Nelle urne il rilancio del Piemonte

Un inizio di secolo così Torino e il Piemonte non se lo ricordano. Dal 2001 al 2018, senza che nessun amministratore se ne accorgesse, invece di crescere, la nostra economia ha perso 1,6% mentre l’Italia è cresciuta di 1,8%, la Lombardia dell’8,8, l’Emilia dell’8,5, il Veneto del 4,6%. Il Pil procapite piemontese è sceso all’undicesimo posto in Italia, così il potere d’acquisto è inferiore alla media nazionale.

Qui le aziende han fatto ciò che han voluto. Hanno chiuso, si sono trasferite. Eppure da altre parti nel nostro Paese sindaci con gli attributi han difeso le loro aziende dal volere dei loro azionisti, esemplare il caso del sindaco di S. Agata bolognese che ha difeso la Lamborghini dal trasferimento e oggi riceve un importante investimento da parte degli azionisti tedeschi.

Senza il consistente aumento delle esportazioni avremmo perso il 10% un salasso che avrebbe provocato la esplosione sociale. Senza la manifattura e senza quel 20% delle aziende che esportano, saremmo andati  a fondo. Di qui una prima conclusione: aver voluto puntare solo sulla cultura e sul turismo non ci avrebbe consentito di reggere. Ci si poteva accorgere almeno dieci anni fa della situazione e prendere le contromisure come avrebbe fatto qualsiasi azienda.  Invece nulla e, peggio, sulla Tav si è proceduto troppo lentamente.

Ma il 2019 si presenta ancor più negativo che a livello nazionale. Dopo gli ultimi anni buoni della Maserati ora a Torino la produzione auto è in grave difficoltà. Anche Marchionne qualche errore lo ha fatto. Tipo non aver puntato sull’auto ibrida e sull’elettrico. Evidentemente chi giocava a carte con lui si è dimenticato di parlare della Fiat e così non ci si è opposti allo spostamento delle sedi fiscale e legale.

Qui dobbiamo dare atto del coraggioso intervento dell’Arcivescovo Nosiglia che sabato durante la Messa di Trigesima di Marella Agnelli Caracciolo ha chiesto agli eredi di avere più a cuore la Città. La politica se non ha il coraggio di parlare chiaro anche ai poteri forti che politica è? Ma gran parte della nostra impresa deve rilanciarsi, aumentando gli investimenti in innovazione e aumentando la presenza sui mercati esteri.

Torino conta meno di Genova in Iren, una azienda che investe in settori importanti. Città e Regione senza voce in aeroporto che va male ed e solo 13° in Italia. Da un calcolo molto approssimativo le Fondazioni Crt e San Paolo negli ultimi 18 anni hanno versato al territorio piemontese oltre 4 miliardi di euro. Non mi pare che la ricaduta sull’economia regionale sia stata eclatante.

In privato il giudizio del mondo dell’impresa sulla Giunta Regionale non sono assolutamente buoni. Peggio che peggio i giudizi sulla Appendino. Anche se ha patito una crisi industriale fortissima la Liguria conta di più del Piemonte sia a livello nazionale che nel rapporto con le altre Regioni del Nord. Ecco perché per il rilancio del Piemonte è straordinariamente importante la Tav e il fatto che il Corridoio Mediterraneo possa arrivare sino a Kiev dove potrà incrociare la Via della Seta ferroviaria.  Torino senza nuovi collegamenti infrastrutturali non attrae più capitali esteri salvo qualche supermercato.

Torino e il Piemonte hanno quindi due grandi occasioni di rilancio, la Tav e le prossime elezioni regionali, due cose che possono rilanciare la nostra economia e il lavoro come nient’altro. Sulla importanza della Tav non debbo aggiungere nulla, sottolineo, invece, il fatto che le prossime elezioni regionali possono e debbono essere l’occasione per il rilancio programmatico e amministrativo della Regione da cui nell’800 è partito il rilancio politico e economico del Paese. Occorre però un’iniezione di classe dirigente nuova con una forte energia con la energia della grande piazza del Sì Tav. Non tutti i Sì Tav però sono uguali. Chi si è svegliato solo dopo aver visto quella grande piazza Castello bella e piena, ha meno titolo. Ovviamente non dimentico la importanza della Città della Salute, della Linea 2 della Metropolitana, del rilancio delle periferie, del completamento della Asti-Cuneo e della Tangenziale Est.

*Mino Giachino, Sì Tav Sì Lavoro per il Piemonte

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