RIFORME

Autonomia, voto dopo le europee. Patto segreto nella maggioranza

Testo Calderoli il 21 maggio alla Camera, poi si riprenderà dal 9 giugno. La Lega può rivendicare la certezza dell'approvazione della legge-vessillo, Meloni e Forza Italia riducono le distanze col premierato. Una bandiera con cui nascondere Vannacci al Nord

Autonomia e premierato, capra e cavoli da salvare. C’è l’accordo ufficiale, quello sancito dai capigruppo alla Camera, che fissa al 21 maggio il ritorno in Aula dopo la discussione generale dello scorso 29 aprile per il testo predisposto da Roberto Calderoli. E c’è, non meno importante, il patto segreto e inconfessato stretto dalla maggioranza per spostare a dopo le elezioni europee il voto finale.

La Lega, dunque, non avrà l’intero vessillo da sventolare in campagna elettorale, ma potrà comunque rivendicare un percorso quasi ultimato e assolutamente inarrestabile verso l’autonomia regionale rafforzata e, come sta già facendo, improntando proprio su questo la campagna elettorale al Nord, lasciando formalmente aperta l’agenda su cui fissare il traguardo prima del 9 giugno. 

Il resto della maggioranza, assai più freddo sul tema, riuscirà ad evitare che gli squilli di tromba leghisti siano troppo forti da sovrastare il tema del premierato, caro a Fratelli d’Italia così come a Forza Italia, senza tirare troppo la corda. La conferma della strategia condivisa la si trova nelle parole del ministro per i Rapporti col Parlamento, il meloniano Luca Ciriani che dà questa raffigurazione del quadro sulle riforme: “Entrambe marceranno sostanzialmente insieme”. Che poi è il senso del patto non detto, ma di cui si trova traccia proprio guardando al fronte più caldo per l’autonomia. 

Mentre sorveglia a vista l’iter del testo Calderoli, Alberto Stefani primo relatore del provvedimento alla Camera e segretario della Lega in Veneto, spiega che “il calendario del lavori conferma come entro l’estate approveremo l’Autonomia”. Entro l’estate, appunto. E se lo dice chi già lo definisce “un traguardo storico per i veneti, targato Lega”, anche gli ultimi dubbi su una possibile anticipazione a prima delle europee svaniscono. Sempre da lì dal Nord Est dove la questione in ballo non regge nessun altro paragone quanto a importanza, lo stesso governatore Luca Zaia ripete: “Prima o dopo le europee poco cambia, perché indietro non si torna”. Tanto che il Doge ha già pronto a Palazzo Balbi il dossier per chiedere l’immediato avvio dell’intesa Stato-Regione per tutte le materie previste alla legge. Anche se agli ultimi posti tra i provvedimenti su cui esprimersi, nella seduta del 21 maggio il testo Calderoli dovrebbe vedere almeno l’inizio di votazione su alcuni emendamenti e articoli, poi come riferiscono autorevoli fonti parlamentari della Lega, si riprenderà dopo le europee. 

Ma già quell’inizio di votazione, unito al rispetto della data annunciata del 29 aprile per la discussione generale a Montecitorio, è qualcosa che risuonerà nella campagna elettorale di un partito che al Nord Ovest, come nel citato Nord Est cerca, eccetto alcune eccezioni, di lasciare il più possibile in ombra la candidatura del generale Roberto Vannacci e le sue tesi, accendendo negli elettori il faro dell’agognata autonomia. E questo senza abbagliare, facendoli innervosire, Fratelli d’Italia e Forza Italia che dopo aver di fatto incassato lo slittamento a dopo il voto senza poterlo sbandierare come un atto di forza, hanno evitato più che probabili tensioni all’interno della maggioranza.

Un tema quello del rafforzamento dei poteri in capo alle Regioni che nella Lega il vasto fronte critico (per non dire apertamente avverso) alla decisione di Matteo Salvini di candidare Vannacci in tutte le circoscrizioni, userà per cercare di mantenere e recuperare consensi nello storico bacino nordista non senza apprestarsi a prepararlo come terreno di dibattito interno nel caso in cui l’esito delle europee dovesse punire la linea nazionalista e accentuatamente destrorsa del segretario, aprendo a scenari di cui ormai da tempo si parla apertamente. In tutto ciò un peso potranno averlo le elezioni regionali in Piemonte e il loro responso sul partito che qui, ancor più che altrove proprio perché si vota per la Regione, accentuerà sempre più l’attenzione proprio sull’autonomia. 

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