ECONOMIA DOMESTICA

Auto in panne, crollano gli ordini

Altro che variazioni dello zero virgola: l’automotive piemontese vede calare di un terzo gli ordinativi nell’ultimo trimestre del 2023. Tiene la componentistica. Produzione industriale: Piemonte meglio della media nazionale. L'indagine di Unioncamere

L’automotive si conferma il tallone d’Achille dell’industria piemontese in questo primo scampolo di 2024. Per una volta non si tratta né del passato né del presente: nuovi problemi sono in arrivo. Negli ultimi tre mesi del 2023 gli ordini del settore automotive sono scesi del 32% a livello regionale, un dato che ha fatto sprofondare le commesse dell’intero settore dei mezzi di trasporto al -10,6%. E così, anche se il settore nel suo complesso tiene e anzi vanta un fatturato ancora in larga crescita a fine 2023 (+15,7 nell’ultimo trimestre), ci si prepara alla caduta.

Perché gli ordinativi rappresentano il futuro, come spiegano i tecnici di Unioncamere nel presentare l’ultima analisi sull’anno appena chiuso. E il dato piemontese trova un raffronto anche a livello italiano, dove pesa sull’industria un calo complessivo del 3,7% degli ordinativi esteri, del quale la contrazione del pil tedesco già avvenuta nel 2023 sembra essere tra i principali artifici.

In compenso, sia in Italia che in Piemonte, il 2023 si è rivelato un anno di lieve crescita. Pil del Paese al +0,7%, lo stesso dato regionale, ma se in Italia la produzione la produzione industriale è scesa del 2,5%, in Piemonte tiene: fa +1,5% sull’anno e +1,8% sull’ultimo trimestre 2023. Ma i segnali del rallentamento sono lì: anche se il fatturato delle aziende subalpine è cresciuto del 2,8% nell’ultimo trimestre, il grado di utilizzo dei macchinari è in flessione, un altro indicatore che la dice lunga sulla produzione futura.

Tornando al settore mezzi di trasporto, ai problemi dell’automotive si sommano quelli dell’aerospazio, che però è un settore dove impennate e inabissamenti degli ordinativi sono la norma. Nell’ultimo trimestre le commesse segnano un -47%, mentre resta in terreno positivo la componentistica con un +5,3%. I settori che al momento trainano la produzione regionale sono quello delle industrie meccaniche (+2,8%) delle industrie dei metalli (2,4%), mentre le maglie nere spettano al legno e mobile (-0,7%) e al tessile (-0,4%).

In Piemonte vanno meglio le piccole: sono le micro (+2,3%) e le piccole imprese (+2,9%) che ottengono i risultati migliori sulla produzione, mentre le medie (+0,7%) e grandi (+0,8%) si devono accontentare di variazioni dello zero virgola. Se spalmiamo il dato sulla produzione industriale (+1,8% nell’ultimo trimestre 2023) sulle varie province si vede come, tranne Biella (-1,8%) e Alessandria (-1%), tutte le province del Piemonte rimangano in territorio positivo trainate da Novara (+3,8%) e Cuneo (+3,1%). Dati che però evidenziano un profondo cambiamento rispetto agli ultimi tre mesi del 2022. Un anno fa era la metropoli di Torino a trainare la produzione subalpina (+4,6%) seguita da Biella al +4%. Oggi, la produzione del capoluogo può contare su una crescita dimezzata al +2,3%. Che il quadro non sia roseo lo spiegano gli imprenditori stessi: se a inizio 2023 il clima di fiducia era solo lievemente in negativo (intorno a 95), nel corso dell’anno è sceso di 20 punti di cui gran parte nell’ultimo trimestre, e ora si attesta a 74,6.

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