lo Russo e Mauro Salizzoni, a dispetto delle nobili intenzioni nasconde malamente fini più prosaici, oltre a quello dell’uscita da un’impasse foriera di divisioni, peraltro già emerse con forza.

Un nome, il terzo, che dovrebbe riuscire e mettere d’accordo tutti e svoltare rispetto al duello tra l’ex mago  dei trapianti oggi vicepresidente del Consiglio regionale e il professore del Politecnico che guida il gruppo dem in sala Rossa dall’inizio del mandato di Chiara Appendino. Ma anche un nome che deputati e senatori non fanno troppo mistero a lasciar intendere che dovrà essere trovato proprio tra di loro. Chi? I nomi che circolano sono due, finendo paradossalmente per riportare anche in questo caso a un duello. Gli sguardi sono puntati sul sottosegretario alla Giustizia Andrea Giorgis e sul deputato e membro della segreteria nazionale Stefano Lepri.

Di Giorgis si era già parlato nei mesi scorsi, legando la sua figura alla storica vicinanza con Sergio Chiamparino. Poi il sottosegretario, di rito cuperliano, disse chiaramente che si tirava fuori, anzi che sul terreno delle comunali non intendeva proprio scendere preferendo percorrere strade legate e incrociate tra la sua carriera di giurista e quella politica, comunque assai più attratto da ruoli di governo (e dagli organi di garanzia costituzionale) piuttosto che dalla poltrona a Palazzo civico. Eppure ambienti del Nazareno sono convinti che alla stretta finale e di fronte a una richiesta formulata direttamente da Nicola Zingaretti metterà in un angolo le remore e risponderà alla chiamata con il proverbiale “Obbedisco” garibaldino. Certo, molto dipenderà dalle sorti dell’esecutivo, dal futuro prossimo di Giuseppe Conte e di tutto quanto si muove in questi giorni e in queste ore. Idem dicasi per Lepri che potrebbe entrare prepotentemente in corsa qualora le sue ambizioni di governo (vorrebbe fare il sottosegretario al Welfare) venissero mortificate.

I venti di crisi che spirano su Palazzo Chigi non fanno altro che soffiare sulle vele dei parlamentari torinesi unendoli nella rotta verso il terzo nome e di una scelta interna, per una ragione tanto pratica quanto evidente. Che siano vicine o meno, le prossime elezioni spediranno a Roma una pattuglia assai assottigliata di onorevoli e senatori e un posto che si dovesse liberare rappresenta per alcuni l’ultima residua speranza di mantenere lo scranno. Persino al di là della militanza correntizia. Questo è il ragionamento che sta facendo, ad esempio, Davide Gariglio, che pur appartenendo a “Base riformista” come Mauro Laus e Francesca Bonomo, componente schierata a sostegno di Lo Russo, sente franare il terreno sotto i piedi e, con truppe sempre più esigue al suo seguito, punta tutte le sue carte su un’intesa tra i maggiorenti e il vertice nazionale. Stesso schema nelle altre componenti. Lepri, luogotenente di Graziano Delrio, è in forte ascesa e non ha alcuna intenzione di contribuire a far crescere qualcuno che possa fargli ombra: per questa ragione è disposto a dare il suo via libera a Salizzoni, che considera politicamente innocuo, o al collega Giorgis, di sinistra ma poco attrezzato e ancor meno incline a giocare partite sugli assetti di potere. Un quadro che non potrebbe vedere contraria neppure Anna Rossomando, vicepresidente del Senato e grande regista dietro le quinte delle trame zingarettiane su Salizzoni. In questa geografia piddina, appare chiaro come la possibilità di liberare un posto, è una prospettiva più che allettante, sempre guardando alla riduzione del numero dei parlamentari, anche all’interno delle singole componenti. Chiunque si toglierebbe di mezzo un concorrente.

Il pressing parte già da oggi. Nessuno crede davvero che le primarie online saranno il sistema da cui uscirà il candidato sindaco. Si vedrà domani quando è in agenda il faccia a faccia tra la segreteria di Mimmo Carretta e i vertici nazionali, ma la mossa del Nazareno pare piuttosto un escamotage per allungare i tempi e assumere lo scettro della decisione che non una reale (e ancor meno disinteressata) opportunità offerta al partito locale. Con la sola eccezione di Laus che tiene il punto su Lo Russo, tutti sono schierati verso la terza via. Il borsino sembra salire a favore di Giorgis, tant’è che lo stesso Chiamparino in questo week end, conversando della situazione, avrebbe incominciato a ragionare in vista di questa eventualità. Un segnale nient’affatto trascurabile quello che arriva interpretando i ragionamenti dell’ex governatore schieratosi a favore di Lo Russo. Ma, come la storia insegna, pronto a rivedere valutazioni e padrinaggi nel caso la situazione lo richieda o la convenienza lo suggerisca.   

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