FASE 2

Cirio chiede "asilo" al Governo

Il governatore non prende posizione sulla riapertura dei nidi in Piemonte e rimanda all'esecutivo ogni decisione. I 15 milioni promessi due mesi fa non sono ancora stati erogati e il comparto è allo stremo

Chiusi da tre mesi e con la prospettiva di riprendere l’attività a settembre (se tutto va bene). Gli asili nido sono allo stremo e in Piemonte le prospettive di riaprire prima del nuovo anno scolastico sono bassissime, al contrario di quanto avviene in Veneto dove Luca Zaia in queste ore firmerà l’ordinanza per consentire anche alle scuole per l’infanzia – 0-3 anni – di riprendere l’attività, seppur con linee guida rigorose per rispettare la sicurezza ed evitare rischi per i bambini e le loro famiglie.

Gli operatori del settore, che ieri hanno manifestato davanti a piazza Castello, continuano a ripetere di essere stati “dimenticati”. Ieri hanno consegnato ad Alberto Cirio un grillo parlante, chi sia Pinocchio lo decida il governatore. Non c’è traccia di loro nel Decreto Rilancio del premier Conte e dalla Regione, finora, sono arrivate solo generiche promesse d’intervento presso il Governo. Non solo, mentre le spese fisse – stipendi, affitti, utenze – continuano a rimanere immutate, non è ancora stato erogato un euro dei 15 milioni promessi ormai due mesi orsono. Lo stanziamento è contenuto nel disegno di legge Riparti Piemonte che sarà approvato “presumibilmente nella settimana tra il 25 e il 28 maggio” secondo quanto ha scritto l’assessore all’Istruzione Elena Chiorino in una lettera inviata ai sindaci, in cui venivano indicati gli importi destinati a ogni Comune. Insomma, bisogna sperare che l’iter di approvazione del provvedimento non subisca intoppi, poi la struttura regionale dovrà redigere e inviare ai municipi i criteri di riparto e mettere a disposizione le risorse necessarie, a quel punto potranno procedere le erogazioni per strutture e famiglie. Difficile, nonostante il governatore Alberto Cirio auspichi “tempi più brevi”, che tutto ciò possa avvenire prima di tre settimane.

C’è infine la questione legata al quantum: a fronte di una chiusura che verosimilmente durerà fino al prossimo settembre, è ipotizzabile possano essere sufficienti 15 milioni? La risposta è no, anche perché quello stanziamento era stato ipotizzato come una tantum calcolato per coprire una mensilità media di una retta di asilo nido o scuola materna (un emendamento di giunta ha quantizzato la ripartizione in 240 euro per ogni bambino delle materne e 400 euro per i nidi). Troppo pochi ed è per questo che in Consiglio regionale il Pd ha presentato una proposta di raddoppiare la somma, arrivando a 30 milioni. "Anche per quanto riguarda la cassa integrazione dei dipendenti serve una proroga, perché cesserà il 6 giugno lasciando scoperti tre mesi". racconta un gestore privato. Al di là dei sussidi, però, operatori e famiglie avrebbero bisogno di ripartire: altre Regioni si stanno attrezzando, su questo tema però Cirio ribadisce: “C’è una competenza diretta dello Stato”. 

print_icon