LOTTA AL COVID

Crescono i ricoveri tra i bambini.
Fagioli: "Indispensabile il vaccino"

Estubato oggi il bimbo di un mese finito in terapia intensiva a dicembre. L'appello del primario dell'ospedale pediatrico Regina Margherita per immunizzare dal Covid anche i più piccoli. Potenziati gli interventi di neuropsichiatria per fronteggiare disagi mentali

Migliorano le condizioni dei tre bambini ricoverati in terapia intensiva all’Ospedale Regina Margherita di Torino colpiti dal Covid. Si tratta del bimbo di un mese e mezzo, giunto in ospedale a fine dicembre e che ieri è stato estubato, e di due ragazzini di 11 e 12 anni. Sono invece 13 i piccoli che hanno contratto il virus  ricoverati al 7° piano del nosocomio torinese nel reparto interamente a loro dedicato. Sono la punta dell’iceberg di un’epidemia che, rispetto alle prime ondate, non risparmia i più giovani. Basti pensare che un contagio su quattro colpisce bambini e ragazzi con meno di 18 anni e tra questi circa il 20 per cento sviluppa sintomi da “long Covid”, che vanno dalla spossatezza a qualche linea di febbre, capaci di protrarsi anche per molti giorni.  

“Anche per questo è importante somministrare il vaccino ai più piccoli, sia per prevenire le problematiche fisiche, sia per scongiurare l’impatto psicologico e sociale che il virus può causare” è l’appello lanciato dalla professoressa Franca Fagioli, direttrice del dipartimento Patologia e cura del bambino del Regina Margherita. Dal 16 dicembre, in Piemonte, è disponibile anche la vaccinazione per i bambini tra i 5 e gli 11 anni, fortemente consigliata dalle autorità sanitarie. L’attivazione del sistema immunitario conseguente all’infezione da Covid è alla base anche della Mis-C, malattia infiammatoria multisistemica che ha provocato circa 40 ricoveri solo all’ospedale pediatrico torinese.  

Ma non ci sono solo le conseguenze dirette del Covid a compromettere la salute dei più giovani. L’impatto psicologico derivato dalla chiusura della scuola e dalla senso di precarietà dovuto all’invasività della malattia anche nel contesto sociale è stato altissimo. “Al Regina Margherita abbiamo l’unico reparto di neuropsichiatria con degenza in tutto il Piemonte e da due anni a questa parte i 18 posti a disposizione sono sempre tutti occupati” spiega allo Spiffero la professoressa Fagioli che recentemente ha attivato una seconda area dedicata ai disturbi psicologici, prevalentemente alimentari, nel reparto di chirurgia a massima intensità. Ma c’è un collegamento diretto tra il crescente disagio e stati d’ansia dei più giovani con il Covid? Fagioli non ha dubbi: “Assolutamente sì. A questi ragazzi abbiamo tolto per mesi la scuola, ambiente per antonomasia di socializzazione. Chi vive con disagio situazioni di isolamento ha iniziato a stare sempre peggio, molte famiglie non avevano gli strumenti per garantire a tutti i figli la didattica a distanza, in altre la convivenza forzata ha portato a situazioni di estremo disagio”. Si va dai disturbi del sonno e dell’umore agli attacchi fino ad arrivare negli adolescenti ai disturbi alimentari (in particolare anoressia) e comportamenti anticonservativi.

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