SACRO & PROFANO

“Criminali senza fede né umanità” Cordoglio dell’Imam di Torino 

Nel giorno della fine del Ramadan il capo della comunità islamica parla di “festa macchiata dal sangue delle vittime”. Per la sindaca Appendino gli "assassini non hanno etichette religiose". L'Arcivescovo Nosiglia: "Educhiamo alla pace"

“Oggi è la nostra festa, il sorriso e la gioia dovrebbero farsi largo sui volti dei credenti, ma la nostra gioia è contaminata dagli spargimenti di sangue, dalle sofferenze, dell'ingiustizia dominante nel nostro mondo”. Ricorda “le notizie di morte” e le vittime degli ultimi giorni, l’Imam Said Ait EL Jide della moschea Taiba di Torino, nel suo sermone per la festa per la fine del mese di Ramadan che si è celebrata questa mattina al Parco Dora. “Soltanto l’altro giorno - ha detto - delle vite umane sono state strappate da mani criminali e terroriste a Dacca, tra le vittime una decina di nostri connazionali italiani tra cui anche una nostra concittadina torinese”. L'imam ha quindi voluto “far giungere alle famiglie di tutte le vittime, di Dacca, Istanbul, Baghdad, le nostre più sentire condoglianze” e ha ricordato che “l’altro ieri i criminali fanatici, senza fede né umanità, hanno colpito nella cotta del profeta, luogo sacro per tutti i musulmani”.

Nel suo sermone l’Imam ha affermato che “Torino, la nostra città, è oggi un modello di convivenza, di dialogo e di reciproco riconoscimento, i musulmani oggi sono parte integrante di questa città, il mese di Ramadan, è diventato un mese particolare per tutta la città, questa festa di oggi è una festa per tutta la città”. Sotto la Mole, ha aggiunto, “non  mancano le occasioni di incontro, di dialogo e di collaborazione, dalle moschee aperte, agli iftar pubblici, dalle buone relazioni personali alle forti relazioni tra le varie comunità religiose che abitano questa città e la presenza oggi della sindaca della nostra città, dei rappresentanti delle istituzioni, e delle varie fedi, è un ulteriore indicatore di questa situazione”. Infine, un passaggio sull’attualità politica: “A distanza di pochi giorni dalle elezioni comunali, colgo questa occasione per ringraziare la precedente amministrazione comunale per tutti gli sforzi profusi per il bene di questa città e dei suoi cittadini, e vorrei anche augurare buon lavoro alla nuova amministrazione cittadina, ribadendo la nostra piena disponibilità, come comunità musulmana torinese, al dialogo e alla collaborazione per il bene comune di questa città, questo è infatti ciò che ci insegna la nostra fede”.

Parole che hanno trovato eco anche nel saluto rivolto dalla sindaca Chiara Appendino. “Credo fermamente che non sia il compito di un’istituzione laica, come la Città, entrare nell’anima delle donne e degli uomini, ma sia nostro dovere preparare tutti quei fattori che garantiscano a ciascuno la massima libertà possibile e, nel contempo, l’adesione al patto sociale”. Secondo la prima cittadina “solo in questo modo possiamo costruire una società equilibrata, nella quale ciascuno possa aspirare a realizzare se stesso, nei propri valori, sogni, ambizioni e progetti. Lo Stato laico – ha aggiunto – è per sua stessa natura pluralista e dialogante, è il modo col quale anche le fedi possono prosperare e diventare, a loro volta, linfa della vita culturale e sociale”. Rivolta alle migliaia di persone riunite a Parco Dora, oltre 15 mila, la Appendino ha sottolineato che “per ciascuno di voi questo periodo ha costituito un’occasione di rinuncia non solo al cibo ma anche a ciò che c’è di malvagio nella nostra vita, i cattivi pensieri, le cattive azioni e la rabbia. Si tratta di uno dei pilastri della vostra fede e io sono profondamente convinta che la fede vissuta nel cuore e nella vita di ciascuno di noi, qualunque essa sia, costituisca un’occasione di ricchezza per l’intera società”. Rivolgendo poi un ringraziamento a tutta la comunità musulmana la sindaca si è detta “certa che questo sarà solo il primo passo del cammino che percorreremo insieme”.

A nome della Chiesa cattolica anche mons. Cesare Nosiglia ha rivolto alla comunità islamica un messaggio di “buon Ramadan e buon ‘Id al-Fitr”. “Educhiamo la nostra gioventù alla misericordia e alla pace verso tutti e testimoniamo la solidarietà verso i più poveri, senza distinzioni”, ha scritto l’arcivescovo, augurandosi “che ciascun credente riceva i benefici spirituali promessi a chi obbedisce ai precetti dell’Altissimo con intenzione retta e impegno sincero”. “Il mio augurio particolare – rimarca Nosiglia – giunga a tutti i vostri bambini. Quest’anno il mese sacro del digiuno dei musulmani s’intreccia con un anno particolare della Chiesa cattolica, il giubileo della misericordia indetto da Papa Francesco e quindi, ancora più intensamente insieme, imploriamo e accogliamo la misericordia di Dio e contemporaneamente impegniamoci a conformare le nostre vite al suo nome Misericordioso”.

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