Troppe bugie sui dipendenti pubblici

Sono 7 anni che i contratti nella pubblica amministrazione non vengono rinnovati. Agitare il “fantasma” di dipendenti super pagati, a fronte dei comportamenti vergognosi di pochi, va a detrimento dell’immagine di tutta la pa

L’archetipo del parassita ricco epulone. Sono una dipendente del Consiglio regionale del Piemonte e, come tale, oggetto di doppio attacco, in quanto appartenente alla vituperata categoria dei dipendenti pubblici (tutti fannulloni) ed oggi, a seguito del “brillante” articolo comparso su un giornale cittadino, super-dipendente che non ha eguali per remunerazione in altre Regioni del nord. Mi permetto di ricordare che sono 7 anni che i contratti nella pubblica amministrazione non vengono rinnovati, con un effetto perverso sulla perdita del potere d’acquisto per i lavoratori del pubblico impiego e per le loro famiglie. Questo accade nonostante una sentenza chiara della Corte Costituzionale stabilisca che il rinnovo del Contratto è un diritto per i lavoratori.

I 44mila euro di stipendio medio indicati nell’articolo costituiscono l’ennesimo azzardo che alimenta il risentimento atavico verso il settore pubblico, identificato come casta di privilegiati. Tale cifra è infatti attribuibile a Categorie D con posizioni organizzative apicali, mentre le indennità disagio sono riservate alle categorie B/C, che rappresentano l’anello più debole e meno retribuito della scala gerarchica, percependo in media uno stipendio di 1100/1300 mensili netti che possono raggiungere i 1200/1500 euro con le “ricche” indennità indicate, anche dopo trent’anni di servizio. Per ciò che attiene alle posizioni organizzative, di diversi livello e retribuzione finanziaria anche in ragione del premio di produttività, vedono compresi “in toto” eccedenze orarie, straordinari serali, domenicali e festivi.

In sostanza, deve essere valutato non solo il carico di lavoro assegnato, ma anche la qualità del lavoro medesimo. Quella che oggi più comunemente viene definita “performance” altro non è che un obiettivo da assicurare, ognuno in proporzione al rispettivo livello di responsabilità. Gli scatti di anzianità poi, congelati per lungo tempo, con le regole del nuovo testo unico (legge Madia), verranno eliminati per sempre.

Credo appaia chiaro agli occhi di tutti che agitare il “fantasma” di un dipendente regionale super pagato, sempre superficialmente dipinto, come la quasi totalità dei dipendente pubblici, a fronte dei comportamenti vergognosi di pochi, fannullone e furbetto del cartellino, vada a detrimento dell’immagine di tutta la Pubblica Amministrazione, alimentando rancori e dannose invidie sociali nonché falsi pregiudizi, che sottraggono non solo denari, ma dignità e rispetto a coloro che svolgono onestamente il proprio lavoro. La maggior parte dei dipendenti è ormai tristemente consapevole di apparire dinanzi all’opinione pubblica, falsamente condizionata, come una reale zavorra finanziaria sia per l’Ente Locale che per il Paese. Evidenziare dati incompleti risulta perciò fuorviante ed ancora una volta punitivo.

*Patrizia Della Morte, dipendente Regione Piemonte

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