POLITICA & GIUSTIZIA

Rifiuti e mazzette, il manager indagato per tentata concussione imbarazza il Pd: "Ora Scolaro si deve dimettere"

Dopo il caso Gallo un'altra vicenda getta lo scompiglio tra i dem alla vigilia delle elezioni. I sindaci dei comuni soci del Cidiu vogliono il passo indietro dell'amministratore delegato. Esposto a Procura e Corte dei Conti sui rimborsi percepiti negli anni

Martedì era al teatro Juvarra di Torino ad ascoltare le “Storie dall’inferno” di Stefano Esposito e Luca Lotti, vicende parallele di traversie giudiziarie concluse con assoluzioni o addirittura viziate da conclamati illeciti dei pm; ora agli inferi, accusato di tentata concussione, con il sospetto di aver chiesto tangenti ad aziende legate al business dei rifiuti, ci finisce proprio lui. Marco Scolaro, amministratore delegato del Cidiu, consorzio pubblico per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, è il manager che torna a gettare scompiglio nel Pd dopo il recente “caso Gallo” e a poche settimane dalle urne europee e regionali. Scolaro, infatti, è iscritto al Pd sin dalla sua costituzione, così come sono suoi compagni di partito buona parte dei sindaci che lo hanno nominato e poi confermato per dieci anni al vertice dell’azienda.

In questo caso, però, il Pd pare avere attivato tutti i suoi anticorpi. Sarebbe stato il presidente del Cidiu Marcello Mazzù, che è pure segretario della Federazione torinese del partito di Elly Schlein, a denunciare Scolaro dopo che alcune aziende private hanno segnalato all’azienda “abusi” nei loro confronti. L’ipotesi di accusa, come detto, è tentata concussione. Il manager nel suo ruolo di amministratore delegato avrebbe cercato di costringere alcune aziende private a “dare o promettere – a lui – denaro o altre utilità anche di natura non patrimoniale”. Sarebbero due i tentativi di concussione, risalenti al dicembre 2021 e novembre dell’anno dopo, nei confronti di altrettante società private che si occupano di raccolta e trattamento rifiuti e che hanno stipulato con il Cidiu un contratto annuale per scaricare il materiale nella discarica di Druento.

“Ora si deve dimettere”. I sindaci e principali soci del Cidiu tornano all’attacco e chiedono il passo indietro dell’amministratore delegato. L’indagine che lo ha travolto, i rimborsi spesa stellari e pure il fatto di aver “nascosto” l’avviso di garanzia che risalirebbe al novembre dello scorso anno sono elementi sufficienti secondo i sindaci degli stessi comuni che nel 2021 lo hanno confermato su quella poltrona.

Mai come in questo caso, politica e giustizia s’intrecciano. Risalirebbe a un anno fa la denuncia di Mazzù alla Procura della Repubblica. Una denuncia tanto circostanziata che pochi mesi dopo, a novembre, arriva anche l’avviso di garanzia per Scolaro. Le voci si rincorrono e mentre il procuratore aggiunto Enrica Gabetta e il pm Alessandro Aghemo studiano le carte e ascoltano testimoni, Scolaro riceve anche la richiesta di fare un passo indietro da quattro primi cittadini del Pd: si tratta di Emanuele Gaito di Grugliasco, Francesco Casciano di Collegno, candidato alle regionali, Steven Palmieri di Alpignano e Carlo Vietti di Druento. Un tentativo per mettere l’azienda al riparo da un più che probabile ciclone giudiziario. Ma lui resiste. Non può rassegnare le dimissioni ora, sarebbe un’ammissione di colpa, spiega in alcuni colloqui privati, ma senza comunicare che è indagato. Paradossalmente sono proprio i sindaci del centrodestra a non voler infierire:Andrea Tragaioli di Rivoli e Domenico Morabito di Rosta, anche loro soci del Cidiu. L’inchiesta va avanti e nel Pd cresce il nervosismo. Durante l’assemblea societaria dell’11 marzo, il primo cittadino di Grugliasco, Gaito, chiede ai vertici dell’azienda se qualcuno avesse ricevuto avvisi di garanzia. Tutti negano, compreso Scolaro.

Un altro filone della vicenda riguarda i rimborsi ottenuti dall’ad dal 2016 al 2022: si tratta di oltre 60mila euro e anche su questo ora c’è chi vuole fare chiarezza. “Presenterò un esposto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti” annuncia Gaito, intanto dovrebbe essere convocata a breve un’assemblea straordinaria in cui la maggioranza dei soci potrebbero votare una formale richiesta di dimissioni per Scolaro.