FUTURO PROSSIMO

Trust di cervelli per l'Intelligenza artificiale

Parata di ministri per l'avvio della fondazione IA4Industry tanto attesa: non sarà solo per automotive e aerospazio ma per tutta "la manifattura", spiega Giorgetti che avverte: "Tra tre anni faremo il check". Se non va bene, chiude il portafoglio

Tris di ministri e autorità locali al gran completo per la prima del Centro sull’intelligenza artificiale, che partirà sì da automotive e aerospazio ma potrà estendersi alla manifattura tutta. Il centro è nazionale e le specifiche le portano i ministri romani, specie quelli economici, mentre alla coppia concordia Cirio&Lo Russo restano i saluti di rito. La formula autorità civili, militari e religiose è corretta perché in platea non c’è solo l’arcivescovo Roberto Repole, ma anche don Luca Peyron, che si occupa di pastorale digitale e per primo spinse per portare quello che oggi si chiama Ai4Industry a Torino.

“Le fondazioni di ricerca sono pullulate senza alcun disegno organico, spesso promosse a livello locale”, ora arriverà una legge di “regia”, annuncia il ministro del Made in Italy Adolfo Urso. Sono quattro gli istituti che lavoreranno in sinergia, tutti nel nord Italia: l’Istituto italiano di tecnologia di Genova, il supercalcolatore di Leonardo a Bologna e la fondazione Chips a Pavia per la ricerca sui semiconduttori. Il ruolo del nuovo centro Ai4Industry che è “per l’industria in quanto tale, a partire da automotive e aerospazio”. Un punto che Urso accenna solo, ma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sviluppa a fondo, spiegando che potrà aiutare ad aiutare la “bassa produttività” dell’italia, “che è un grande Paese manifatturiero. Si partirà da automotive e aerospazio”, aggiunge, ma “la prospettiva della Fondazione è di estendere il proprio spettro ad altri settori industriali e ai servizi finanziari, su cui torino gode di un panorama competitivo a livello nazionale”.

Giorgetti ha portato la carota, ma anche il bastone. La promessa di valutare l’investimento nel tempo la dicono in tanti, lui però ha già in mente gli esami: “Primo: Entro tre anni le risorse da fondi esternI dovranno essere pari al fondo di dotazione dello Stato (pari a 20 milioni). Secondo: entro i cinque anni i proventi da collaborazione industriale dovranno superare la dotazione del fondo statale. Uno standard a cui dovranno adeguarsi tutte le fondazioni di ricerca finanziate dal Governo”.

Fa una ministoria dell’intelligenza artificiale in meno di 10 minuti Fabio Pammolli, docente di Economia al Politecnico di Milano che presiederà la fondazione, riuscendo a essere più breve della ministra dell’Università Anna Maria Bernini che, timer alla mano, nello stesso intervallo di tempo riesce giusto a salutare tutti e a ricordare l’importanza dell’intelligenza “naturale”. 

Ai4Industry “rappresenterà l'Italia e dovrà dialogare con i giganti. I direttori e i ricercatori che lavoreranno qui devono sapere che troveranno tutte le condizioni per sviluppare proprie attività. Sarà presentato un piano industriale". Ai4Industry sarà operativo da subito e troverà sede nella “farfalla”, l’edificio adiacente al Grattacielo della Regione Piemonte. A regime conterà tra i 200 e 300 collaboratori. Pammolli, nome che il governatore Alberto Cirio avrebbe voluto rendere noto dopo le elezioni, è in primis consigliere di Giorgetti. Lo zampino del ministro dell’Economia è evidente, parla per ultimo e tira le fila dei discorsi: “Il rischio è di diventare dipendenti da potenze straniere nel campo dell’Ai”, avverte la platea. 

Cosa ancora più importante, dà le cifre: "Lo Stato investirà nell'intelligenza artificiale un miliardo e 700 milioni nei prossimi cinque anni”, spiega en passant, “ma non conta tanto il dispiegamento di risorse quanto spenderle efficacemente". Un punto che suona come un avvertimento per Torino, che ci ha messo quattro anni per ottenere il centro e nello stesso tempo potrebbe perderlo: al rispetto degli obiettivi, ci tiene a sottolineare, “è legato il mantenimento del contributo dello Stato”.

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