ALTA TENSIONE

Hanno messo a ferro e fuoco Torino. Corteo "paramilitare" per Cospito

I disordini scoppiati il 4 marzo 2023 alla manifestazione in solidarietà dell'anarchico sono l'esito di un'azione pianificata e preordinata volta a dare copertura alle azioni violente e di devastazione. I 75 denunciati risponderanno anche dei danni - VIDEO

Secondo gli investigatori durante i disordini scoppiati al corteo del 4 marzo 2023 a Torino, in solidarietà di Alfredo Cospito “è stata evidenziata un’organizzazione militare dell’area insurrezionalista, con una precisa ripartizione dei ruoli, con una copertura di un nucleo centrale che si rendeva responsabile delle azioni violente e poi con una copertura circolare che gli garantiva l’impunità”. Lo afferma Carlo Ambra, il dirigente che guida la Digos della Questura subalpina, sull’operazione “City”, che ha portato alla denuncia di 75 militanti anarco-insurrezionalisti e all’esecuzione a Torino, Roma, Milano, Livorno, Alessandria e Cuneo di 19 misure cautelari nei confronti di altrettanti attivisti per i reati di devastazione, violenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale. “È stata un’indagine molto complessa – ha sottolineato Ambra – abbiamo dovuto analizzare in maniera trasversale e tecnologica una miriade di immagini che ci hanno consentito di ricostruire le fasi di travisamento e di spoglio degli indumenti utilizzati per assicurarsi l’impunità ed è stato, inoltre, necessario ricostruire tutte le dinamiche violente”. Un’azione pianificata di guerriglia. “Ci sono stati ruoli di coordinamento da parte soprattutto degli anarchici torinesi e nelle azioni violente sono state utilizzate anche ricetrasmittenti per le comunicazioni nelle fasi più concitate. I denunciati risponderanno anche dei danni subiti”, ha aggiunto. Nel corso del corteo sono stati rotti vetri di auto in sosta, vetrine di negozi, divelti cartelli stradali, incendiati cassonetti e imbrattati monumenti e il Santuario della Consolata, per danni che ammontano a circa 650mila euro.

Il giudice per le indagini preliminari, dopo aver evidenziato “la precisa articolazione fra ruoli di azione e di coordinamento” e la “inequivocabile preordinata organizzazione delle azioni violente” ha sottolineato come i “plurimi danneggiamenti protrattisi per oltre due ore, sono avvenuti senza soluzione di continuità poco dopo il travisamento di numerosi manifestanti, collocati in testa e in coda al corteo in modo da formare due fronti compatti, volti a impedire l’intervento della forza pubblica nonché a proteggere il corpo centrale dei dimostranti, anch’essi travisati, impegnati nelle azioni di devastazione”. È quanto emerge dalla misura cautelare. Nel motivare il reato di devastazione, il gip ha inoltre specificato che “l’azione violenta ha interessato beni sia pubblici che privati, colpiti in modo indiscriminato e fine a se stesso, cagionando un profondo deterioramento di una significativa area del tessuto urbano, in una zona centrale e nevralgica della città”, con contestuale “turbamento dell’ordine pubblico, già desumibile dalla portata dell’azione delittuosa, indiscriminata e durevole, nonché dalla rilevanza e diffusività del danno” e dal “timore cagionato dal passaggio del corteo” ai residenti della zona costretti a rifugiarsi dentro i palazzi e ai titolari dei negozi “costretti a chiudere gli esercizi commerciali per tentare di sottrarsi all’azione devastatrice dei manifestanti”.

Per il gip “il corteo anarchico ha dunque provocato un significativo pericolo per l’ordine pubblico, incidendo sul tranquillo e pacifico vivere civile, cagionando consistenti danni economici a privati ed enti pubblici e condizionando le ordinarie attività delle persone che si trovavano nei luoghi interessati dal transito della manifestazione”. Per quanto riguarda nello specifico il reato di violenza aggravata a pubblico ufficiale è stato evidenziato nell’ordinanza cautelare come “l’assetto paramilitare del corteo” e le “barricate create ad arte” con “cassonetti incendiati, reti metalliche, scudi rinforzati e arredi urbani” abbiano di fatto “impedito l’intervento della forza pubblica”, in considerazione anche del “rischio elevato di conseguenze per l’incolumità delle persone sia in ragione della conformazione dei luoghi, sia tenuto conto della significativa presenza, il sabato pomeriggio, di numerosi cittadini”.

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