RETROSCENA

Regione, legge "ad personam" per far fuori Icardi

La Lega presenta la modifica dello Statuto per raddoppiare il numero degli assessori esterni. E al titolare della Sanità iniziano a bruciare le chiappe. Ipotesi Ravanelli per un super assessorato alle Attività produttive. I piani di Cirio

Tu quoque…, pareva sentirlo borbottare lungo i corridoi di Palazzo Lascaris. Proprio il partito e quel capogruppo che finora l’avevano difeso adesso hanno vergato la legge che lui stesso, l’assessore Luigi Icardi, ha definito “ad personam”, o meglio “contra personam”. La penna con cui il leghista Michele Mosca ha scritto la norma che regola l’estensione del numero di assessori esterni della giunta da tre a sei s’insinua come un fendente sul già periclitante titolare della Sanità regionale, e il colpo di grazia sembrano volerglielo assestare gli altri firmatari: il presidente del parlamentino piemontese Stefano Allasia, il consigliere segretario Gianluca Gavazza e il numero uno del gruppo salviniano Alberto Preioni. Tutti e tre leghisti, i più alti in grado del partito nell’aula regionale.

Da tempo si parlava di questa norma che modifica lo statuto consentendo al governatore di nominare fino a sei assessori non eletti e introduce anche a livello regionale la figura dei sottosegretari. Certo il tempismo a Icardi è risultato un po’ sospetto: approda in aula proprio adesso che l’inquilino di corso Regina Margherita è nell’occhio del ciclone per la partecipazione a quel convegno organizzato dalla senatrice Roberta Ferrero che strizzava l’occhio ai No Vax, mentre dal ministero è arrivata anche la tegola del declassamento della Regione nella classifica dei Lea. Lui ormai si sente accerchiato. Non solo dalle opposizioni che se lo incalzano fanno il loro mestiere, ma soprattutto dai suoi. Siamo alla congiura.

Ieri, a margine della Commissione Sanità in cui ha provato a parare il colpo sui Lea, lo hanno sentito sfogarsi in un capannello con altri consiglieri regionali tra cui Andrea Cane. Sente la fiducia di Preioni venire meno: pesano i ritardi sul nuovo ospedale del Vco e il pasticcio sul punto nascite di Domodossola ha creato uno scompiglio tale da pregiudicare le imminenti elezioni. Pure nel resto del gruppo sono sempre di più quelli che lo guardano di sguincio: troppo solitario e altezzoso nei rapporti con i consiglieri. Sa bene Icardi che la modifica dello statuto regionale sarà il viatico per un rimpasto e questa volta Alberto Cirio potrebbe non farsi sfuggire l’occasione di farlo fuori.

Il governatore, in fondo, non ha mai nascosto l’intenzione di effettuare un tagliando di metà mandato che attrezzi la sua squadra alla cosiddetta fase due, quella in cui si esce dall’emergenza Covid e ci si dedica alla ricostruzione, sfruttando al meglio le ingenti risorse che pioveranno sul Piemonte da Bruxelles attraverso il Pnrr. E se Cirio potrà finalmente mettere mano alla sua squadra c’è da scommetterci che una delle prime teste a rotolare giù potrebbe essere proprio quella di Icardi, il cui assessorato è secondo una macabra coincidenza a due passi dal Rondò della Forca. I rapporti tra i due si sono irrimediabilmente incrinati già un anno fa, al tempo dell’ormai celebre viaggio di nozze mentre in Piemonte scoppiava la seconda ondata di Covid.

Ieri Icardi ha fatto di tutto per ribaltare la responsabilità del declassamento sui Lea alla passata amministrazione: “La causa della penalità – ha affermato in Commissione – è da attribuirsi per la stragrande parte (29 punti su 30) a criticità già rilevate negli anni di competenza della precedente amministrazione e che non potevano certo essere risolte in appena cinque mesi di attività” di chi è arrivato a giugno 2019”. Poi ha assicurato di aver superato “tutte le pregresse criticità attribuite al Piemonte”. Un tentativo per allentare la pressione, ma questa volta si è ritrovato solo. Nessuno è corso in soccorso.

Ironia della sorte, la legge passerà dalla Commissione Autonomia presieduta da Riccardo Lanzo, che ha tra le varie competenze anche quella degli Affari istituzionali. E Lanzo fa parte di quell’area della Lega che da tempo è su posizioni critiche nei confronti di Icardi, al punto che c’è stato addirittura chi ha immaginato potesse essere proprio il giovane avvocato novarese il suo successore. Il suo nome resta in campo, anche se rumor provenienti dall’entourage del segretario Riccardo Molinari , suggeriscono di tenere d’occhio la deputata tortonese Rossana Boldi, medico odontoiatra. Ma c'è un'ipotesi ancora più suggestiva nel complesso risiko della nuova giunta e prevede che la Lega possa anche rinunciare alla Sanità per un super assessorato alle Attività produttive con delega all’applicazione del Pnrr per il quale circola il nome di un altro novarese, l’ex presidente della Confindustria regionale Fabio Ravanelli, oggi a capo della Camera di Commercio dell’alto Piemonte. A lasciargli posto potrebbe essere Andrea Tronzano per il quale potrebbe esserci in serbo una poltrona  da assessore in una ipotetica giunta di centrodestra a Torino, ovviamente qualora Paolo Damilano diventasse sindaco. Il ruolo di numero due, infatti, nella spartingaia tra i partiti, è già stato assegnato a Forza Italia e Tronzano, suggeriscono dal centrodestra, è l'unico tra gli azzurri ad avere esperienza amministrativa.

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