BERLUSCONES

Forza Italia balla con Lupi (e cede un posto nel listino)

In Piemonte i primi effetti dell'intesa tra Tajani e la formazione centrista dell'ex ministro. I congressi di un partito ridotto all'osso che ormai lotta per la sopravvivenza. Alle regionali duello tra gli uscenti Tronzano e Ruzzola. L'incognita Porchietto

Gli azzurri vanno a congresso. Ma la vera novità per Forza Italia, ancora con lo sguardo un po’ all’indietro verso l’eredità politica di Silvio Berlusconi e inevitabilmente un po’ al futuro incerto, sembra destinata ad arrivare da chi nel partito c’è stato, ma da tempo non c’è più. L’intergruppo tenuto a battesimo pochi giorni fa in Regione Lazio da Antonio Tajani e Maurizio Lupi, unendo sia pure nelle rispettive autonomie i consiglieri forzisti con quelli di Noi Moderati, si presenta come altro e più rispetto a un’operazione di rafforzamento del centrodestra nella Regione da poco riconquistata alla sinistra. 

Se il segretario del partito dove non c’è posto per un presidente che non sia il fondatore ha deciso di fare quest’operazione proprio nel suo feudo elettorale e se l’altro contraente il patto, che ben conosce Forza Italia per avervi passato buona parte della sua carriera politica, apre a più che possibili repliche in altre regioni. Ecco che la novità dei prossimi mesi, soprattutto laddove come in Piemonte si voterà per il rinnovo dei governatori, sta più in questa operazione con tutte le sue conseguenze, che non nei congressi.

Nell’agenda sono segnate le date che vanno dal 19 gennaio quando si celebreranno le assise ad Asti fino al 27 con la conclusione a Novara, passando per il 20 di Torino e a scorrere le altre province, ma il taccuino politico registra altri passaggi non ancora temporalmente definiti anche se dati pressoché per scontati. E così, senza arrivare alla crudele immagine che nella Prima Repubblica si riservava a qualche piccolo partito descrivendo i suoi congressi comodamente ospitati in una cabina telefonica, l’attesa è pari o prossima allo zero. Diverso, appunto, lo scenario che s’appresta a prendere corpo sul modello e sull’onda del patto romano tra Lupi e Tajani. Qui sì che le incognite non mancano, come le conseguenti fibrillazioni. 

Questo perché la prospettiva che sta andando concretizzandosi piuttosto speditamente ha in sé la variabile, per nulla secondaria, del voto regionale. Se Lupi e i suoi spiegano che la loro intenzione è quella di presentarsi con liste proprie nella coalizione del centrodestra, l’esito all’atto della presentazione delle formazioni potrebbe invece essere diverso, arrivando a stringere un accordo ancora più solido con Forza Italia, tanto da approdare a una lista comune. Ma non è soltanto l’ingresso di alcuni candidati di Noi Moderati nella proposta elettorale azzurra a far drizzare le antenne in un’ampia fetta di un partito proteso verso la sua sopravvivenza. 

È il listino del presidente a catalizzare attenzioni e preoccupazioni che virano verso tinte assai meno serene rispetto all’azzurro. Dei due posti, a oggi, destinati a Forza Italia uno andrebbe alla formazione lupesca e sarebbe già prenotato, come peraltro anticipato pochi giorni fa dallo Spiffero, all’ex senatore di Tortona Massimo Berutti, pronto a tornare a Palazzo Lascaris dove sedette fino al 2018 quando venne eletto in Parlamento. E dato che l’altro posto nella decina del maggioritario è blindatissimo per l’astigiano Marco Gabusi, assessore ai Trasporti e uomo più vicino a Cirio di ogni altro in giunta, agli altri forzisti non resterà nulla.

Il guaio è che quel secondo posto, oltre a quello intoccabile per Gabusi, pare venga prospettato dal coordinatore regionale Paolo Zangrillo e dal suo fido scudiere Roberto Rosso a più d’uno, di due e pure di tre. Tra coloro che, nei piani della coppia di vertice azzurro piemontese, sarebbero potenziali destinatari del posto con cui si finisce in Consiglio regionale senza dover neppure mendicare una preferenza, figurerebbe l’alessandrino Davide Buzzi Langhi, attuale capogruppo a Palazzo Rosso e Annalisa Beccaria, ex assessore e attuale presidente del consiglio comunale di Borgomanero. Oltre ai due, anche altri si sarebbero visti prospettare l’allettante idea del posto nel listino blindato. Solo che quel posto, salvo improbabili sorprese, lo occuperà Berutti. 

Agli altri non resta, prima di piangere, almeno di provare ad essere eletti a suon di preferenze. Innanzitutto gli uscenti. L’assessore al Bilancio Andrea Tronzano, in campagna elettorale permanente pare debba fare i conti con il non proprio convinto sostegno di Zangrillo& Rosso, mentre il capogruppo Paolo Ruzzola, orfano della coppia politica di Giaveno ovvero Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino migrati nella calendiana Azione, dovrà sudare le sette camicie nel non poter contare su quel pesante supporto territoriale. L’unica figura femminile nei banchi forzisti Alessandra Biletta pare destinata a tornare nel cono d’ombra dal quale molti, peraltro, non si sono mai accorti sia uscita.

Resta, poi, sempre aleggiante l’incognita Claudia Porchietto. L’ex parlamentare ribadisce la sua intenzione di non candidarsi e non ci sono elementi che pongano in dubbio questa sua determinazione. Ciò, tuttavia, non equivale a vederla del tutto fuori dalla politica e, magari, dalla stessa futura giunta in cui potrebbe entrare come esterna. A ricordare la necessità di valorizzare esperienza e capacità dell’ex deputata è, nientemeno, che lo stesso Tajani. Unito al fatto che ormai sono da tempo archiviate le ruggini tra lei e Cirio, l’endorsement del segretario resta un segnale di peso. Anche questo solido motivo di fibrillazione in un partito dove, apprestandosi a ballare con Lupi, lo spettro della danza con la scopa agita i sonni di molti.