POTERI FORTI

Appendino non cambia Profumo

La sindaca si converte al "Sistema Torino" che tanto aborriva (in campagna elettorale) e ripropone l'ex ministro montiano alla guida della Compagnia di San Paolo. Tra realpolitik e l'esigenza di non rompere con l'establishment, con un occhio al suo futuro

Alla fine Chiara Appendino ha ceduto, si è arresa a quel famigerato “Sistema Torino” che tanto aveva osteggiato, in campagna elettorale. Sarà lei a indicare Francesco Profumo nel Consiglio della Compagnia di San Paolo, senza contravvenire alla prassi secondo cui è il sindaco di Torino a nominare colui che poi va a ricoprire il ruolo di presidente della fondazione bancaria. Ha resistito finché ha potuto, vagliato ogni alternativa, ma dopo l’endorsement con cui il ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina ha blindato l’ex rettore è stata costretta a far buon viso a cattivo gioco. Oltre a Profumo, la città di Torino conferma la professoressa Valeria Cappellato, ricercatrice all'Università di Torino che nel 2016 si era proposta come assessore al Welfare nella giunta "tecnica" di Appendino. 

Così la prima cittadina si converte al "Sistema Torino" e torna sui suoi passi dopo aver annunciato, all'indomani della sua elezione, di essere pronta a chiedere la testa dell'ex ministro e rettore del Politecnico di Torino, nominato da Piero Fassino al crepuscolo del proprio mandato. Ragioni di realpolitik, con un occhio rivolto al suo futuro, hanno consigliato ad Appendino di tornare sui suoi passi e procedere nel solco della continuità, così come già fatto nei confronti di altri eminenti esponenti dell'establishment. 

Nella nota della prima cittadina parole di circostanza in cui spiega come “la Compagnia di San Paolo si è profondamente riorganizzata negli ultimi anni per poter effettuare la propria missione istituzionale con sempre maggiore efficacia ed efficienza e, in questo modo, per poter rispondere al meglio a quanto domanda una società che presenta bisogni crescenti e di maggiore complessità. Si è trattato di un processo che necessità di continuità, come di continuità hanno bisogno alcuni progetti, come lo è stato la liberazione delle palazzine dell’ex Moi ad esempio, che la Città di Torino ha condotto con successo grazie alla collaborazione e all’uso sinergico delle competenze professionali e delle risorse con Compagnia di San Paolo e altre istituzioni”. “Un modus operandi – prosegue Appendino – che, anche in futuro, dovrà consentire di dare corso a nuove iniziative di fondamentale interesse per tutta la Città. A maggior ragione considerando l’attuale contesto emergenziale, serve una nomina immediata. Da questo punto di vista, la Compagnia di San Paolo ha già assicurato che non farà mancare il proprio sostegno alla Città, facendo fronte ai propri impegni in qualsiasi condizione e scenario”.

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