RIPRESA & RESILIENZA

Un Recovery con i piedi per terra

Il Pd sollecita il governatore Cirio a mettere da parte il suo libro dei sogni. Borghi: "Lavoriamo insieme per ridare al Piemonte una posizione nazionale". Progetti mirati per spendere al meglio le risorse che arriveranno dall'Europa

“La giunta regionale deve subito archiviare il libro illusorio dei sogni che ha fatto, con un inutile elenco di opere prive di programmazione e con noi deve concentrarsi sul merito delle politiche e delle scelte per il Piemonte”. È l’appello che il Pd, con il suo deputato Enrico Borghi, lancia al governo del Piemonte sul Recovery Plan, rammentando ad Alberto Cirio e alla maggioranza che lo sostiene come “le classifiche ci attestano in una dimensione non propria per il nostro territorio e in un confronto impietoso con altre regioni, non solo del nord il Piemonte arranca”.

Il tempo e poco e le scelte devono essere precise e sensate, la tesi in sostanza del Pd. Per questo, spiega il parlamentare che ha sostenuto questa tesi nel corso di un dibattito del partito a livello regionale, “Cirio e la sua giunta abbandonino la somma di progetti alla rinfusa, alla ricerca di facile consenso”, perché “solo con un pensiero e una visione di futuro, il Piemonte recupera la dimensione nazionale”.

Borghi aggancia il tema del Recovery a quello delle elezioni comunali di ottobre: “In questa cornice al centro dell’Unione Europea si giocano le elezioni a Torino, grande capitale europea. Le questioni del Next Generation Eu hanno bisogno di un capoluogo forte, con una guida sicura e che unisca la città alla regione, abbandonando la dimensione pauperistica di chi l’ha governata negli ultimi cinque anni e la dimensione autarchica propria della destra di governo”. Un’ulteriore stoccata, quella del parlamentare di Base Riformista, la componente che comprende i renziani rimasti dopo la scissione che ha dato corpo a Italia Viva, rivolta a chi nel Pd ancora auspica alleanze, magari al secondo turno, con i Cinquestelle.

“Con Stellantis – spiega – siamo proiettati in dimensione globale e dobbiamo avere nostra precisa soggettività. Dobbiamo pensare però a dinamiche di sistema, se vogliamo tutelare e rilanciare l’occupazione nel settore e dagli un futuro nella transizione verde ed elettrica”. E tornando al libro dei sogni in cui è finito tutto, alimentando speranze che andranno deluse, Borghi osserva come sia stato “comico apprendere proprio da qualche assessore regionale che quell’elenco della spesa non era conforme al perimetro costruito a livello nazionale per il Pnrr. Vuol dire che dalla Regione manco hanno saputo parlare con il Governo”, chiosa intingendo la penna nel curaro e facendo esempi concreti: “Sui trasporti la mobilità su ferro è centrale al piano, mentre la giunta pensa a realizzare a ponti tibetani e metrò alpini attraverso le montagne”.

Non un libro dei sogni, ma “un’agenda di Piemonte come grande attrattore delle politiche nazionali e internazionali. Servono luoghi di progettazione di qualità e stazioni appaltanti che assicurino progettazione, attuazione, rendicontazione delle opere in modo efficace. Occorre una politica organica sugli enti locali in particolare in una Regione che ha 1.200 Comuni. E se i Comuni vogliono avere protagonismo sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sui fondi europei - sostiene il deputato a lungo sindaco di Vogogna, in Osssola – devono lavorare insieme”. E per farlo ancora meglio, i dem pongono il tema della riforma degli enti locali, “facendo recuperare alla Regione il suo ruolo di pianificazione”. Nel frattempo, è l’appello a Cirio, “si abbandoni il libro dei sogni e si lavori per investire bene le risorse economiche che arriveranno”.

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