Niente preferenze e collegi uninominali Ecco il Piemontellum radical-piddino
08:15 Lunedì 22 Dicembre 2014 3Una petizione propone una nuova legge elettorale “maggioritaria” per le prossime elezioni regionali. Sulla scheda il nome del candidato scelto dal partito: conquista il seggio a Palazzo Lascaris chi prende più voti. Abolizione del listino bloccato
C'è già chi lo ha ribattezzato Piemontellum: abolizione delle preferenze e collegi uninominali. A Torino come a Roma si torna a parlare di legge elettorale. Uno dei tanti obiettivi mancati dalla disastrata giunta di Roberto Cota, travolta da ricevute e filme false, mentre la discussione languiva a Palazzo Lascaris, tra un "tavolo" e un vertice. Così, a sei mesi dall’elezione di Sergio Chiamparino, ci pensano i Radicali a risollevare la questione, con una petizione che avrà, se non altro, il merito di riaprire un dibattito sopito dall’incombenza dell’ennesima emergenza finanziaria nei conti di piazza Castello. La politica, dopotutto, «non può essere solo numeri e scontrini» afferma il presidente dei pannelliani torinesi Igor Boni, peraltro candidato alle ultime Regionali nelle liste del Pd.
Ma perché è necessario cambiarla? Innanzitutto perché il governo Monti, nella passata legislatura, ha ridotto i consiglieri da 60 a 50 e, senza una revisione dell’attribuzione dei seggi, c’è il rischio che alcuni territori restino senza una rappresentanza. In secondo luogo l’attuale sistema – con assegnazione dei seggi su base proporzionale attraverso l’utilizzo delle preferenze e premio di maggioranza rappresentato dal listino bloccato – era stato pensato per uno schema bipolare e con uno tripolare come quello che sta emergendo rischia di non garantire una maggioranza alla coalizione vincente. Il successo schiacciante di Chiamparino, alle Regionali della primavera scorsa, ha coperto tutti i limiti dell’attuale sistema, ma il rischio di un’aula non rappresentativa, o peggio, l’assenza di una maggioranza in Consiglio restano altissimi.
Da qui l’iniziativa che, dopo la presentazione ufficiale di questa mattina, cercherà di allargare il più possibile il perimetro di azione, anche oltre il centrosinistra. La proposta è quella di un maggioritario uninominale secco, cinquanta collegi per eleggere cinquanta consiglieri, una sorta di Mattarellum ma senza i paracadute previsti dalla legge che segnò il passaggio dalla prima alla seconda repubblica. Via le preferenze, «fonte di clientele» e abolizione del listino, unico tema sul quale, per il momento, la convergenza, almeno a parole, è quasi unanime. Verrebbe mantenuta l'elezione diretta del governatore.
Tra i sostenitori dell’iniziativa pezzi del Partito democratico come l’esponente dei Giovani Turchi Mario Sechi, il civatiano Fabio Malagnino e il renziano Davide Ricca, tutti e tre nella segreteria regionale del Pd. Ma la discussione è andata anche oltre il principale partito di maggioranza a Palazzo Lascaris, come testimoniano le firme che verranno apposte alla petizione: dal centrista Alfonso Badini Confalonieri all’ambientalista Dino Barrera. In estate, quando i Radicali sollevarono per la prima volta il tema, il segretario del Pd Davide Gariglio ammise che pur non essendo una priorità “non per questo intendiamo andare alle calende greche”. Insomma, passata la buriana del bilancio, che terrà impegnato il consiglio fino alla fine dell’anno, si dovrà tornare a discuterne.
Non sarà il numero di firme raccolte a essere determinante: secondo lo statuto regionale ne basta una sola, di un qualsiasi cittadino piemontese, per presentare una petizione. L’obiettivo è, piuttosto, quello di iscrivere all’ordine del giorno della politica una questione troppo in fretta accantonata. Contestualmente verrà sottoposta alla direzione del Partito democratico regionale una analoga mozione con l’intento di arruolare il partito nella battaglia. Anche perché all’interno delle stesse componenti rappresentate dai sostenitori dell’iniziativa le “sensibilità” sono piuttosto varie, motivo per cui i sottoscrittori si affrettano a precisare che le loro firme, al momento, sono a titolo personale, poi si vedrà.