FINANZA & POTERI

FdI tenta il colpo in Crt (con Polliotto) ma salta il blitz di Monti in Compagnia

Nulla di fatto a Palazzo Lascaris dove era attesa la nomina di un componente del Consiglio generale dell'ente di corso Vittorio. Prima s'attende la chiusura della partita in via XX Settembre. Le trame di Crosetto. E a Roma il Mef osserva tutto

Si è conclusa con un nulla di fatto la seduta di Palazzo Lascaris, convocata in via straordinaria per designare un componente del Consiglio generale della Compagnia di San Paolo dopo il passaggio di Carlo Picco nel cda. Il parlamentino piemontese ha deciso di non decidere, nonostante il centrosinistra avesse garantito i numeri alla maggioranza, tra le cui fila sono prevalse le schede bianche mentre FdI ha deciso di disertare la seduta. Un atteggiamento da leggere in filigrana dal momento che proprio al partito di Giorgia Meloni spetta l’indicazione del nome, vieppiù se si tiene conto che in assenza di una nomina da parte del Consiglio regionale nei tempi previsti dallo Statuto, sarà direttamente corso Vittorio Emanuele a procedere alla cooptazione.

Ed è proprio dal quartier generale della fondazione bancaria che è prevista la lettera in cui l’ente concede altri 15 giorni di tempo alla Regione per procedere alla indicazione. Se si lascerà scadere anche questa deadline allora la palla passerà alla Compagnia. L’ufficio di presidenza che si è riunito dopo la seduta odierna si è astenuto dal fissare una nuova riunione dell’assemblea piemontese e stando a quanto il presidente Stefano Allasia avrebbe confidato ad alcuni interlocutori difficilmente ci sarà un nuovo Consiglio prima delle urne previste l’8 e il 9 giugno. Si lascerà scadere anche il termine dei 15 giorni? Probabile.

Un atteggiamento che tende ad avvalorare una serie di ipotesi che si rincorrono in queste ore, secondo cui l’obiettivo del centrodestra e soprattutto di Fratelli d’Italia sarebbe quello di scavallare il 21 maggio, data in cui è prevista l’elezione del presidente della fondazione gemella, la Crt, sempre che dal Mef non arrivi il commissariamento.

Cosa lega queste due fondazioni? Il nome resta quello di Antonello Monti. Sarebbe infatti lui, dopo aver fatto il diavolo a quattro per arrivare al voto, una volta preso atto delle resistenze sul suo nome ad aver suggerito di soprassedere, evidentemente avendo avuto rassicurazioni sul suo destino. L’attuale membro del cda della Crt (uno dei congiurati, determinante nell’operazione di impallinamento di Fabrizio Palenzona) ha ricevuto garanzie su un suo ripescaggio in corso Vittorio Emanuele? Chissà. Di certo non è passata inosservata la sua presenza durante il Consiglio regionale di questa mattina, giudicata da qualcuno inopportuna essendo lui uno dei candidati assieme a quello di Antonio Mattio, presidente del Collegio Costruttori di Torino. E Monti – per gli amici del Camionista di Tortona ormai “il traditore” – sarebbe anche dietro la nomina di Patrizia Polliotto nel Consiglio d’indirizzo della Fondazione Crt. Formalmente, infatti, il nome dell’avvocata torinese è stato proposto da Roberta Ceretto, componente del Cdi in quota Provincia di Cuneo, ma considerata in grandi relazioni con i big di FdI. L’ingresso in Consiglio di indirizzo di Polliotto – moglie dell’ex senatore berlusconiano Aldo Scarabosio, legatissimo al ministro Guido Crosetto – sarebbe infatti funzionale a una sua elezione nientemeno che a presidente. Nel parlamentino della fondazione è già iniziato qualche sondaggio informale. E così, una volta chiusa quella partita, Monti potrebbe ottenere il trasferimento. Dalla Crt alla Compagnia. Una trama ardita e complessa ma per nulla inverosimile per uno che ha tra i suoi protettori qualche santo in paradiso e soprattutto nelle sacrestie.

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