CAMPANILE SERA

Corradino: "Mi ricandido a Biella", ma pesa il veto di Fratelli d'Italia

Il sindaco leghista che s'inginocchiò davanti a Salvini, ostenta (troppa) sicurezza. Su di lui pendono ancora questioni giudiziarie e i possibili effetti della Severino. Sarà un esponente del partito della Meloni a soffiargli il posto? Probabile

“Sarò io il candidato sindaco nel 2024”. Le certezze non sembrano far difetto all’attuale primo cittadino di BiellaClaudio Corradino. Non pare sfiorarlo neppure il minimo dubbio sul fatto che il centrodestra, soprattutto Fratelli d’Italia, sia pronto a rimettere la fiche su di lui, l’esponente della Lega noto (anche) per la lcelebre genuflessione al cospetto di Matteo Salvini.

Basterà quell’imbarazzante gesto di sottomissione per assicurare all’attuale sindaco la corsa verso un secondo mandato? Lui dice: “Voglio risolvere i tanti problemi della città e un solo mandato non è sufficiente”. E cercando di spazzare via le vicende giudiziarie ancora aperte che lo riguardano e che, in caso di condanna potrebbero farlo decadere, mette le mani avanti: "Ho dimostrato la mia innocenza. Ho fiducia nella magistratura”, per poi inevitabilmente ammettere che, “certo, in caso di condanna scatterebbe !a sospensione per via della legge Severino”.

La questione del presunto utilizzo per uso privato dell’auto pubblica e altre questioni ancora nei faldoni della Procura sono, certamente, una sorta di spada di Damocle per il primo cittadino che ha disseminato il suo primo mandato di passi falsi e non poche gaffe. “Sono stato un cretino, lo ammetto e chiudo scusa alla senatrice Liliana Segre”. Parole che il primo cittadino di Biella pronunciò dopo aver negato alla sopravvissuta all’Olocausto la cittadinanza onoraria. “Nessuna cittadinanza onoraria per la Segre, perché non ha fatto nulla per Biella e per il Biellese”, aveva tuonato pochi giorni prima dallo scranno in consigli comunale, provocando reazioni indignate in tutto il Paese. Come spesso gli è accaduto nel tentativo di mettere rimedio allo sbrego, aveva allargato ancor di più lo strappo: “La proposta mi pare strumentale e quindi non la condivido”, aveva cercato di spiegare il dinieego al riconoscimento alla Segre, imbarcandosi in una metafora ciclistica: “Faccio un esempio, sono un appassionato ciclista che amava Coppi… Il riconoscimento di “Giusto” al rivale storico Bartali mi ha sempre commosso… Voglio dire: la politica nazionale non andrebbe utilizzata per questioni locali”. Un bel tacer non fu mai scritto, ma per Corradino le sue parole dal sen sfuggite sono ormai scolpite sulla pietra. Insomma se la Lega dovesse cercare un candidato complicato su cui misurarsi non avrebbe che da guardare proprio alla capitale del tessile, dove c’è uno dei loro abilissimo negli squarci.

Tant’è che nel centrodestra piemontese da tempo si vocifera di un passaggio di testimone indicando tra i possibili successori al sindaco gaffeur, Luca Zani o Marzio Olivero, entrambi esponenti di spicco di Fratelli d’Italia nel Biellese. E proprio dal partito della premier Giorgia Meloni sarebbe pronto un veto alla ricandidatura di Corradino, non meno deciso rispetto ai suoi annunciati propositi. Il plenipotenziario in terra biellese della forza politica egemone del centrodestra, Andrea Delmastro, avrebbe sfoderato uno dei suoi sorrisi luciferini di fronte all’annuncio del sindaco che, rialzatosi dalla genuflessione al cospetto del suo capo, sembra ormai destinato a sedersi in panchina.

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