SANITÀ

Asl, Piemonte in ritardo di otto anni.
Mai fatto l'elenco dei "numeri due"

Inapplicata fino ad alcuni mesi fa la norma del 2016 che prevede la lista degli idonei a direttore amministrativo e sanitario. L'ultimatum del ministero: o vi adeguate o dovrete rivolgervi ad altre Regioni. Nomine sospese in attesa dei papabili esaminati dalla commissione

Un ritardo di otto anni, due amministrazioni regionali di colore opposto e qualcosa che nella macchina burocratica della sanità piemontese ha continuato a non funzionare. Fino al punto da indurre i proverbialmente non proprio alacri dirigenti ministeriali a inviare a Torino un chiaro ed eloquente ultimatum: se la Regione non predispone l’elenco degli idonei al ruolo di direttore sanitario e amministrativo per le aziende sanitarie, queste figure dovranno essere reperite negli elenchi delle regioni più vicine.

L’elenco adesso sta per essere completato e nel giro di alcuni giorni la commissione presieduta da Paolo Tofanini, pur dovendo risolvere la grana del requisito legato alla frequentazione di un corso di management come riportato l’altro ieri dallo Spiffero, consegnerà la lista alla giunta regionale. Una procedura che in Piemonte si svolge per la prima volta, nonostante la norma dello Stato che prevede l’elenco, sia il decreto 171 del 4 agosto 2016. 

Sembra incredibile, ma per tutti questi anni, il Piemonte è stato di fatto inadempiente rispetto alla legge. I direttori generali di Asl e Aso hanno continuato a nominare i loro più stretti collaboratori su base fiduciaria come previsto dalla norma, ma dovendosi limitare a vagliare i curricula e i profili come si faceva prima dell’entrata in vigore del decreto. Una prassi che, di fatto, ha sopperito a quella mancanza di adeguamento alla legge che non si sa per quale oscura ragione è proseguita negli anni, passando da un direttore regionale all’altro, attraversando cambi di assessori. Certo qualche intoppo ci sarà pure stato, una delle tante difficoltà a interpretare la norma, la lentezza delle procedure si sa non conosce eccezioni, tuttavia sei anni sono tanti. Troppi perfino per i tempi ministeriali. 

Tant’è che dal dicastero della Salute suppergiù allo scadere del lustro è partito il colpo di avvertimento: o il Piemonte si dota dell’elenco, oppure le figure apicali delle aziende nei rispettivi ambiti si dovranno ingaggiare pescando dagli elenchi delle Regione che gli elenchi li hanno. Pare, inoltre, che ad accorgersi di questa anomalia siano stati, la scorsa estate, anche gli investigatori inviati dalla Procura della Repubblica a spulciare le carte della Città della Salute.

La disposizione del ministero della Salute è tanto chiara e perentoria al punto da rendere ancor più urgente il completamento dell’elenco e la sua ufficialità da parte della giunta, proprio per sbloccare in fretta una serie di situazioni sospese. Essendo previsto per legge che al loro insediamento i direttori generali debbano nominare entro novanta giorni i direttori amministrativi e sanitari, questa procedura vede tempi stretti oltre che per la già citata Città della Salute, anche per l’Asl Città di Torino, per l’Asl To3 e per l’Aso Santa Croce e Carle di Cuneo. I rispettivi direttori generali, Giovanni La ValleCarlo PiccoFranca Dall’Occo e Livio Tranchida, nominati a fine dicembre, sono i primi ad attendere l’elenco degli idonei che se non fosse stato predisposto, dopo sei anni di vuoto, li obbligherebbe a cercare i loro numeri due oltre i confini del Piemonte. Stessa sorte sarebbe toccata ai tanti futuri direttori generali che, salvo una proroga a dopo il voto regionale, dovranno sostituire quelli in scadenza nel giro di poco più di un paio di mesi.