VERSO IL VOTO

Visite anche la sera e nel weekend.
Sanità, la ricetta del centrodestra

La rivendicazione di quanto fatto nei cinque anni, segnati dalla pandemia, e le promesse per il futuro. In anteprima il programma della coalizione di Cirio. "Nei primi mesi un nuovo piano sociosanitario". Il nodo sull'apertura ai privati

“Visite ed esami non solo dal lunedì al venerdì, ma sette giorni su sette, anche in orario pomeridiano e serale”. Trent’anni fa Bettino Craxi lo aveva scelto come slogan della sua campagna elettorale per le politiche del 1993, oggi l’ottimismo della volontà va mescolato a massicce dosi di speranza e in pizzico d’illusione per sostenere il non poco ambizioso cambio di passo (e di orari) previsto nel piano che il centrodestra intende attuare nella prossima legislatura per abbattere le liste d’attesa.

“La nostra vetta da scalare”, così l’attuale maggioranza che s’appresta a essere riconfermata tale, pur con diversi equilibri interni, definisce quella che è l’emergenza numero uno della sanità e la principale causa di disagi e difficoltà per i cittadini: quei tempi ancora troppo lunghi che già “nel 2019 erano la priorità del nostro programma”, scrivono LegaFratelli d’Italia e Forza Italia e le altre componenti dell’alleanza nel programma di cinque anni dopo, quello che oggi a mezzogiorno verrà presentato al Collegio degli Artigianelli dal presidente Alberto Cirio, con l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, quello al Welfare Maurizio Marrone e un plotoncino di esperti. Consulenti che hanno lavorato al documento di trenta pagine, buona parte occupate da dati e grafici che raccontano quel che s’è fatto e quel che resta ancora da fare sul core business della politica regionale, nonché tematica di maggior impatto sulla vita dei piemontesi. 

Una sanità che, come si legge nell’introduzione, “la pandemia e la campagna vaccinale prima, l’esigenza di rimettere i piedi un sistema su cui per decenni si sono abbattuti tagli e ridimensionamenti, hanno portato al centro del dibattito quel che è il primo tema del nostro programma elettorale”. Ma anche – il non scritto – il terreno su cui gli avversari, a partire dal Pd, concentreranno, avendo già incominciato da tempo a farlo, i loro attacchi. Più che una difesa contro frecce piuttosto spuntate, quella di Cirio è un’impronta decisa e profonda sul suo prossimo mandato che egli intende incominciare connotandolo proprio sul fronte della salute, senza (auspicabilmente) emergenze come quella vissute poco dopo l’avvio dell’attuale legislatura segnandola per ben oltre la metà. “Negli ultimi vent’anni la sanità piemontese ha subito tagli di risorse, personale e posti lettoche hanno portato all’indebolimento dell’intero sistema”. 

Da 54.967 operatori del 2014 si è scesi ai 54.543 del 2019, risalendo fino a 56.841 dell’anno in corso. Questo dice una delle tante tabelle, come l’altra relativa ai posti letto che ancora sono sottodimensionati, pur essendo passati dai 16.429 del 2019 agli attuali 17,810, ancora inferiori ai già allora non del tutto adeguati 17.992 del 2014.

“Il piano che era inclinato verso il basso da decenni – rivendica il centrodestra – ora guarda verso l’alto. Ci troviamo oggi con più personale, più posti letto, più ospedali e più medicina di prossimità”. Tutto questo, dal piano straordinario per le assunzioni alla reinternalizzazione di alcuni servizi all’accordo con le Università per utilizzare gli specializzandi, è sufficiente? La domanda che ricorre a ogni capitolo del programma ha esplicita identica risposta: no. Certo è un programma e come tale non sempre entra nei dettagli, tuttavia qualcosa balza all’occhio e qualcos’altro non si vede.

