REGOLE & BUROCRAZIA

C'è un solo concorrente, revocata gara da 4 milioni

Annullato il bando per il servizio di pulizie nei locali della Regione Piemonte: ha partecipato un solo raggruppamento. "Così viene meno il principio di concorrenza". Era la prima procedura rivolta a persone svantaggiate. Valle (Pd): "Un inciampo cui si deve rimediare"

Una selezione pubblica chiusa e subito revocata “senza apparenti motivazioni di ordine tecnico”. È un giallo da 4 milioni di euro quello di cui si parla da giorni a Palazzo Lascaris. Lo scorso 29 marzo la società di committenza della Regione Piemonte (Scr) ha bandito una gara per i servizi di pulizia di immobili pubblici divisa su più lotti. In uno di questi, dal valore di 4,1 milioni, si presentano le cooperative sociali Nuova Socialità (gruppo Valdocco), La Nuova Cooperativa e Frassati produzione e lavoro, riunite in una costituenda associazione temporanea d’impresa. La presenza di un unico soggetto partecipante, però, viene considerata condizione sufficiente per annullare la procedura, secondo un provvedimento assunto direttamente dal consigliere delegato di Scr Luciano Ponzetti.

Salta così un lotto di un bando per molti versi innovativo, giacché, in ossequio alle disposizioni della giunta regionale e all’articolo 112 del codice degli appalti, prevedeva dei criteri di premialità per quei soggetti in grado di coinvolgere nel progetto persone svantaggiate ed è ciò che avevano fatto le tre cooperative. Ma allora perché è stato revocato? “Io posso solo dire che preoccupa questo provvedimento e in particolare la carenza di motivazioni – afferma il consigliere regionale del Pd Daniele Valle, che sul tema ha protocollato un’interrogazione –. Non vorrei che ci fosse alla base un problema culturale, di pregiudizio nei confronti di procedure volte all’inclusione sociale e delle cooperative di tipo B che lavorano in questo ambito”.

Secondo gli uffici regionali, invece, “la ratio della normativa sull’evidenza pubblica sancisce la regola del confronto di più offerte per selezionare la migliore”, quindi in presenza di un’unica offerta “le motivazioni alla base della revoca sono fondanti e di sostanza”.

Per promuovere l’inserimento occupazionale delle persone svantaggiate e disabili, la precedente giunta aveva approvato un’apposita legge regionale, la numero 16 del 31 ottobre 2017 che all’articolo 104 prevedeva appalti e concessioni “riservate”. Secondo la norma, almeno il cinque per cento dell’importo complessivo annuale degli affidamenti – con l’esclusione di quelli socio-sanitari e educativi – dovevano essere rivolti a operatori economici che s’impegnavano a inserire persone svantaggiate nel mercato del lavoro. La legge dava 180 giorni di tempo alla Regione per approvare le “linee guida”, ma a distanza di quasi due anni (quattro volte tanto) né il centrosinistra, né il centrodestra sono andati avanti su questa strada e ora il rischio è che quella legge finisca in fondo a qualche cassetto.  

“Voglio pensare che questa revoca sia soltanto un infortunio su un percorso che continuerà e non di un cambio di impostazione politica – conclude Valle –. È fondamentale investire nella crescita dell'impatto sociale del public procurement”.

print_icon