RETROSCENA

Pd-Ncd, prove di “larghe attese”

Nelle retrovie della politica subalpina si intensificano i contatti tra democratici e alfaniani. La corsa solitaria dei "ministeriali" fa gioco a Chiamparino e dopo le urne si vedrà. Intanto man bassa di Bonsignore sul territorio. Sabato il leader nazionale a Torino

Nessuno dei due può dirlo apertis verbis, ma l’eventuale corsa solitaria di Ncd farebbe un gran comodo al Pd e marcherebbe per il partito di Alfano quella distanza dalla matrice berlusconiana, utile a presentarsi come futuro contenitore del centrodestra di stampo europeo, “affrancato” dal padrinaggio del signore di Arcore. Entrambi azionisti del governo Renzi (e prima con Letta), la prospettiva di una futura collaborazione a livello piemontese non avrebbe nulla di anomalo, almeno non più di quanto lo è sul piano nazionale. E così le “convergenze parallele” Pd-Ncd potrebbero segnare la prossima fase della politica piemontese.

 

Nella sua prima relazione il neo segretario regionale Davide Gariglio, pur escludendo qualsiasi accordo con forze che abbiano sostenuto la giunta Cota, nel porre come obiettivo il 40% dei consensi quale soglia dell’autosufficienza del centrosinistra ha mostrato di avere la piena consapevolezza del rischio, assai concreto, che dalle prossime urne possa uscire una maggioranza risicata nei numeri, non in grado di assicurare la “governabilità”. Com’è noto, infatti, il combinato disposto della riduzione dei consiglieri e di una legge elettorale proporzionale ritagliata su un sistema bipolare (a cui va aggiunto il limite nella nomina di assessori esterni) potrebbe prefigurare la necessità di trovare all’interno del futuro Consiglio una “stampella” per dare maggiore stabilità ai vincitori. Prendendo come base i dati delle ultime Politiche e proiettandoli in termini di seggi nell’emiciclo di via Alfieri lo scenario che si presenta conferma le preoccupazioni in casa dem: la coalizione vincente si assicurerebbe su 50 consiglieri 14 seggi, a cui va aggiunto il premio di maggioranza assicurato dal listino (10) per un totale di “appena” 24 eletti. Lo schieramento sconfitto ne incasserebbe 13, il MoVimento 5 stelle 10. È evidente che questa simulazione fa i conti senza l’oste, ovvero non tiene conto dell’effetto trascinamento dei candidati presidente, a cominciare dal “campione” del centrosinistra Sergio Chiamparino, anche se la storia della Regione, da quando è stata introdotta l’elezione diretta del governatore, consiglia cautela nel valutare il reale apporto dei rispettivi numeri uno sull’esito finale.

 

I segnali di quella che potremmo definire non impropriamente la “strategia dell’attenzione” sono più chiari di quanto si voglia far credere. I contatti tra Chiamparino e alcuni esponenti alfaniani sono cosa nota e nient’affatto esauriti (dal caffè con Giampiero Leo agli “scambi di vedute” con Enzo GhigoMichele Coppola e Aldo Scarabosio), lo stesso Gariglio ha aperto un parallelo canale diplomatico con i “ministeriali”, utilizzando un paio di sherpa addestrati a percorrere le lande del mondo cattolico-popolare.

 

Dopo settimane di discussioni interne che hanno provocato qualche lacerazione, Ncd affronterà il tema giovedì prossimo, a Roma, nel corso dell’incontro convocato dal vertice romano (il presidente Renato Schifani e il coordinatore nazionale Gaetano Quagliariello). In quella sede i big piemontesi del partito - da Enrico Costa all’azionista di maggioranza Vito Bonsignore, al capogruppo a Palazzo Lascaris Daniele Cantore – metteranno sul tavolo le due opzioni: riaprire il confronto con il centrodestra oppure tagliare il nodo gordiano e correre da soli. Vi prenderanno parte anche i due assessori uscenti che pure, per ragioni diverse, manifestano crescente insofferenza? Claudia Porchietto è “imparolata” con il leader di Forza Italia Gilberto Pichetto da cui avrebbe avuto rassicurazioni di guidare la lista del presidente, ma mantiene rapporti ad ampio raggio (dal giro ciellino di Dario Odifreddi ad ambienti di centrosinistra). Coppola sa che in caso di lista autonoma non solo occorre superare lo sbarramento del 3% ma soprattutto che i posti “eleggibili” si riducono e la lotta fratricida potrebbe penalizzarlo. Infine Bonsignore che per ragioni “europee” è tentato dalla strada solitaria ma nulla farebbe per aiutare, neppure indirettamente, Chiamparino. Il suo interlocutore nel centrosinistra è Piero Fassino: i due parlano la stessa lingua (non il siciliano) e sono piuttosto diffidenti (per non dire contrari) verso la santificazione dell’ex sindaco.

 

Sabato 15 è atteso a Torino Angelino Alfano, per una grande manifestazione al Carignano. Una volta risolti i contrasti sulla scaletta dell’evento – è scontro su chi deve presentare e intervenire (Silvio Magliano si è fatto avanti, così come l’altro giorno ha “offerto” la sua candidatura per le Europee a uno stranito Maurizio Lupi, ricevendo una glaciale risposta: “Bisogna parlarne con Bonsignore”) – Ncd dovrà in quella sede lanciare la sua proposta. Al momento prevale la cautela, al punto che qualcuno ritiene che neppure sabato arriveranno parole nette sulle alleanze in Piemonte, preferendo spostare l’attenzione sull’assemblea che a Rimini dall’11 al 13 aprile sancirà “la nascita ufficiale del partito politico e che vedrà la partecipazione con diritto di voto di tutti i presidenti dei circoli che saranno costituiti entro l’11 marzo”. E indovinate chi ha fatto man bassa di circoli in Piemonte? Ovviamente Bonsignore.