Sulle liste d’attesa, per esempio, pur non mancando esempi concreti in altre regioni, una tra tutte il Veneto, la prospettiva di avere ambulatori aperti anche il sabato e la domenica e pure alla sera appare oggi, come dire, un po’ azzardata. E se la presa in carico evitando prenotazioni lungo un percorso di cura è già positivamente in atto, se più operatori al Cup e un nuovo appalto del servizio potranno certamente essere utili, non si trova neppure mezza parola sulla gestione del delicato sistema dell’intramoenia, ovvero l’equilibrio che oggi manca tra la libera professione e l’attività ospedaliera dello stesso medico dal quale una visita si attende settimane pagando colo il ticket e pochissimi giorni pagando la parcella. “Se un cittadino non riesce a prenotare una visita – è scritto nel programma – ha due strade: ricorrere al privato o rinunciare a curarsi. Non possiamo accettarlo, perché la sanità deve essere per tutti e non solo per chi può pagare”. Appunto.

Altro obiettivo è quello del 100% delle agende di prenotazioni disponibili. Che poi è quello che le aziende sanitarie e ospedaliere avrebbero già dovuto fare, alcune lo hanno fatto altre no, anche se i direttori di queste ultime non sembrano temere alcuna conseguenza per palesi inadempienze. Succederà anche in futuro? 

In quello della sanità piemontese una voce importante è quella della mobilità, attiva e passiva. Chi viene a farsi curare in Piemonte e chi da qui va in altre regioni, in denaro fa 3 milioni col segno meno nel 2008, arrivati a 31 sempre in negativo nel 2018 per risalire a un saldo negativo di 8 milioni nel 2022. Stavolta non è una vetta, ma “la nostra montagna” da scalare con “un importante obiettivo: ridurre il più possibile il saldo negativo puntando a azzerarlo nel 2026”. Solo che, pur nella sintesi, non si fa cenno alla sanità privata accreditata, quella che gioca da sempre un ruolo importante per attrarre pazienti da altre regioni. Sarà che alle bozze iniziali e ad alcuni suggerimenti sia stato preferito un glissare, anche in banali citazioni, sulla sanità privata per non offrire il destro alla sinistra e fors’anche per non irritare quella parte più sociale della destra? 

Non poteva mancare un’altra emergenza, di nome e di fatto, come quella che riguarda i Pronto Soccorso. Anche in questo caso quel che si è fatto – dallo scambio di personale con quello del 118 all’aumento di posti letto – e quel che si intende fare, a partire dagli incentivi economici e di carriera alla “riduzione il ricorso alle esternalizzazioni”, pur senza citare esplicitamente cooperative e gettonisti. Si scopre, invece, che è prevista “l’attivazione di un nuovo pronto soccorso convenzionato a Torino, per cui sarà predisposto un bando”. Par di capire che sarà all’interno di una struttura del privato accreditato, da tempo disponibile a dotarsi di Pronto Soccorso come già accade in altre regioni, ma non in Piemonte dove fino a oggi l’offerta non ha ricevuto risposta positiva. Sarebbe un cambio di passo importante, come lo deve essere quello sull’edilizia sanitaria “nel 2019 completamente ferma, con investimenti che non si programmavano da anni”. Le slide indicano: 11 nuovi ospedali, 4 ampliamenti, 30 ospedali di comunità, 91 case di comunità, 43 centrali territoriali, 13 interventi di adeguamento sismico. Poi nel dettaglio le nuove strutture, lo stato dell’arte, i costi e i posti letto. Poi la telemedicina, la volontà di “potenziare la medicina territoriale, avere una sanità di prossimità di primo livello sviluppando sinergie tra ospedale e territorio”, la rete oncologica e quella pediatrica, la prevenzione.     

Progetti, interventi, migliorie di cui il Piemonte come gli stessi dati, pur già indicando segnali positivi negli ultimi anni, confermano ha impellente necessità e che dovrebbero essere messi a sistema con uno strumento di cui la Regione lamenta da almeno un decennio il mancato adeguamento ai tempi e alle necessità, ovvero il piano sociosanitario. “Nei primi mesi della legislatura – si legge nel programma del centrodestra – intendiamo completare il lavoro di analisi e confronto per la stesura del nuovo piano”. Non è proprio un segreto che negli uffici di corso Regina prima e del grattacielo poi ci sia qualcosa più di una bozza su cui chiamare il Consiglio regionale a lavorare e poi a deliberare. Forse anche per questo la ragione dell’ottimismo sui tempi stretti per dare al Piemonte ciò che gli manca da tempo per una sanità che, come recita lo slogan in corsivo sul documento che sarà presentato oggi, “ha a cuore le persone”.

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