La "malamovida" resta spesso impunita

A Torino un’efficace azione di residenti in una zona di “mala movida” ha portato alla ribalta (grazie al coinvolgimento di interi condomini fra Lungo Po Cadorna e Via Matteo Pescatore, zona Piazza Vittorio) il macro-tema del fracasso, della sporcizia, delle più che precarie condizioni sanitarie, dell’offesa ai residenti per quel che riguarda il loro diritto costituzionale alla salute. Oggi il pericolo di contagio da coronavirus amplifica il problema e lo porta a un livello di massima allerta.

Le istituzioni (Prefetto e Comune) hanno dato segno di attenzione al problema incontrando i cittadini residenti nella zona suddetta e cercando soluzioni, ciò è positivo. Ma a Torino esistono molte, moltissime altre situazioni di pesantissima offesa al riposo e alla salute di tanti cittadini. Regolarmente ricevo testimonianze preoccupanti, le ultime due fra le tante, sono assai significative: in via Spontini (Barriera di Milano) un intero condominio è letteralmente “massacrato” da quasi 2 anni da un locale che disprezzando qualunque norma, legge e regola spadroneggia con fracasso notturno per ore e ore, risse, aggressioni, urla e musica a tutto volume, 4 esposti alla Polizia Municipale, 1 esposto al commissariato di Polizia Barriera di Milano, 1 denuncia alla Procura della Repubblica. La stazione dei Carabinieri Barriera di Milano è informata dei fatti, c’è stata un’aggressione a pubblico ufficiale. Tutto ciò non ha praticamente prodotto nulla se non alcune sanzioni pecuniarie e l’arresto dell’aggressore che è stato prontamente rilasciato nell’arco di qualche giorno.

Altra testimonianza inquietante: in zona Quadrilatero Romano, via delle Orfane, da quasi 20 anni i residenti sono a loro volta sottoposti alla dittatura del fracasso e alla tortura del sonno grazie a locali che senza alcuna osservanza di leggi, regole e norme spadroneggiano fino a tarda notte con in più una chicca. Poche sere fa gli amici/frequentatori di un locale si sono messi a giocare a calcio indisturbati, urlando e calciando la palla dove gli pareva, fracasso su fracasso.

Pur dando atto ai vigili urbani di impegnarsi fin dove possono, sottolineo che queste situazioni sono intollerabili e appaiono come una chiara omissione da parte delle Istituzioni tutte rispetto all’applicazione di leggi dello Stato e di regolamenti comunali. Il tema è complesso e purtroppo evidenzia una “sciagura” tutta italiana la burocrazia che domina le Istituzioni nazionali e locali: a Torino abbiamo imparato sulla nostra pelle per anni come, rispetto a un problema preciso, chiaro e quasi elementare (il palese disturbo da parte di un locale, il suo essere fuori da qualunque norma e da qualunque legge, magari a volte con aspetti anche vagamente “criminali”), il percorso del cittadino comune dovesse e debba passare attraverso un calvario costellato di uffici, funzionari, dirigenti, responsabili (ma non definitivamente responsabili), assessorati, esperti comunali, segreterie e contro segreterie, livelli di competenze, irraggiungibili e quasi misteriosi addetti spesso introvabili, e poi passando allo Stato (Polizia, carabinieri, ecc.).

Il tutto condito da sanzioni risibili, lentezze pachidermiche, per arrivare al vertice della “agognata” soluzione: la magistratura che pare dovrebbe accogliere le indagini di vigili e polizia e comminare adeguate sanzioni (es. chi dà da bere ai minori commette reato penale e magari anziché dargli una multarella potrebbe andare in galera per 3 mesi: mai successo. Chi spara fracasso fuori legge  incorre nel 659, reato penale, e anziché dargli una multarella potrebbe essere condannato penalmente a qualcosa di più sostanzioso: mai successo! Revocare la licenza a chi palesemente commette azioni dannosissime alla salute dei cittadini: mai successo almeno a mia memoria).

Dunque, inutile continuare: se il Comune non snellisce in maniera radicale l’iter amministrativo che a oggi rende quasi impossibile a tantissimi cittadini di adire a soluzioni ragionevolmente rapide per risolvere problemi di salute pubblica, se le istituzioni dello Stato non si rendono conto che anche questo è un problema enorme, è possibile che la sfiducia collettiva già ampiamente messa alla prova in tanti anni di “malamovida impunita” arrivi al culmine, con risvolti assai sgradevoli per chi ci governa. 

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