SCIUR PADRUN

Confindustria, appeasement del Piemonte. Dopo la sconfitta cerca l'intesa con Orsini

Segnali di pace da via Vela dopo il ritiro di Garrone su cui aveva puntato la prima linea dell'industria subalpina. Marsiaj spera ancora in una vicepresidenza. Una cosa è certa: il nuovo leader non può ignorare Assolombarda e Unione di Torino

“Oggi è una giornata importante, abbiamo tutti insieme designato il candidato presidente Emanuele Orsini. Abbiamo insieme votato Confindustria che riparte e ripartirà per la costruzione di quelli che saranno i prossimi quattro anni”. Fa leva sullo spirito d’appartenenza, Marco Gay, numero uno degli imprenditori piemontesi, nel salutare il nuovo leader. L’unità ritrovata in zona Cesarini, dopo il passo indietro delle scorse ore da parte di Edoardo Garrone, il candidato su cui il Piemonte aveva puntato, potrebbe scongiurare le logiche spartitorie inevitabili in competizioni tra più concorrenti. Insomma, in via Vela non si sentono sconfitti, c’è stato un orientamento sul patron di Erg, dettato dalla vicinanza territoriale e in nome di una comune tradizione manifatturiera, ma non un ostracismo verso colui che per il prossimo quadriennio guiderà la confederazione.

Anche in via Fanti, quartier generale dell’Unione Industriali di Torino, il principale inquilino apre alla massima e leale collaborazione. “Faccio le mie più vive congratulazioni a Emanuele Orsini per la designazione a presidente e gli offro la piena collaborazione mia e di tutta l’Unione – dichiara Giorgio Marsiaj –. In un periodo di grandissima incertezza del quadro geopolitico ed economico mondiale serve una Confindustria che sappia essere sempre più autorevole nei confronti degli interlocutori nazionali e internazionali. Noi imprenditori torinesi siamo pronti a fornire tutto il nostro supporto di competenze e relazioni, continuando a metterci in gioco ogni giorno con le nostre aziende che sono il vero motore di crescita delle nostre comunità”.

Mozione degli affetti a parte, è certo che Orsini non potrà ignorare l’apporto di territori e realtà produttive cruciali del Paese, sulle modalità del coinvolgimento si vedrà nelle prossime settimane quando si andrà componendo la squadra che affiancherà il nuovo leader. Una vicepresidenza sarà assegnata a un esponente piemontese – ci terrebbe molto il 77enne Marsaj, pronto a passare il testimone proprio a Gay – come era nei piani della vigilia? Possibile anche se difficilmente potrà essere una poltrona di peso (come ad esempio l’Internazionalizzazione). Ma non è detto, visto che Orsini non comporrà la sua prima linea con il bilancino delle appartenenze elettorali né squisitamente geografiche.

Improntate all’unità sono state anche le prime dichiarazioni da presidente designato di Orsini. La Confindustria guidata dall’imprenditore emiliano punterà a essere “centrale, di prospettive, piena di proposte in Italia e in Europa”, per “poter dare soluzioni per la crescita delle nostre imprese”, ha sottolineato al termine del consiglio generale, passaggio propedeutico all’elezione del 23 maggio con il voto dell’assemblea. Orsini ha sottolineato che “dopo una campagna impegnativa, una campagna molto complicata, oggi siamo riusciti a ricompattare Confindustria come è giusto che sia, perché deve guardare avanti, alla realtà dell’industria italiana”. Il presidente designato ha poi voluto chiarire: “Piuttosto che parlare di nomi dobbiamo parlare, oggi, di che capitoli mettere al centro. A quel punto saremo in grado di mettere i migliori nomi. Antonio Gozzi è una persona che stimo molto, ha fatto tantissimo per il sistema, ha un ruolo chiave nel mondo di Federacciai e il new green deal, sarà una persona con cui dialogheremo per forza così come con Edoardo e con tutti quelli che hanno fatto campagna elettorale e che saranno valore aggiunto”. E ancora: “Ognuno ha rappresentato imprese, territori e aziende e noi non dobbiamo lasciare indietro nessuno, questa sarà la nostra chiave per i prossimi quattro anni”.

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