LA SACRA RUOTA

Stellantis, altra frenata a Mirafiori: in "solidarietà" 1.200 operai

Dopo i lavoratori della Maserati tocca a quelli della 500 elettrica. La misura concordata con i sindacati durerà fino al 4 agosto, sperando che nel frattempo azienda e Governo si diano una mossa. A Torino serve almeno un nuovo modello

Arrivata la conferma in mattinata: scatta il contratto di solidarietà anche per i 1.174 operai di Mirafiori impiegati sul modello di punta dello stabilimento torinese: la Fiat 500 elettrica. E così Stellantis dopo aver collocato in solidarietà i dipendenti della linea Maserati fino a dicembre replica la misura dal 23 aprile 2024 al 4 agosto 2024 per la Bev. Insomma, la frenata della storica fabbrica subalpina prosegue alimentando le preoccupazioni sul suo destino, al centro della manifestazione lo scorso 12 aprile promossa da tutti i sindacati per chiedere investimenti, almeno un nuovo modello e un piano industriale.

“Il contesto in cui ci troviamo è estremamente sfidante e al contempo preoccupante – conferma il segretario territoriale Fismic Confsal di Torino, Sara Rinaudo –. La firma di questo contratto è necessaria al fine di preservare il massimo possibile di posti di lavoro, garantire un percorso di transizione dignitoso e per la migliore tutela del reddito. Si dimostra sempre più urgente, però, che il Governo intervenga con una politica industriale ad hoc per il settore e che vengano allocati quanto prima tutti i modelli della 500 a Mirafiori”.

“Il passaggio alla cassa integrazione straordinaria attraverso il contratto di solidarietà – commenta Rocco Cutrì, segretario generale della Fim Cisl Torino – evidenzia quanto la flessione delle produzioni Stellantis a Torino sia sempre più strutturale. Al di là della condivisibile bontà dello strumento utilizzato per tutelare i redditi di lavoratori e lavoratrici, è sempre più evidente l’esigenza di una soluzione industriale che superi l’attendismo sugli incentivi all’acquisto purtroppo non ancora disponibili seppur annunciati e riannunciati più volte dal governo. Siamo quasi alla conclusione dei tavoli nazionali, ci aspettiamo che Stellantis abbandoni ogni indugio e presenti nei prossimi giorni progetti industrializzabili a breve o media scadenza che assicurino, a partire da Mirafiori, produzioni per il raggiungimento del milione di veicoli nel nostro paese. Il governo compia ogni sforzo possibile in direzione di un’intesa che assicuri produzioni al nostro paese e l’azienda sia più sensibile alla responsabilità sociale nei confronti di questa collettività”.

“Abbiamo proprio fatto bene a fare lo sciopero il 12 aprile con la grande manifestazione che ha visto migliaia di partecipanti scendere in piazza per il rilancio di Mirafiori. Questa ennesima richiesta di cassa dimostra fattivamente che abbiamo ragione come sindacati a richiedere nuovi modelli da produrre e che senza di essi l’unica cosa certa è il continuo utilizzo degli ammortizzatori sociali. Purtroppo, Tavares l’altro giorno non ha detto nulla sulle nuove produzioni. Ecco perché è necessario aprire una vera trattativa a Palazzo Chigi con il governo, Stellantis e i sindacati che metta al centro Mirafiori, ma che parli anche degli altri stabilimenti italiani, pena la perdita dell’auto nel nostro Paese”, spiega Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino. “Siamo molto preoccupati per l’incertezza che vive lo stabilimento più importante d’Italia. Credo che in questi mesi abbiamo assistito solo a chiacchiere e promesse se il governo non interviene velocemente si mette a rischio lo stabilimento di Mirafiori” aggiunge Luigi Paone, segretario della Uilm torinese.

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