FINANZA & POTERI

Crt, il Mef chiede spiegazioni (e atti). Non si esclude il commissariamento

Dopo l'iniziale prudenza, il ministero dell'Economia vuole vederci chiaro sulle faide interne alla fondazione che hanno portato alla defenestrazione del presidente Palenzona e del segretario. Esposto in procura. Ipotesi di azzeramento di organi e vertici

Faide interne, veleni sugli amministratori, sospetti di patti “occulti”, battaglie legali ed esposti alla magistratura, un presidente e un segretario generale impallinati, un cda che nottetempo si spartisce il bottino di cariche nelle partecipate. Ora il ministero dell’Economia ha deciso di accendere un faro sulla Fondazione Crt, travolta nei giorni scorti da una guerra senza quartiere culminata nelle duplici dimissioni di Fabrizio Palenzona e di Andrea Varese, il tandem che per un solo anno ha guidato l’ente di via XX Settembre. E così da Palazzo Sella, nell’omonima, via dove siede Giancarlo Giorgetti, hanno deciso dirompere l’iniziale prudenza e chiedere conto della situazione.

“Si chiede a codesta Fondazione di far pervenire una adeguata informativa sui fatti, corredata delle valutazioni di ciascun organo di indirizzo”, scrive il direttore generale del Mef, Marcello Sala, in “riferimento alle vicende che hanno visto il presidente Palenzona rassegnare le dimissioni” in una lettera inviata il 24 aprile al Consiglio di indirizzo, al Consiglio di amministrazione e al Collegio sindacale dell’ente torinese. Il ministero chiede anche di accedere ai verbali delle tre ultime riunioni del board: “Saranno altresì trasmessi i verbali delle deliberazioni del Consiglio di indirizzo del 19 aprile e dei Cda del 19 aprile e del 22 aprile nonché ogni deliberazione assunta nel mentre anche non approvata”. La richiesta, specifica il Mef, riveste “carattere di urgenza” e sarà riscontrata al termine “di 10 giorni dalla ricezione della stessa e il Collegio Sindacale, posto a vigilanza della legge e dello Statuto, informerà tempestivamente il ministero in ordine a eventuali impedimenti al rispetto del suddetto termine, provvedendo a fornire motivazione degli stessi”.

Un’azione, quella intrapresa dal dicastero dell’Economia, che ha potere di vigilanza sulle fondazioni, caldeggiata dallo stesso Palenzona, per nulla rassegnato alla Caporetto subita e, anzi, in preda ai fumi della vendetta. Al di là dei reali contorni del presunto accordo tra consiglieri promosso da Corrado Bonadeo per orientare le scelte della fondazione e pilotare nomine e incarichi, si vuole accertare se e quanto i nuovi organismi sono in grado di gestire l’ente, che non vi siano state violazioni della norma e se le ambizioni degli attuali componenti del cda – in particolare i tre che hanno guidato la rivolta: Caterina Bima, Davide Canavesio e Antonello Monti – possano compromettere la gestione. Da qui l’ipotesi, per nulla peregrina, di un commissariamento della Crt: soluzione estrema, applicata in passato per la Fondazione Banco di Napoli, che azzererebbe tutto, organi e vertici. Prospettiva che non vedrebbe pregiudizialmente troppo contrarie le istituzioni che avrebbero così più tempo per cercare di rimettere in sesto una situazione incancrenita da almeno un biennio di tensioni e scontri. Palenzona uscito dal portone di via XX Settembre potrebbe rientrare dalla finestra con la veste di commissario? Lui per un po’ l’idea l’avrebbe accarezzata, da Roma lo escludono. Inoltre, poiché secondo la denuncia di Palenzona presentata alla procura di Torino tramite Andrea Zoppini, noto giurista ex sottosegretario alla Giusizia del governo Monti, sarebbero ravvisabili condotte penalmente rilevanti, il Mef avrebbe trasmesso tale esposto alla procura di Roma, ufficio giudiziario concorrente in quanto città in cui ha sede l'autorità di vigilanza (ovvero il Mef stesso)

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