POLITICA & SANITÀ

"Se non parte l'Azienda Zero ritarda il piano sanitario"

Slitta a settembre la discussione in consiglio per la Super Asl. Icardi avverte le opposizioni: "Senza il nuovo organismo non si può lavorare alla nuova legge di programmazione". Ravetti (Pd): "La maggioranza come una barca in balìa delle onde".

Rimandata a settembre, se va bene. L’Azienda Sanitaria Zero che negli auspici dell’assessore alla Sanità Luigi Icardi si sarebbe dovuta varare prima delle ferie con l’approvazione della proposta di legge presentata dalla Lega, resta al palo. Né martedì scorso, né tantomeno ieri il testo ha incominciato concretamente il suo percorso in aula, dopo aver completato l’iter in commissione in tempi piuttosto brevi.

Non sarà un mese a fare molta differenza, anche perché nessuno s’immaginava tecnici e politici al lavoro nel mese di agosto per tradurre in pratica ciò che è contenuto nel testo e costituire a tempo di record il nuovo organismo cui sono affidate molte e importanti competenze sulla sanità regionale. Piuttosto, nel ritardo trovano spazio non troppo celate rivendicazioni delle minoranze per la riuscita della frenata da loro imposta, anche indirettamente, sul percorso della super Asl. Ancor più, il rinvio pone in evidenza un altro provvedimento non meno importante, ritenuto indispensabile dalla maggioranza, ovvero il nuovo piano sociosanitario. “Più slitta l’Azienda Zero, meno tempo resta per fare il piano”, dice Icardi senza giri di parole e puntando il dito contro quella lentezza cui non è del tutto estranea la mano dell’opposizione che, pur con alcune differenze di toni, non brama affatto la super Asl.

Una situazione, per alcuni versi paradossale. Il Pd chiede con forza che la Regione prepari e adotti un nuovo piano sociosanitario per sostituire quello “scaduto come uno yogurt nel 2015”, per usare le parole del senatore dem Mauro Laus, scagliatosi l’altro giorno contro la maggioranza di centrodestra per aver anteposto l’Azienda Zero alla nuova legge per regolamentare il sistema sanitario piemontese. Ma lo stesso Pd, pur avendo partecipato con emendamenti ai lavori della commissione ha cercato in più di un modo di rallentare il percorso del testo della Lega. E se all’approvazione del testo è collegato l’avvio dei lavori per il piano, ecco che tutto si complica. 

Fuori discussione che Icardi e il suo partito rinuncino alla super Asl o la postpongano al pian, ecco perché la ripresa dei lavori a Palazzo Lascaris dopo la pausa agostana potrebbe riservare ulteriori soprese e anche la previsione di un varo del nuovo organismo entro settembre potrebbe essere smentita dai fatti. 

“Alla giunta sfugge l'importanza degli atti di programmazione che sono di competenza del consiglio regionale. E la programmazione non è una opzione politica ma un obbligo normativo”, fa notare dai banchi del Pd Domenico Ravetti, nella scorsa legislatura presidente della commissione Sanità. Per Ravetti questo “è un tema molto delicato che rischia di aprire una fase assai complessa sui conflitti di competenze tra giunta e consiglio. Ciò che mi preoccupa è il vero motivo che non permette alla Giunta di accelerare sul Piano Socio sanitario: non sanno da dove iniziare a programmare sul medio e sul lungo periodo? Questo sarebbe il vero pericolo per i cittadini e per gli operatori sanitari. Inizio a pensare che vivano giorno per giorno i problemi e che li subiscano come le navi in mezzo al mare senza una rotta precisa in balia delle onde”.

Il consigliere dem si chiede “perché non depositano almeno una bozza di idea, non dico un testo esaustivo di cui peraltro il Piemonte avrebbe tantissimo bisogno? In quale contesto programmatorio inseriranno gli interventi sanitari territoriali del Pnrr? E, ancora, è vero che vogliono modificare radicalmente la delibera 1-600 sulla rete ospedaliera, oppure resta una lontana promessa elettorale?”.

Nel testo uscito dalla commissione c’è un comma che come ricorda il capogruppo del Pd Raffaele Gallo “è stato chiesto da noi” e dove si prevede che “al fine di favorire la piena armonizzazione ed integrazione delle attività nell’ambito del sistema sanitario regionale, entro sei mesi dall’istituzione dell’Azienda Zero, è approvato il nuovo piano socio sanitario”. Un tempo determinato, dunque, per dare al Piemonte il nuovo strumento di programmazione sanitaria anche alla luce delle carenze e dei bisogni emersi pesantemente fin dai primi giorni della pandemia, così come emerge dalla relazione di minoranza del gruppo di indagine che sarà presentata oggi. Ma anche con questo limite dei sei mesi, resta evidente che procrastinando l’istituzione della super Asl si ritarda l’entrata in vigore del nuovo piano. Che tutti, maggioranza e opposizione, dicono serva al più presto.

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