OBITUARY

Addio a Berta, memoria storica della Fiat (e di Torino)

Nato a Vercelli, professore associato di Storia contemporanea all'Università Bocconi di Milano, si è spento a 72 anni dopo una lunga malattia. Grande esperto della storia del gruppo automobilistico è stato uno degli intellettuali di riferimento della città

È morto a Torino, a 72 anni, lo storico Giuseppe Berta, studioso di Fiat e più in generale del mondo industriale. Era malato da tempo. Economista, professore associato di Storia contemporanea all’Università Bocconi di Milano, ha fatto parte del Comitato scientifico della Fondazione Feltrinelli ed è stato fra i membri del Comitato scientifico del Centro Studi della Confindustria. Tra il 2004 e il 2017 è stato consigliere di amministrazione della Fondazione Luigi Einaudi di Torino. Dal 1996 al 2002 ha diretto l’Archivio Storico Fiat. Autore di oltre venti saggi sull’Italia industriale. Tra i suoi libri ricordiamo: La Fiat dopo la Fiat (Mondadori, 2006), Nord. Dal triangolo industriale alla megalopoli padana. 1950-2000 (Mondadori, 2008), L’Italia delle fabbriche. La parabola dell’industrialismo nel Novecento (il Mulino, 2009), Eclisse della socialdemocrazia (il Mulino, 2009), Fiat-Chrysler e la deriva dell’Italia industriale (il Mulino, 2011). Per gli Annali della Fondazione Feltrinelli ha poi curato La questione settentrionale (2007; UE, 2008) e per Feltrinelli ha pubblicato L’ascesa della finanza internazionale (2013).

Intellettuale “disorganico”, da studioso del capitalismo italiano e della realtà sociale ed economica di Torino, Berta è stato uno più ascoltati consigliori nel decennio “olimpico”, in particolare dell’allora sindaco Sergio Chiamparino, costituendo assieme all’ex sindacalista Cisl e sociologo Bruno Manghi (e successivamente a Tom Dealessandri) l’inner circle del primo cittadino.