EMERGENZA ECONOMICA

Il virus presenta il conto: persi 10 miliardi al mese

Gli industriali piemontesi analizzano l'effetto della pandemia. Solo il 27% delle aziende è rimasta aperta e oltre l'84% è attualmente in cassa integrazione. Ravanelli: "Urgente la ripresa, regolamentata e graduale, delle attività produttive"

L’epidemia di Coronavirus ha avuto un impatto “molto rilevante” sul 67% delle imprese piemontesi, per cui gli obiettivi per l’anno in corso non risultano più raggiungibili oppure si è resa necessaria una riorganizzazione del piano aziendale. È uno dei dati emersi da un sondaggio condotto da Confindustria Piemonte sull’impatto della pandemia. A seguito dei provvedimenti del governo per contenere l’epidemia, solo il 27% delle circa 500 aziende coinvolte dal sondaggio è rimasta totalmente aperta, l’84% sta facendo ricorso alla Cassa integrazione e l’80% allo smart working.

Fabio Ravanelli presidente di Confindustria Piemonte ha stimato che “il nostro sistema industriale sta perdendo 10 miliardi al mese” per questo si “rende sempre più urgente una ripresa, regolamentata e graduale, delle attività in Piemonte, così come sul territorio nazionale”. “Tutti noi abbiamo ormai sviluppato una piena consapevolezza dei rischi e dei comportamenti più corretti, ma rimane utile ribadire ancora una volta che la condizione essenziale per la riapertura è il rispetto rigoroso e totale degli standard di sicurezza. Potranno riprendere solo quelle aziende che in questo periodo hanno avuto modo di predisporre tutte le misure necessarie a garantire la salute dei lavoratori”, ha chiarito il numero uno degli industriali piemontesi. “Con la piena applicazione dei protocolli, lavorare in azienda sarà più sicuro che andare al supermercato”, ha ribadito. Quanto a previsioni sul futuro circa la metà degli imprenditori ritiene utile ricalibrare il paniere dei prodotti venduti. Meno efficaci o percorribili altre scelte, quali cambiare i paesi di destinazione dell’export o aumentare le vendite tramite l’e-commerce.

print_icon