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Sicurezza a scuola, Piemonte tra luci e ombre

Investimenti in linea con la media nazionale per la riqualificazione degli edifici scolastici, ma si può fare meglio. Verbania nella top ten delle città italiane. Novara fuori classifica perché non ha mandato i dati completi. L'indagine di Legambiente

Piemonte tra luci e ombre nell’indagine Ecosistema Scuola di Legambiente sullo stato del patrimonio edilizio scolastico e dei servizi educativi in Italia. Nella top ten, dove figurano solo città del Nord con Bolzano e Trento nelle prime due posizioni, si piazza Verbania, al nono posto, seguita da Biella (14°), Torino (20°), Asti (23°), Cuneo (34°), Alessandria (39°) e Vercelli (56°). Novara, invece, è l’unica non in graduatoria poiché ha inviato dati incompleti.

Il patrimonio scolastico piemontese risulta in gran parte vetusto, risalente a prima dell’entrata in vigore delle norme antisismiche (74,3% degli edifici) e situato nella maggior parte dei casi in strutture nate come scuole (84,1%) ma in parte anche in edifici storici (14,5%). Solo sul 3,3% è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica e sul 13,6% sono state effettuate indagini diagnostiche dei solai, con interventi sulla loro messa in sicurezza per il 2017 sul 10,6% degli edifici. Sono ancora molte le strutture che hanno necessità di interventi di manutenzione urgente (67,8% rispetto al 46,8% del dato nazionale), sebbene negli ultimi 5 anni l’86% degli edifici abbia goduto di manutenzione straordinaria. La cifra stanziata per questa voce è stata pari a 19.575 euro (23.946 il dato nazionale), la spesa ha interessato invece una cifra maggiore rispetto allo stanziato, pari a 23.453 euro (a livello nazionale sono stati spesi mediamente per ogni edificio 17.780 euro).

Torino è la città che investe di più ma che spende anche di più della cifra stanziata, anche Alessandria investe nell’edilizia e stanzia una somma importante corrispondente a quella di spesa. Per quanto riguarda la manutenzione ordinaria sono stati stanziati 7.201 euro (7.631 euro mediamente per edificio a livello nazionale) ma spesi 5.316 euro. Il Piemonte utilizza fondi nazionali mediamente pari a 8.773 euro per edificio (Alessandria, Asti e Torino) e fondi regionali in minima parte (Torino), 1.097 euro di media per edificio rispetto ai 4.598 di spesa a livello nazionale. Insomma, bene ma non benissimo, in una regione in cui il tema della sicurezza negli edifici scolastici è particolarmente sentito dopo i tragici fatti del Darwin di Rivoli dove perse la vita Vito Scafidi, a causa del crollo del soffitto della sua classe.

Certificazioni - Buona è la situazione delle certificazioni di cui sono dotate le scuole: collaudo statico (57%), idoneità statica (52,1%), agibilità (72,5%) e certificazione igienico-sanitaria (85,5%), più bassa rimane la percentuale della certificazione di prevenzione incendi, il 30,6% a fronte del 42,2% della media nazionale. Inoltre porte antipanico (98,8%), prove di evacuazione (98,1%), impianti elettrici a norma (98%) e requisiti di accessibilità (93,5%).

Servizi - Dati sopra la media nazionale anche per i servizi e le buone pratiche adottate nelle scuole piemontesi. Il servizio di scuolabus è a disposizione del 49,6% delle scuole, ma sono buoni anche i dati relativi ad altri alla messa in sicurezza della mobilità intorno ai plessi: l’84,5% ha attraversamenti pedonali, il 29,1% usufruisce della presenza dei nonni vigili, il 10,7% ha transenne parapedonali. Si investe anche in progetti educativi, prevalentemente nelle scuole (80% rispetto al 72,9% del dato nazionale), Torino e Verbania anche in progetti extra scolastici. L’84,5% delle mense scolastiche piemontesi servono pasti bio, nel 95,4% prodotti a qualità controllata, l'83,3% privilegia prodotti a km 0. Tutti i Comuni piemontesi garantiscono menu alternativi per motivi culturali e religiosi e per l’83,3% prevedono il recupero di cibo non somministrato da dare a organizzazioni no profit. Il 28,7% delle mense dispone di una cucina interna, l’82,2% utilizza acqua del rubinetto e nel 35,2% viene data la possibilità ai bambini di portare il pranzo da casa.

Rifiuti - Ben al di sopra dei valori nazionali la raccolta differenziata: in tutte le scuole si differenziano plastica, vetro e carta, mentre il 93,5% di esse differenzia l’alluminio, il 99,5% organico, l'88,5% pile e ben il 91,2% toner e cartucce per stampanti.

Energia - Le scuole oltre ad utilizzare i neon (42,6%) utilizzano anche altre fonti di illuminazione a basso consumo (83,7%). Rimane ancora basso l'utilizzo di fonti rinnovabili (8,4%) rispetto alla media nazionale (18,2%): impianti solari termici per il 10,8% e solari fotovoltaici per l’83,8%. Va segnalato un 5,4% di scuole con impianti a biomassa (Torino) e quelle servite da teleriscaldamento (41,3% rispetto al dato nazionale che si attesta sull’8,2%).

Inquinamento - Per quanto riguarda le situazioni di inquinamento sia outdoor che indoor tutti i Comuni presenti all’indagine hanno effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto, con il 18,1% di scuole con casi certificati, lo 0,2% con casi sospetti e il 2% in cui sono stati effettuati interventi di bonifica. Sensibili al tema del radon il 57,1% dei Comuni che hanno effettuato monitoraggi sulla presenza di questo gas nelle scuole, con 10,2% di edifici con casi certificati. La situazione relativa all'inquinamento elettromagnetico ci mostra un 8,3% di edifici con wifi, 15,2% in prossimità di antenne cellulari. Solo il 5% presenta invece una rete completamente cablata. Situazione critica in termini di inquinamento outdoor per le scuole dei Comuni piemontesi: il 54% degli edifici si trova tra 1 e 5 km di distanza da industrie, il 32,8% da una discarica e il 41,1% da un aeroporto. Un 3% si trova a meno di 60 m dal distributore di benzina.

“Sebbene in Piemonte negli ultimi 5 anni la gran parte degli edifici scolastici abbia goduto di manutenzione straordinaria restano ancora tantissimi, più del 67%, quelli che necessitano di interventi urgenti -sottolinea Francesca Gramegna, direttrice di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Così come, se da un lato è positiva la performance delle città piemontesi sul fronte dei servizi e delle pratiche ecocompatibili, soprattutto per la raccolta differenziata dei rifiuti, dall'altro è ancora insufficiente l’utilizzo di energie rinnovabili. Torino si piazza prima tra le grandi città del Nord, ma occorre anche qui investire di più e, più in generale, serve uno sforzo maggiore per promuovere un grande cantiere di innovazione”.

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