TRAVAGLI DEMOCRATICI

Congresso Pd, Gallo non molla (e Bobba si mette in marcia)

I sostenitori del giovane rampollo lanciano timidi segnali di apertura verso soluzioni unitarie, ma pongono il veto su Bragantini. Il veterano ex sottosegretario scrive le tesi della sua candidatura. Lunedì tutte le anime (perse) a consulto dalla Manica

C’è chi si porta avanti nel lavoro e chi lavora senza riuscire a fare un solo passo avanti. Nel Pd piemontese tutto è ancora in alto mare. E non si tratta di fare previsioni su questo o quel candidato al congresso regionale, ma di sapere se ce ne sarà più di uno oppure se la da molti auspicata convergenza unitaria con cui evitare primarie e divisioni alla fine si troverà oppure no. O se, alla fine, la data delle assise – al momento fissata per il 16 dicembre – slitterà all'anno nuovo.

Lunedì, convocato da Giuliana Manica, si riunirà il comitato di reggenza aperto a tutti. Da questa assemblea a ingresso libero cui si prevede la partecipazione di molti parlamentari, favorita dall’essere stata convocata non a caso il giorno libero da impegni delle Camere, non paiono tuttavia annunciarsi novità in grado di sbloccare in un senso o nell’altro la questione. A meno che i colloqui che deputati, senatori e maggiorenti vari avranno oggi, a margine della Assemblea nazionale possano portare a qualche veto che cade, qualche accordo che si trova, oppure l’esatto contrario, chissà.

Si guarda pure a domani, giorno da molti indicato come quello in cui Marco Minniti dovrebbe annunciare la sua discesa in campo. Anche questo servirebbe a comprendere e chiarire posizionamenti con riflessi sulla vicenda che in via Masserano si trascina ormai da mesi e la cui soluzione non esula dalle dinamiche nazionali.

In attesa degli eventi c’è chi non perde tempo. Tredici pagine, quasi un piccolo pamphlet, quelle in cui, sotto il titolo Sette tesi per mettersi in marcia, l’ex sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba ha espresso la sua visione di un partito “che deve osare”. Lui lo ha fatto da mesi, cogliendo al volo l’invito – e in contropiede non pochi di coloro che glielo avevano rivolto – a candidarsi, sancito con l’ormai storico patto della bottiglia in una primaverile serata romana.

L’ex parlamentare vercellese in quello che appare un documento pronto da proporre come mozione congressuale dedica parecchio spazio e altrettante riflessioni sul ruolo della Regione (dove, secondo alcuni, punta a proseguire il suo cursus honorum) così come a Sergio Chiamparino, “una candidatura autorevole” e conia pure un non inedito slogan, aleggiato come possibile nome di una lista, che riprende il concetto del mettersi in marcia: Avanti Piemonte.

Il fatto è che a non andare avanti, verso una soluzione per ridarsi dopo quasi un anno una guida regionale, è proprio il partito. Bobba è pronto per rappresentare l’ala renziana (sia pure tra parecchie perplessità nazionali e locali, ma con l’indefesso appoggio del parlamentare Stefano Lepri), così come a farsi da parte nel caso si trovi una candidatura unitaria (che potrebbe anche incarnare egli stesso) da lui condivisa.

Altrettanto pronto e da tempo in pista è, sul fronte dell’area (ex)fassiniana il giovane consigliere regionale Raffaele Gallo. Ieri è tornato a ragionare sulla questione con il segretario provinciale Mimmo Carretta, il collega Daniele Valle e il suo main sponsor ovvero il senatore Mauro Laus, nei panni sempre più stretti e scomodi di un renziano a Roma e fassiniano a Torino.

Qualche disponibilità ad aperture verso una intesa unitaria sarebbero emerse, anche se lo stesso Gallo ha evidenziato l’evidentissima fino ad ora assenza di una proposta, di un nome, da chi quella soluzione vorrebbe trovarla. Davide Gariglio continua a peregrinare con una lista di nomi che ora s’allunga ora s’accorcia e talvolta si imbroglia, il cuperliano Andrea Giorgis e l'orlandiana Anna Rossomando faticano a escogitare una strategia in grado di includere tutte le anime del partito.

Se il fronte che supporta Gallo ha messo (dicono su precisa indicazione del padre) un irremovibile veto sull’ex deputata Paola Bragantini, altri veti o mezzi veti sembrano permanere sul presidente di Anci Piemonte, Alberto Avetta, il quale si ritrova appiccicata la denominazione di origine garigliana, così come su altri tra cui la deputata cuneese Chiara Gribaudo, non ben accetta dai renziani. Nelle ultime ore sembra riaffacciarsi l’ipotesi di Augusto Ferrari, assessore regionale e in quanto tale, a norma di statuto del partito, incompatibile con la carica di segretario. Ma questo, visto come è stato applicato e interpretato da tempo lo statuto – fanno notare nel Pd – sarebbe l’ultimo dei problemi. Prima ce n’è una sfilza.     

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