VERSO IL VOTO

In Piemonte l'intesa è Chiara

Prove generali di campo largo chez Grimaldi. Gribaudo e Appendino faccia a faccia al festival di Sinistra italiana. "Ne parliamo da questa estate", confessa il deputato. Affondo contro Lo Russo, finito nel palinsesto di "TeleCirio", per azzoppare Valle

Negli ultimi dieci anni non si sono mai persi di vista. Uno gioca sull’ala estrema del centrosinistra, l’altra è una delle punte più avanzate del Movimento 5 Stelle. Ruoli che in più di una partita sono stati spesso intercabiabili, quasi fossero della stessa squadra. Marco Grimaldi e Chiara Appendino tornano fianco a fianco in vista delle elezioni regionali del Piemonte. Un rapporto di reciproca simpatia (e legittimazione) nato negli anni in cui sedevano insieme in Sala Rossa, lui sempre più irrequieto per le misure draconiane imposte da Piero Fassino (e per quell’assessorato che il sindaco mai gli concesse), lei dai banchi dell’opposizione che si trasformava, una picconata dopo l’altra, nella Giovanna d’Arco di Palazzo Civico. Poi le elezioni del 2016 in cui Grimaldi negò l’appoggio all’ultimo segretario della Quercia favorendo la discesa in campo di Giorgio Airaudo che spaccò la sinistra torinese e impose a Fassino il ballottaggio.

Appendino divenne sindaca e il ruolo di Grimaldi venne riconosciuto con l’ingresso nella nuova giunta di assessori a lui prossimi. Passano cinque anni e i due si ritrovano fianco a fianco nel tentativo di disarcionare Stefano Lo Russo alle ultime amministrative di Torino: “In questo momento c’è bisogno di una persona capace di fare sintesi all’interno della coalizione e di ampliare il consenso anche aprendo al dialogo con l’elettorato del M5s” furono le parole con cui nel 2020 Grimaldi spiegò, a suo giudizio, l’inadeguatezza di Lo Russo, le stesse che oggi sembrano buone anche per Daniele Valle. Nel mirino di entrambi, di Marco e Chiara, c'è il Pd torinese a cui Grimaldi ha rubato la scena, portandosi a casa quel faccia a faccia prima annunciato e poi misteriosamente sfumato alla Festa dell'Unità. L’unico dibattito che avrebbe avuto una reale valenza politica in vista delle regionali: quello tra Appendino e Chiara Gribaudo sul salario minimo, anticamera di un possibile accordo in vista delle regionali. Si svolgerà il prossimo venerdì 20 ottobre al Bunker di Torino e sarà il momento più atteso della tre giorni di Proxima, la festa della sua Sinistra che è di lotta, ma punta chiaramente al Governo, almeno quello del Piemonte.

Grimaldi, che lo scorso ottobre ha lasciato il parlamentino piemontese per lo scranno di Montecitorio, in Transatlantico si è mosso come una trottola. Con Appendino e Gribaudo “ci eravamo già dati appuntamento alle feste di quest’estate, dando una disponibilità a discutere partendo dal salario minimo legale, la vera svolta di quest’anno di opposizione”. Una semina in quel campo largo dove Pd e M5s locali si muovono con i piedi di piombo, tra silenzi imbarazzati di chi non è stato interpellato, non sa cosa dire ma sopratutto ha capito che le sue parole sono inutili. Ubi maior minor cessat, massima da tradurre in “decide Roma”. Vale per i 5 Stelle e dopo l’ultima direzione nazionale anche per il Pd: e così Mimmo Rossi si dedica alle conferenze programmatiche e Sarah Disabato riunisce i gruppi territoriali premettendo che non si parla di regionali (!).

“È importante la disponibilità di tutti, ma dobbiamo evitare che qualsiasi accelerata del centrosinistra porti a dare delle sbagliate percezioni agli altri” dice Grimaldi bacchettando Valle per le sue richieste di fare in fretta. Poi si fa interrompere dal suo segretario provinciale Roberto Bacchin che spezza “una lancia in favore di Rossi che fino ad ora si è comportato in maniera egregia e credo stia cercando di lavorare nel modo migliore per allargare il campo. Noi sosteniamo questa impostazione”. L’unico affondo diretto Grimaldi lo riserva a Lo Russo (guarda un po’), per quella concordia istituzionale che ai suoi occhi ha i tratti di inciucio politico con Alberto Cirio: “Noi invitiamo il nostro sindaco non a spegnere TeleCirio ma almeno a non stare nello stesso palinsesto, e credo che il nostro sindaco condividerà con noi queste parole”. Poi Grimaldi apre anche a Carlo Calenda. Se il salario minimo è stato “la svolta delle opposizioni”, allora anche Azione dovrebbe essere della partita piemontese.

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