VERSO IL VOTO

'O governatore 'nnammurato. Cirio: amo la Sanità pubblica

Il presidente respinge le accuse dell'opposizione su assunzioni e liste d'attesa. Poi assicura un nuovo pronto soccorso a Torino. La task force capitanata da Fagioli (Regina Margherita) e la scommessa sull'edilizia sanitaria - IL PROGRAMMA

Un nuovo piano sociosanitario regionale entro fine 2024 e un nuovo Pronto soccorso per Torino, “di cui c’è estremamente bisogno”. Il governatore del Piemonte Alberto Cirio presenta il programma sulla sanità ma lo condisce con qualche annuncio. Sulla nuova emergenza-urgenza di Torino spiega: “Faremo un bando, sapete che per fare un Pronto soccorso devi avere un ospedale sopra. È una scelta improcrastinabile”.

Ma la presentazione del programma per la sanità della coalizione del centrodestra ruota intorno ad altro: dura oltre due ore e parlano quasi solo medici, gli unici in cattedra accanto al governatore. Sono i suoi “saggi” o il “gruppo di lavoro”, e illustrano ciascuno un pezzettino del suo programma. C’è Franca Fagioli, direttrice del Dipartimento di cura del bambino all’ospedale Regina Margherita. Giuseppe Palena, pediatra vicepresidente Fimp Piemonte (federazione italiana medici pediatri). Valter Galante, ex assessore alla Sanità con grande esperienza della macchina sanitaria regionale, Pietro Presti, il superconsulente dell’era Covid. L’oncologa di Ovada Paola Varese, l’odontoiatra ed ex deputata leghista Rossana Boldi e poi naturalmente Roberto Venesia, medico di base e segretario della Fimmg. All’assessore alla Sanità Luigi Icardi, seduto in platea, oltre a difendere il lavoro fatto, non resta che ringraziarli per il contributo.

I camici bianchi vanno nel tecnico, Cirio intervalla i loro interventi con slogan o punturine all’opposizione. Come quella sui numeri presenti nel suo programma: “Non sono elaborazioni personali, di qualcuno che si mette al telefono per farsi raccontare quanti operatori c’erano prima o dopo. Noi rappresentiamo le istituzioni e parliamo per numeri ufficiali”, una frecciatina al Pd che porta dati ben meno rassicuranti sulla sanità rispetto al governatore, che non rivendica di aver risolto tutto ma di aver “messo un segno più. Si è intrapresa la strada giusta”, dice con inguaribile ottimismo. C'è un punto che ripete: “Ho sempre creduto nell’importanza della sanità pubblica, oggi ne sono innamorato". Lo ha capito dopo il Covid, la sanità privata “può essere di aiuto, ma la sanità pubblica rimane ciò che più amiamo”.

In platea tanta politica regionale. C’è l’assessore al Welfare di Fdi Maurizio Marrone, seduto accanto a Icardi. Lo sostituirà da giugno? Chissà. C’è il leghista Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale, sempre in compagnia di Sara Zambaia con cui ha un ticket elettorale di ferro. Arriva anche il capogruppo del Carroccio Alberto Preioni, e anche Robero Ravello, ormai presenzialista immancabile. Non è il solo dello staff di Cirio: per la sala si aggira Gian Luca Vignale, capo gabinetto di Cirio che si candiderà con la lista civica del presidente.

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Cirio poi insiste su un punto di opportunità politica: ha voluto che i direttori generali degli ospedali non fossero presenti: “Devono fare i manager e non i supporter dei politici, anche se hanno chiesto di esserci”. E non farà nomine dei manager della sanità fino a dopo le elezioni (“non sarebbe serio”), prorogherà quelli in scadenza fino a fine anno. Galante insiste sulle fonti di finanziamento per l’edilizia sanitaria, fondi che ammontano a 4,5 miliardi. Presti invece si concentra sull’abbattimento delle liste d’attesa (obiettivo che, va detto, se era presente già nel programma di cinque anni fa vuol dire che intanto qualcosa è andato storto). Su questo punto Cirio aggiunge che ci sarà un nuovo Cup, visto che quello attuale è in scadenza e non ha funzionato.  Venesia, seduto accanto a Cirio, porta una statistica allarmante: “Un cittadino su due non ha fiducia nel Ssn”. Poi però torna sereno e fa un elogio pubblico al governatore con cui, alla fine, ha scelto di non candidarsi per restare soltanto un suo saggio: “Io ringrazio il presidente per aver capito che senza un sostegno al sistema sanitario non ci può essere salute”.

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