PALAZZO LASCARIS

L'azzardo della Lega frena Statuto e Piano Sanitario 

Legge sul gioco: il braccio di ferro bloccherà i lavori per settimane. Slitta l'allargamento agli assessori esterni. Tempi più lunghi anche per l'Azienda Zero e per la nuova organizzazione della sanità. Nervosismo nella maggioranza per il boomerang del Carroccio

Incaponirsi, come ha fatto e sta facendo la Lega, sulla necessità di una nuova legge sul gioco d’azzardo provocando l’ostruzionismo delle minoranze sostenute da un vario e ampio fronte esterno, rischia di trasformare la lancia in resta a difesa delle slot in un boomerang pronto a colpire altre riforme considerate non meno rilevanti e urgenti dalla maggioranza di centrodestra.

Il quasi milione di emendamenti presentato dalle opposizioni impegnerà gli uffici di Palazzo Lascaris per settimane. L’aula di via Alfieri il cui presidente, il leghista Stefano Allasia, è stato costretto ieri a sospendere la seduta per la protesta, con tanto di cartelli, messa in scena dalle opposizioni, sarà monopolizzata per settimane, mesi dal testo che dopo averlo visto naufragare come proposta di legge, la Lega lo ha riproposto con assai poche modifiche nella veste di disegno di legge della giunta, auspicando vanamente un percorso più agile e rapido. Senza, forse, considerare che, in questo modo, altre strade per ulteriori provvedimenti legislativi rischiano di rimanere bloccate nessuno sa per quanto.

Ancora pochi giorni fa l’assessore Luigi Icardi ha ribadito la necessità e l’obiettivo di dare al Piemonte un nuovo piano sociosanitario, entro sette otto mesi al massimo. Un impianto normativo per la rete ospedaliera e per quella medicina territoriale di cui la pandemia ha messo drammaticamente in evidenza carenze e inadeguatezze. La necessità di rivedere il piano è condivisa, anzi sollecitata, anche dall’opposizione pronta a una collaborazione per superare la criticata pratica di provvedimenti isolati, sia pure in parte giustificati dall’emergenza. Con la prospettiva di un’aula ingessata dal braccio di ferro tra maggioranza e minoranza sulla legge sul gioco d’azzardo, sarà possibile rispettare il calendario annunciato da Icardi? A far propendere per una risposta negativa c’è un altro elemento, posto in evidenza ancora dall’assessore alla Sanità come prodromico all’avvio dell’iter per il piano sociosanitaro. Questo dovrebbe avere inizio, sempre secondo Icardi, non prima dell’istituzione dell’Azienda Zero, che ha appena ottenuto il parere favorevole della IV Commissione presieduta da Alessandro Stecco e ora attende, dopo un passaggio nella Commissione Bilancio per l’esame della norma finanziaria, l’approdo nell’emiciclo. Nell’agenda dell’assessore il battesimo della super Asl è (o forse è meglio dire era) fissato prima delle vacanze estive.

Uno slittamento è difficile da escludere di fronte alla monopolizzazione dei lavori (e degli uffici) per la nuova norma sul gioco d’azzardo, anche se è più corretto definire sulla ludopatia, seppure l’impronta data dalla Lega cha finito per spostare l’attenzione dall’aspetto sanitario a quello economico del futuro testo. E forse non è un caso che proprio il titolare della Sanità non appaia tra chi, nel suo partito, si sbraccia e dichiara senza requie a favore della nuova legge.

Ma non c’è solo il rischio di rallentare il percorso verso il nuovo piano sociosanitario. Il giro di boa di metà legislatura è ormai vicino e per quel momento, tipicamente di verifica, il presidente Alberto Cirio, così come il segretario della Lega Riccardo Molinari non nascondono da tempo l’intenzione di arrivarci con in tasca la modifica dello Statuto nella parte relativa al numero degli assessori esterni. Un nodo, quello del limite alla presenza nell’esecutivo di non eletti (ora fissato a tre), che è più volte venuto al pettine in questi due anni senza, però, che ancora sia incominciato il processo per scioglierlo, lasciando scarsi spazi di manovra per rimpasti e ingressi di nuove leve.

La modifica dello Statuto, al pari e forse più del vessillo dell’autonomia rafforzata (per il momento accantonata e non certo nell’agenda del Governo Draghi), è un obiettivo cui il governatore e il plenipotenziario leghista in Piemonte non intendono rinunciare, ma potrebbero dover rinviare se il Consiglio (chiamato a una doppia lettura della nuova norma) sarà impantanato nello scontro e dalle reciproche strategie per far passare o bloccare la legge sul gioco. Il recentissimo cambio di casacca del consigliere Carlo Riva Vercellotti da Forza Italia a FdI e altri non escludibili passaggi da un partito all’altro nel centrodestra finiranno con l’accrescere le richieste di alcuni cambiamenti in giunta e, quindi, aumentando la necessità di cambiare le regole sugli assessori esterni.

Questo passaggio, così come quello che riguarda la sanità, insieme ad altri provvedimenti, rischia seriamente di rallentare rispetto alla road map, stravolta dalla piega (peraltro ampiamente prevedibile) che ha preso il percorso della futura legge. Attribuire la responsabilità dei ritardi all’ostruzionismo della minoranza non sarà impresa difficile. Ma non eviterà alla maggioranza di dover rivedere la sua agenda. Sfogliando un bel po’ di pagine.

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