FINANZA & POTERI

Manovre private su Candiolo. Elkann investe nella Sanità

L'istituto fa gola a molti. Secondo fonti autorevoli il top manager Bedin potrebbe dare la scalata all'Irccs con la sua Lifenet, partecipata al 46% da Exor, ma la società smentisce. La Fondazione non si può vendere, scorporare una parte del complesso ospedaliero sì

Quanto può far gola un fiore all’occhiello della sanità, qual è l’Istituto di Candiolo, a chi – dai grandi gruppi privati del settore ai fondi di investimento sempre più gonfi di denaro – guarda all’ambito sanitario come a uno degli asset più redditizi? La risposta è semplice e confermata senza eccezioni da chi opera in questo ambito: molto.

Del resto, già una decina di anni fa a intravvedere una possibile scalata da parte di un grande gruppo della sanità privata per l’acquisizione di quello che poi sarebbe diventato un Irccs, Istituto di ricovero e cura di carattere scientifico era stata, lanciando l’allarme, l’ex assessore regionale alla Sanità Eleonora Artesio

Quel che non accadde allora non è detto che non possa accadere oggi. E oggi, non per caso, si rincorrono rumors su possibili e probabili manovre in corso per portare, almeno in parte, la grande e prestigiosa struttura nell’ambito dell’imprenditoria sanitaria o degli investitori che guardano con crescente attenzione al settore.

Qualche mese fa circolò la voce, anch’essa non certo del tutto infondata, di un possibile interesse del Gruppo San Donato (che controlla anche l’ospedale San Raffaele di Milano). Dal vertice del gruppo della famiglia Rotelli, non arrivò una secca smentita, ma il presidente, l’ex ministro Angelino Alfano, spiegò che questa eventuale operazione “sarebbe, comunque, al momento prematura”. La traccia del San Raffaele, però, forse non era del tutto sbagliata. 

È nel grande istituto milanese, fondato da don Luigi Verzè il quale ne sarà per molto tempo presidente-padrone, che anni dopo entrerà con un ruolo pesante Nicola Bedin, il manager il cui nome ora circola con sempre maggior insistenza, insieme a quello dalla Famiglia Agnelli e la loro cassaforte Exor, per le possibile evoluzioni dell’Irccs di Candiolo.

Appena ventisettenne, il bocconiano Bedin dopo tre anni da analista in Mediobanca entra nel Gruppo San Donato come assistente di Giuseppe Rotelli, un anno dopo è amministratore delegato e nel 2012 quando Rotelli si prende il san Raffaele strappandolo alla concorrenza dello Ior, la banca vaticana, e di Vittorio Malacalza, il giovane manager diventa amministratore delegato del San Raffaele per un quinquennio. Nel 2016 passa a guidare Italgas, ma non abbandona la sanità. Un paio d’anni dopo fonda Lifenet Healthcare, un gruppo di aziende ospedaliere e ambulatoriali che offre anche servizi di consulenza strategica e operativa a investitori istituzionali. 

Una carriera quella di Bedin, attuale presidente di Snam, che va in parallelo con quella dell’amico per la pelle Paolo Migliavacca, anch’egli bocconiano, dopo aver risanato il gruppo della sanità privata Maugeri approda a Candiolo come vicepresidente della Fondazione al cui vertice è Andrea Agnelli, ma nel contempo entra pure nella Lifenet Healthcare.

Un mese fa Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli annuncia l’acquisizione del 46% del gruppo di Bedin con un’operazione da 67 milioni di euro. “Lifenet, guidata da Nicola Bedin, è una società giovane, dinamica e ambiziosa che fornisce servizi molto necessari nel settore sanitario in cui siamo desiderosi di crescere”, commenta il presidente di Exor Jhon Elkann.  “Coerentemente con il nostro scopo di costruire grandi aziende, non vediamo l’ora di lavorare con Nicola e il suo team con cui condividiamo gli stessi valori per accelerare lo sviluppo di Lifenet”.

Con l’operazione si rafforza un legame storico tra i due gruppi: il CeMeDi di Torino, più noto come Sepin, per 70 anni è stato il punto di riferimento per l’assistenza sanitaria dei dipendenti Fiat e delle altre aziende del gruppo. Nell’estate del 2019 LifeNet aveva acquistato proprioil CeMeDI, compresa la sede, poi rivenduta alla fine del 2020 al fondo immobiliare Gereas, gestito da Ream sgr.

Un legame forte e consolidato quello tra Bedin ed Elkann, ma anche con il cugino Andrea che ha come suo vice l’amico e socio di Bedin, Migliavacca. Un quadro in cui sembrano calzare a pennello i non aleatori rumors su un possibile acquisto da parte del ticket Bedin-Elkann, peraltro in quanto soci, di una parte dell’Istituto di Candiolo. Indiscrezioni raccolte da più fonti in ambito finanziario che però vengono smentite: “La voce relativa al possibile acquisto dell’Irccs di Candiolo da parte di Lifenet è destituita di fondamento”.

Comprare e vendere una Fondazione, ovviamente, non è possibile, ma immaginare uno scorporo di una parte della struttura ospedaliera dalla Fondazione, lasciando a questa il core business del fundraising e della ricerca, non è così lontano dal vero. Del resto già quando, un decennio fa, l’ex assessore Artesio paventò il passaggio ai privati dell’istituto, la fondazione ovviamente già c’era.

Fondazione in cui è presente anche la Regione Piemonte che esprime due componenti del board, la stessa che, oltre a finanziare l’indiscusso centro di eccellenza, rimborsa a Candiolo le prestazioni effettuate in regime di accreditamento, come accade con tutte le strutture private. Settore sempre più appetibile per i grandi investitori.

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