FIANCO DESTR

Fratelli (d'Italia), avanti marsch. Crosetto mette in riga i suoi

Il ministro della Difesa alle grandi manovre. Stoppato (per il momento) il tentativo di defenestrare da coordinatore Comba. Nastri non sarà candidato alle europee dove invece si spiana la strada per Invernizzi. Happening domenicale per raccontare "L'Italia vincente"

Dicono che fosse tra i ministri più richiesti, ma alla fine Guido Crosetto ha scelto il suo Piemonte per tracciare il bilancio di questo primo anno di governo. “L’Italia vincente. Un anno di risultati” è il titolo dell’iniziativa che Fratelli d’Italia organizza in tutte le regioni quasi a voler dissimulare il logorio del potere, tra crisi finanziaria, caro carburanti e ondate migratorie. L’appuntamento è all’hotel Principi di Piemonte a Torino, alle 11 di domenica. Giorgia Meloni sarà in collegamento da Roma, Lucio Malan – capogruppo di FdI al Senato – sarà invece accanto al ministro della Difesa; presenti gli altri deputati e senatori piemontesi. L’obiettivo è serrare le fila in vista di una finanziaria tutt’altro che semplice e soprattutto delle prossime elezioni regionali ed europee, test chiave per il futuro dell’esecutivo.

“Serve un segnale di compattezza” è il messaggio arrivato dall’entourage della premier, dove si assiste con crescente preoccupazione ai segnali di fermento provenienti del gruppo dirigente piemontese dove gli arrembanti vice coordinatori Paolo Bongioanni e Federico Riboldi sembrano insidiare la diafana leadership di Fabrizio Comba. Una guerra per bande più che di correnti che va oltre la storica dicotomia tra i conservatori “crosettiani” e gli identitari che tengono viva la sacra fiamma missina. Per placare le voci di un avvicendamento tra l’attuale coordinatore e lo stesso Riboldi è sceso in campo nei giorni scorsi proprio Crosetto, il quale ha fatto sapere che “fino alle regionali Comba non si tocca”. Motivo in più per presidiare l’happening di domenica, preceduto sabato da una iniziativa dello stato maggiore locale. Nonostante qualche mugugno, dunque, il Gigante di Marene dovrebbe essere in grado di “blindare” il “suo” segretario fino alle urne e preservarlo dalle incursioni dei capataz aennini e non solo. Certo ne conosce benissimo tutti i limiti, ma ancor più è consapevole dei rischi che comporterebbe la sua defenestrazione.

Anche Bongioanni, capogruppo a Palazzo Lascaris, dovrà mantenere un atteggiamento prudente soprattutto viste le grane giudiziarie del suo principale punto di riferimento nazionale, la ministra cuneese Daniela Santanchè, la più ammaccata dei meloniani e da settimane in bilico. Intanto a Torino restano tesi i rapporti tra l’area di Maurizio Marrone e Augusta Montaruli e la componente che ruota attorno allo storico federale Agostino Ghiglia, oggi commissario della privacy ma ancora molto influente, che alle prossime regionali punterà sull’ex assessore Roberto Ravello.

Qualche novità anche sul fronte europee. Pare sfumata la candidatura del novarese Gaetano Nastri che così avrebbe lasciato libero il suo seggio e consentito a Crosetto di candidarsi alle successive suppletive per ottenere uno scranno a Palazzo Madama e relative indennità (economica e guarentigia parlamentare di fronte a sempre in agguato grane giudiziarie). Al suo posto il ministro sosterrà Federica Barbero in Invernizzi, consorte di uno dei tre fratelli a capo di Inalpi, azienda del settore caseario. Resta da vedere se l’area post aennina sarà in grado di schierare un nome alternativo o se semplicemente sosterrà un “camerata” lombardo, tipo Carlo Fidanza la cui immagine non  pare essere stata scalfita dal recente patteggiamento per corruzione.

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