SANITÀ & POLITICA

Una legge contro i tagli alla Sanità.
Il Pd sfida Cirio: "Firmala pure tu"

Presentata la proposta dei dem a Palazzo Lascaris: "Stanziamenti nazionali mai al di sotto del 7,5% del pil". Ma dopo il Covid sono già riprese le sforbiciate. Iniziativa comune a Liguria, Marche e Umbria. Ma in Piemonte serve a incalzare governatore in vista delle regionali

La lingua batte dove il dente duole e non sempre bastano massicce dose di antidolorifico per far passare il male. Così nel giorno in cui lo Spiffero annuncia la bocciatura di Azienda Zero da parte dell’Anac, il Pd continua a picchiare sulla Sanità chiedendo al governo di centrodestra “Mai più tagli”. Uno slogan che riecheggia spesso in Piemonte negli ultimi tempi, a cominciare dalla Marcia della salute che il 27 maggio ha visto migliaia di persone sfilare a Torino sotto le bandiere della Cgil e di alcuni sindacati di medici e infermieri. Oggi i dem piemontesi vanno oltre e presentano il loro progetto di modifica alla legge nazionale, chiedendo al Parlamento di mettere nero su bianco che la spesa pubblica sulla sanità non possa più scendere al di sotto del 7,5% del pil dell’anno precedente.

Una proposta che il Pd sfida il governatore Alberto Cirio a firmare, viste anche le sue dichiarazioni sull’importanza del servizio pubblico fatte durante e dopo la pandemia. Il Pd piemontese non è solo: anche i compagni di partito di Marche, Umbria e Liguria (accidentalmente tutte Regioni in cui è all’opposizione) stanno presentando la stessa istanza.

“La destra prima della pandemia chiedeva di tagliare la sanità pubblica” attacca il segretario regionale Domenico Rossi. E anche se oggi non lo dice più apertamente, “mette il sistema in una situazione di privatizzazione strisciante”. I conti fatti dai democratici sulla base dei dati Gimbe dicono che nel suo primo Def la premier Giorgia Meloni ha già dato una sforbiciata al budget della sanità: se, dopo un decennio di tagli, durante la pandemia la spesa pubblica era salita (al 7,4% del pil nel 2020 e al 7,2% nel 2021), il nuovo Governo ha previsto di spendere il 7% del pil nel 2022, il 6,6% nel 2023 e il 6,3% nel 2024. Insomma, un ritorno ai numeri pre Covid che preoccupa, visti anche gli annosi problemi nelle erogazioni. “Stiamo facendo banchetti in tutto il Piemonte e tutti ci raccontano la stessa storia: un anno, un anno e mezzo di attesa per prestazioni elementari” prosegue Rossi.

“Portiamola tutti insieme in aula” provoca il capogruppo Raffaele Gallo, primo firmatario. “Se manderemo all’unanimità un segnale al Governo, riusciremo a mettere il Parlamento nelle condizioni di stanziare più risorse”. Chissà se Cirio risponderà, intanto Gallo torna sullo stop di Anac ad Azienda Zero come stazione appaltante per la sanità regionale: “Non vogliamo dire che avevamo ragione noi, ma avevamo ragione noi”. Un brutto colpo per le politiche della giunta visto che “è stato bocciato il caposaldo intorno al quale Azienda zero è stata costruita”.

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