POLITICA & GIUSTIZIA

Firme false, se ne riparla l’anno prossimo

Rinviata al 19 febbraio l'udienza del Tar sui ricorsi per le presunte irregolarità nella raccolta delle sottoscrizioni per le liste che appoggiavano l'allora candidato governatore Chiamparino. Doccia gelata per il centrosinistra - LEGGI L'ORDINANZA

Se ne riparla il prossimo anno. È  stato rinviato al 19 febbraio il procedimento amministrativo originato da un ricorso elettorale contro alcune delle liste che alle ultime Regionali appoggiavano la candidatura di Sergio Chiamparino alla presidenza della Regione Piemonte. Lo ha deciso il Tribunale presieduto da Lanfranco Balucani con una ordinanza con la quale ha disposto l’acquisizione di nuove carte. I giudici hanno ordinato alla ricorrente, l’esponente leghista Patrizia Borgarello, di “integrare il contradditorio” con la notifica del ricorso a tutti i consiglieri regionali del Piemonte, e non solo ad alcuni. Poi hanno disposto che l’Ufficio Elettorale o l’Avvocatura dello Stato depositino in giudizio entro 30 giorni una serie di atti relativi alle elezioni. Tra questi spiccano il verbale di ammissione della lista regionale “Chiamparino presidente” e quelli relativi all’ammissione delle liste provinciali del Pd e di “Chiamparino per il Piemonte” (Monviso) per quel che riguarda le province di Torino e di Cuneo.

 

I ricorrenti sostengono che siano state raccolte firme false per tre delle liste che sostenevano la candidatura di Chiamparino. Un rinvio che non è certo una buona notizia per il centrosinistra. Non solo il Tar oggi non ha respinto l’istanza, ammettendo implicitamente che i termini dell’atto non sono affatto scaduti, ma soprattutto non ha escluso dalle successive istruttorie la lista maggioritaria, ovvero quella la cui eventuale decadenza invaliderebbe la competizione elettorale.

 

La querelle giudiziaria prende le mosse dal ricorso presentato dall’ex consigliere provinciale della Lega NordPatrizia Borgarello, contro tre liste, due proporzionali, “Chiamparino per il Piemonte” (contrassegnata dal Monviso) e “Pd”, nelle circoscrizioni di Torino e Cuneo, e una maggioritaria, “Chiamparino presidente”, a cui è legata l'elezione del presidente e di dieci consiglieri regionali. Per tutte le liste in questione, secondo la parte ricorrente, si sarebbero verificate irregolarità nella sottoscrizione delle firme necessarie alla loro presentazione: sovrapposizioni delle stesse firme nel medesimo ordine su più liste, date di nascita o luoghi di residenza al posto delle firme stesse, autentificazioni record da parte della stessa persona al ritmo di una ogni due minuti in due diverse città e nella stessa giornata, conflitti di interesse per candidati che avrebbero autenticato la firma di altri candidati. Secondo i legali della Regione Piemonte e del Pd, tuttavia, il ricorso sarebbe avvenuto fuori tempo rispetto al termine di 30 giorni dalla proclamazione degli eletti, almeno per quanto riguarda la lista maggioritaria. 

 

Nell’udienza di ieri, durata oltre un'ora si è discusso a lungo sul momento della proclamazione degli eletti da cui cominciare a far decorrere i termini. Secondo la tesi dell’Avvocatura regionale la proclamazione sarebbe avvenuta in modo distinto per ogni lista da parte di ogni tribunale del capoluogo di circoscrizione, mentre nel caso della lista maggioritaria si sarebbe completata con il relativo atto da parte della Corte d’appello di Torino, il 6 giugno scorso. Per questo motivo il ricorso presentato dall’esponente leghista il 10 luglio scorso, vale a dire oltre i 30 giorni consentiti, sarebbe tardivo.

 

Per i legali dei ricorrenti viceversa la proclamazione sarebbe invece un atto unitario completatosi con l’ultima di queste proclamazioni (il 13 giugno) e semmai con la comunicazione unitaria da parte della prefettura di Torino il 21 giugno scorso. Parallelamente al processo amministrativo è in corso presso la procura di Torino sulla stessa vicenda un’indagine penale, a seguito di un esposto dell’europarlamentare della Lega Mario Borghezio.

 

"Esprimo massimo rispetto per la decisione del Tar, volta ad acquisire tutti gli elementi utili a perfezionare l'iter del procedimento" ha commentato a caldo Chiamparino. “Visto il precedente creato proprio dal Tar del Piemonte – ha scritto su Facebook l’ex governatore del Piemonte Roberto Cota, segretario della Lega piemontese – a fronte di irregolarità accertate nelle firme a sostegno della lista di Chiamparino e di quella del Pd, il risultato dovrebbe essere scontato”. “Il fatto che il Tar prenda tempo e rinvii al 19 febbraio la prossima udienza – ha sostenuto Gilberto Pichetto, segretario regionale di Forza Italia ed ex vicepresidente del Piemonte – dimostra che ci sono elementi non chiari nella raccolta firme delle liste a supporto della candidatura di Sergio Chiamparino. Se il centrosinistra ostenta tranquillità – aggiunge – non vorrei che fosse la quiete prima della tempesta. E mi auguro che il Tar utilizzi lo stesso metro di giudizio adottato per giudicare la validità delle precedenti regionali, dove il centrodestra aveva vinto la competizione elettorale e perso invece la lotta di carte bollate”.

 

Leggi l'ordinanza del Tar